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ROLAND GARROS

Korda, una sforbiciata in onore di papà

La brillante qualificazione per il Roland Garros ha posto l'attenzione su Sebastian Korda. Il figlio di Petr, nato e cresciuto negli Stati Uniti, ha una passione enorme per il tennis. Talmente grande che ha convinto il padre a sostenerlo dopo l'iniziale scetticismo. Qualche tempo fa, Brad Gilbert diceva che era il miglior talento tra i giovani americani.

Riccardo Bisti
27 settembre 2020

“È bello che io ed Emilio siamo riusciti a riportare il cognome dei nostri genitori nel tabellone principale di uno Slam”. Pensi che sia una frase di circostanza, buttata un po' lì. Figurarsi se a Sebastian Korda interessano corsi e ricorsi storici... Invece no, è proprio così. Oltre a essere figlio di Petr, finalista al Roland Garros 1992, è un sincero appassionato di storia del tennis. Quando era un bambino, a casa sua circolava una copia della Media Guide ATP, la bibbia con dati e informazioni di centinaia di giocatori. In epoca pre-internet, era un vero e proprio cimelio. Sebastian la viveva come tale, divorandola giorno dopo giorno. E quando in TV passavano il tennis, sapeva ripetere esattamente i risultati dei campioni.

Per lui, dunque, è davvero suggestivo entrare in tabellone nel torneo in cui il padre arrivò a un passo dal titolo. E sa bene che due anni prima vinse Andres Gomez, padre di Emilio. Passando le qualificazioni (al turno decisivo ha battuto Aslan Karatsev) potrà giocare il suo secondo Slam consecutivo, dopo aver partecipato allo Us Open grazie a una wild card. Giocò piuttosto bene, strappando un set a Denis Shapovalov. Ma il risultato di Parigi ha ben altro valore, perché l'ha conquistato con le sue forze. Giocherà oggi (diretta Eurosport ed Eurosport Player) contro Andreas Seppi. Sfida generazionale, visti i 16 anni di differenza. Se papà era un istintivo, talentuoso, col rovescio a una mano e i colpi piatti, Sebastian è il tipico americano.

Papà Petr non voleva che giocasse a tennis, ma dovette cedere durante un talk show con Jim Courier. Nessuno ricordava chi fosse stato a vincere la prima edizione dello Us Open. Nessuno, tranne il piccolo Sebastian. “Fu Arthur Ashe, nel 1968”
1992: papà Petr si gioca il titolo del Roland Garros contro Jim Courier

D'altra parte è nato a Bradenton, la cittadina del tennis, laddove sorge l'accademia di Nick Bollettieri. Dista poche centinaia di metri da casa e la frequenta sin da piccolo, anche se all'epoca giocava a hockey su ghiaccio. Il tennis non era lo sport di casa. Meglio il golf, con le sorelle maggiori Jessica e Nally che hanno intrapreso la vita del professionismo. O l'hockey, suo primo amore, del quale rimane il tifo per i Boston Bruins. D'altra parte, i genitori (mamma Regina Rajchrtova è stata n.26 WTA nel 1991) non hanno alimenato la passione tennistica per i figli. Persone sagge e intelligenti, desideravano che i figli intraprendessero la loro strada, senza condizionamenti.

Ma Sebastian ha avuto la folgorazione per il tennis nel 2009, dopo aver accompagnato il padre allo Us Open, laddove era nella vesti di coach di Radek Stepanek. “Papà, voglio giocare a tennis”. Il padre non era convinto, ma dovette cedere durante un talk show con Jim Courier. Nessuno ricordava chi fosse stato a vincere la prima edizione dello Us Open. Nessuno, tranne il piccolo Sebastian. “Fu Arthur Ashe, nel 1968”. A quel punto non poteva più ostacolarlo. Pur allenandolo, lo segue a distanza. La USTA lo ha affidato a un coach esperto come Dean Goldfine (ex di Todd Martin ed Andy Roddick), e la presenza del padre è soprattutto indiretta. Gli capita di dargli suggerimenti tramite Goldfine.

Petr Korda non voleva che il figlio giocasse a tennis, ma si è dovuto arrendere alla sua grande passione
L'ottima prestazione a Flushing Meadows contro Denis Shapovalov

“Amo stare nell'ombra, il protagonista è lui” ripete spesso l'ex numero 2 del mondo. Si è sviluppato un buon giocatore, di tipica scuola americana. Non è un predestinato, se a 20 anni compiuti non è ancora tra i top-200 ATP, ma ognuno ha il suo percorso. E comunque gli ultimi risultati giustificano un certo ottimismo. Un mese fa aveva superato le qualificazioni al Western & Southern Open, poi ha fatto bella figura allo Us Open. L'impatto con la terra battuta è stato ottimo: d'altra parte il sangue cecoslovacco doveva pur vedersi in qualcosa. Korda Jr. ha avuto il suo picco di popolarità nel gennaio 2018, quando si è aggiudicato l'Australian Open Junior, esattamente 20 anni dopo il successo del padre.

A proposito della sua attenzione alla storia, nell'occasione concesse ai fotografi qualche scatto mentre effettua il famoso scissor kick, la sforbiciata resa famosa dal padre. “Anche prima della finale avevo guardato ampi spezzoni della partita di mio padre contro Rios. La guardo una volta al mese per caricarmi e avere sensazioni positive”. Dopo quel successo, crebbe in modo esponenziale. Ha preso 28 centimetri in pochi mesi, superando il metro e novanta. Anche per questo, ha tardato un po' a cogliere i primi risultati, alimentando qualche dubbio su una vecchia frase di Brad Gilbert, secondo cui era proprio Korda il giovane americano più talentuoso. Forse non aveva tutti i torti, perchè nel tennis che conta ci sta entrando anche Sebastian. Per meriti propri, senza sconti né favori.