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“Bisogna abolire i match al meglio dei 5 set”

 

È la sentenza di Andrea Petkovic, di nuovo ferma per un problema al ginocchio. “Non puoi educare una generazione che guarda video di due minuti a seguire un match di cinque ore”. Secondo la tedesca, oggi il tennis femminile è più appassionante del maschile. “Ma dopo il ritiro dei Big Three...”

Riccardo Bisti
27 febbraio 2020

Qualche anno fa, in preda a una crisi personale, Andrea Petkovic è stata ad un passo dal ritiro. Quando hai lo spessore culturale della tedesca, in effetti, il mondo del tennis può essere un tantino limitante. Da giovane, nelle prime interviste, diceva che le sarebbe piaciuto fondare un partito politico. Forse esagerava, ma le sue capacità cognitive vanno ben oltre la media delle colleghe. Durante uno dei tanti stop per infortunio, aveva effettuato persino uno stage presso la Cencelleria di Stato dell'Assia, in cui si rese conto che c'era troppa burocrazia, che un lavoro dietro la scrivania non faceva per lei. Ma il tennis rimane una passione profonda, per quanto ultimamente abbia fatto parlare di sé come conduttrice di un TG per la ZDF, la televisione di stato tedesca. È stato l'approdo naturale dopo la rubrica che cura da un paio d'anni per il Suddeutsche Zeitung, in cui racconta le sua passioni e la vita nel tour, in cui ha combattuto la solitudine di donna single (“Non sono interessata ai rapporti occasionali”) in giro per il mondo anche 40 settimane all'anno. E allora, quando è impegnata per tornei, si rifugia nella letteratura e nel cinema. Legge due libri alla volta, un paio d'anni fa rimase colpita dalla biografia di Barack Obama. Classe 1987, compirà 33 anni il, adesso sta recuperando dall'ennesimo infortunio al ginocchio. Si è bloccata in allenamento e si operata nei primi giorni di febbraio: niente di troppo invasivo, il giorno dopo l'intervento era già in grado di camminare. La degenza prosegue bene e dovrebbe tornare in competizione ad aprile. La sua grande motivazione sono le Olimpiadi di Tokyo, obiettivo che insegue da un paio d'anni. Adesso è dura, perché la Petkovic è scesa al numero 83 WTA e non avrà molto tempo, poiché le classifiche valide per l'entry list olimpica saranno quelle del post-Roland Garros, lunedì 8 giugno.

"Tra gli uomini prevale ancora il vecchio ordine. Federer, Nadal e Djokovic continuano a vincere e hanno mantenuto la gerarchia. Quando si saranno ritirati, succederà quello che sta accadendo ora tra le donne”
Andrea Petkovic

Quando Andrea si faceva chiamare ancora "Petkorazzi" e coinvolgeva Novak Djokovic nelle sue gag

Tra una seduta in palestra e una di riabilitazione, la Petkovic ha tutto il tempo per analizzare quanto sta succedendo nel mondo del tennis: per questo, si è concessa una chiacchierata con la Bild in cui ha trattato cinque argomenti, mettendo anche il naso in quanto accade nel tennis femminile. Vale sempre la pena ascoltare la ex “Petko-Dance”, perché raramente le sue opinioni scadono nella banalità. “Col tempo mi sono resa conto che il pubblico si trova e si mantiene atraverso gli eventi dal vivo. Per un periodo, la Germania ha avuto il solo torneo di Stoccarda. Mi sono resa conto che Twitter e Instagram non sono sufficienti per catturare le persone. I risultati raggiunti da Kerber, Goerges e la sottoscritta fioriranno, ma i risultati si vedranno solo dopo il nostro ritiro. Ad ogni modo, i nuovi tornei su erba a Berlino e Bad Homburg rappresentano una bella opportunità”. Ma ecco che arrivano le bordate: secondo la Petkovic, in questo momento il tennis femminile è più interessante del maschile, in cui dominano sempre gli stessi. “Attualmente il circuito WTA è dominato a Sodoma e Gomorra. Ci sono giocatrici meno giovani come Serena Williams e Kvitova, e altre giovanissime come Osaka e Andreescu. Al contrario, tra gli uomini prevale ancora il vecchio ordine. Federer, Nadal e Djokovic continuano a vincere e hanno mantenuto la gerarchia. Quando si saranno ritirati, succederà quello che sta accadendo ora tra le donne”. Tra i giovani più interessanti c'è anche un tedesco, quell'Alexander Zverev che in Australia ha raggiunto la sua prima semifinale Slam. Secondo la Petkovic, il problema del connazionale risiede nella scarsa abitudine a giocare al meglio dei cinque set. Per questo, lo vede tra i favoriti per una medaglia a Tokyo, meno per il primo titolo Slam. “Perché alle Olimpiadi si giocherà al meglio dei tre set. Ha ancora bisogno di tempo per abituarsi ai match lunghi. Prendete Thiem, che è più grande di lui e fisicamente più forte: soltanto adesso è sempre competitivo negli Slam. Però Sascha sta migliorando: osservandolo in Australia, mi sono convinto che possiede le stimmate del campione”.

“Vorrei abolire le partite al meglio dei cinque set. So che si tratta di un format molto appassionante, e ci si potrebbero scrivere libri, però è difficile inserirlo in un contesto televisivo"
Andrea Petkovic

In campo femminile le cose non vanno altrettanto bene. Tra le donne manca l'equivalente di Zverev. In parte, la causa è stata anche la sfortuna. Il problema è che attualmente non c'è una sola under 22 tedesca tra le top-300 WTA.“Avevamo buoni talenti che però si sono un po' persi a causa degli infortuni o di altri problemi: Anna-Lena Friedsam, Carina Witthoft e Annika Beck – dice la Petkovic – vi assicuro che erano davvero brave. Anna-Lena è molto forte, ma purtroppo è spesso tormentata dagli infortuni. Purtroppo c'è una generazione che non ha prodotto molto, anche se c'eravamo già passati: dopo Steffi Graf e Anke Huber non c'è stato niente per parecchia tempo. Forse alla generazione attuale sono mancati i modelli da seguire. Io stessa, ho visto soltanto l'ultima parte della carriera di Steffi”. La Petkovic ha poi riflettuto sul futuro del tennis, cercando di capire quali potrebbero essere le mosse per renderlo popolare tra i più giovani, i cui ritmi sono scanditi dai social network. La tedesca guarda con favore le novità sperimentate alle Next Gen Finals, pensate per accorciare gli incontri nel rispetto di una tendenza che ha abbassato – di molto – la soglia di attenzione. E va oltre: “Vorrei abolire le partite al meglio dei cinque set. So che si tratta di un format molto appassionante, e ci si potrebbero scrivere libri, però è difficile inserirlo in un contesto televisivo. La generazione attuale guarda clip di due minuti su Youtube e non puoi educarla a seguire partite di cinque ore. Semplicemente, non funziona più. Mi piace molto il principio degli highlights, sarebbe bello creare delle clip di 15 minuti con tutte le fasi salienti. In questo modo si potrebbe costruire una bella comunità online, come pealtro accade nel basket NBA”. Frasi dolorose ma vere: dobbiamo per forza rassegnarci al nuovo che avanza?

Lo scorso dicembre, Andrea Petkovic ha esordito nelle vesti di conduttrice per la ZDF
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