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UNITED CUP

“Quando sarà il momento di ritirarmi, ve lo dirò”

La quarta sconfitta negli ultimi cinque match costringe Nadal a parlare ancora di ritiro. Lui non la prende bene: “Quando non mi piacerà più quello che faccio, sarà il momento di smettere. Ora sono qui per giocare”. C'era passato anche Roger Federer.

Riccardo Bisti
1 gennaio 2023

Quella foto, mano nella mano con Roger Federer, è stata una delle immagini simbolo dell'anno appena trascorso. Il suo più grande rivale si stava ritirando, e in un certo senso stava morendo un pezzo della carriera di Rafael Nadal. Quella dello spagnolo è strettamente legata a quella di Federer, ed è chiaro che il 23 settembre 2022 è cambiato qualcosa. In altre circostanze non sarebbe mai andato a Londra: era in ansia per l'imminente nascita del figlio, oltre ad avere qualche acciacco. Ma si è sacrificato, come si fa solo per i grandi amici. Sapeva che sarebbe stato uno dei momenti più intensi della sua carriera. Da allora ha giocato cinque partite e ne ha perse quattro, vincendo solo contro Casper Ruud (sia a Torino che nel tour di esibizioni sudamericane). La nuova condizione di padre, l'età che avanza e la qualità degli avversari hanno riproposto – pari pari – quello che ha dovuto passare Federer qualche anno fa. Basta rileggere decine di interviste e conferenze stampa: quando si è avvicinato ai 35 anni, hanno preso a bombardarlo di domande sul ritiro.

Federer ha gestito la situazione con immensa classe, senza mai dare cenni di fastidio. Adesso tocca a Nadal la sua reazione – peraltro civilissima – all'ennesima domanda di questo tipo è emblematica delle sue ambizioni. Non sappiamo quanta benzina ci sia ancora nel suo motore agonistico, ma abbiamo una certezza: merita credito e rispetto. Nel solo 2022 ha vinto più Slam di tutti, è giunto in semifinale nel terzo e non esce dai primi dieci da 900 settimane, record probabilmente imbattibile. Dai top-10, ci rendiamo conto? Per questo non è elegante parlargli di ritiro dopo ogni sconfitta, ed è comprensibile la sua reazione a una domanda legittima, e comunque posta in modo corretto. Dopo la sconfitta contro Cameron Norrie all'esordio in United Cup (3-6 6-3 6-4), gli hanno detto così: “Immagino che nel corso dell'anno te lo chiederanno spesso. So che non hai mai posto un limite a quanto vuoi andare ancora avanti, ma giorni come questo ti rendono più determinato ad andare avanti il più a lungo possibile? Oppure a volte esci dal campo e pensi: accidenti, sta diventato difficile?”.

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«Ogni volta che vengo a una conferenza stampa sembra che io debba andare in pensione. Siete molto, molto interessati al mio ritiro. Per il momento non è così. Quando arriverà quel giorno ve lo farò sapere» 
Rafael Nadal

La sintesi del primo match stagionale di Rafael Nadal, perso contro Cameron Norrie

Rafa ha voluto evitare qualsiasi malinteso: “No. Quando arriva il giorno in cui vai in campo e pensi che stia diventando difficile, allora è il giorno in cui devi dire addio. Non desidero né ho bisogno di continuare a giocare per nessuna ragione: l'unico motivo per cui ha senso continuare e se mi piace quello che faccio, e se me la sento. Se non me la sentissi, beh, ho vinto molto più di quanto sognassi. In ogni caso, oggi ho perso la partita. Ogni volta che vengo a una conferenza stampa sembra che io debba andare in pensione. Siete molto, molto interessati al mio ritiro. Per il momento non è così. Quando arriverà quel giorno ve lo farò sapere. Non andate avanti con questo tema, perché sono qui per continuare a giocare a tennis”. Ci sono due differenze con Federer: lo svizzero ha avuto una carriera quasi senza infortuni, almeno prima che le ginocchia iniziassero a tormentarlo, e aveva un tennis meno dispendioso.

Rafa combatte con i malanni sin da inizio carriera (il primo guaio serio risale al 2004, quando si procurò una frattura da stress al piede) e ha un tennis molto, molto faticoso. Per questo, la sua longevità agonistica è quasi miracolosa. Tra Torino e il Sudamerica lo abbiamo visto giocare tantissimi serve and volley, come se fosse la via prescelta per spendere meno energie e magari allungare la sua carriera. Ma i dubbi sono legittimi. A parte i risultati, non è detto che questo tipo di tennis sia sostenibile con continuità. Non sarà certo la United Cup a farcelo capire, semmai l'Australian Open e – ancora di più – i tornei sulla terra battuta. Se e quando Rafa non sarà più competitivo nel suo feudo personale, allora forse sarà il caso di lasciar perdere.

Nadal ha perso quattro delle ultime cinque partite ufficiali

Rafa Nadal lascia intendere di non avere nessuna intenzione di ritirarsi

Dice che giocherà fino a quando troverà piacere nel farlo, ma... per uno come lui sarebbe piacevole lottare un posto nei quarti? Per mantenere la top-10? Stiamo parlando di uno che ha vinto 22 Slam e che è stato tra i favoriti in ogni torneo giocato. La nostra sensazione, dunque, è che l'unica ricarica per le batterie di Rafa siano i risultati. Nel 2022 sono stati spettacolari, almeno fino a luglio, e gli hanno dato la giusta spinta. Se questi dovessero venire a mancare, le cose potrebbero cambiare in fretta. Lo stesso Nadal ha ammesso che l'ultimo anno e mezzo non è stato facile: nel novembre del 2021 – parole sue – temeva di non poter riprendere a giocare. E anche al Roland Garros ha passato brutti momenti, al punto che nel giorno della finale si era diffusa l'indiscrezione (poi risultata fasulla) di un ritiro-show.

Ha poi aggiunto che gli piacerebbe giocare un'ultima volta in Coppa Davis, come se sapesse che non avrà ancora molte occasioni per farlo. A proposito di gare a squadre, in United Cup la sua Spagna è sotto 2-0 contro la Gran Bretagna, ma ciò che conta sono le sue condizioni. “Oggi non è certo stato un disastro – ha detto – devo essere più veloce, più solido e prendere decisioni migliori. Devo trovare un modo per migliorare, ma ho tempo prima dell'Australian Open”. Il suo prossimo impegno sarà lunedì 2 gennaio, alle 9 del mattino italiane, contro Alex De Minaur. Un ottimo test. Quanto al futuro, non sappiamo se il 2023 sarà l'ultima stagione di Rafael Nadal. Probabilmente non lo sa neanche lui. Però, forse, sarebbe giusto lasciarlo in pace con le domande sul ritiro. Difficilmente accadrà, e allora lui dovrà accettarlo.