Test Racchette

Babolat Pure Drive 2020

Si rinnova la racchetta simbolo degli anni 2000, con un restyling grafico e caratteristiche tecniche che sono rimaste immutate. Due le novità: il sistema HTR, studiato per ottenere una maggior stabilità all’impatto e quindi precisione nella traiettoria e la tecnologia SWX Pure Feel

di Staff Padel Magazine
1 settembre 2020

Squadra vincente non si cambia. Vale per gli sport di squadra, non fa eccezione quando si tratta della racchetta simbolo degli anni 2000. Da quando è entrata sul mercato, ormai oltre 25 anni fa, la Pure Drive è cambiata senza mai essere stravolta, come è normale quando apprezzamenti (e vendite) sono largamente positivi. La versione 2020 non si dissocia da questo concetto con caratteristiche tecniche che sono rimaste sostanzialmente identiche, con qualche ulteriore miglioramento sul piano del gioco.

Si tratta dunque di un telaio che esprime grande potenza, manovrabilità e che garantisce un facile accesso allo spin. Lunghezza tradizionale (68,5 cm), il peso è nei canonici 300 grammi per 100 pollici di ovale con un bilanciamento a 32 centimetri. Il profilo è variabile da 23 a 26 millimetri con un grado di rigidità superiore ai 70RA e uno swingweight che si avvicina ai 300 kg/cmq. Il pattern è un 16x19 che esalta l’uscita di palla e la presa delle rotazioni, con passacorde diamantati per un miglior feeling e un drilling più denso nella zona centrale per ottimizzare il controllo.

A livello tecnologico, vi sono due novità: il sistema HTR, studiato per ottenere una maggior stabilità all’impatto e precisione della traiettoria e la tecnologia SWX Pure Feel: negli steli viene infilato un materiale in gomma viscoelastica per filtrare meglio le vibrazioni

A livello tecnologico, vi sono due novità: il sistema HTR è studiato per ottenere una maggior stabilità torsionale all’impatto e quindi precisione. Se la Pure Drive ha mostrato una lacuna è sempre stata nell’accuratezza della traiettoria. «Spinge tanto, grandi rotazioni ma ho la sensazione che la palla scappi», è il tipico commento di chi l’apprezza meno o comunque vuole scovare un limite. Dunque, il sistema HTR consente di mantenere l’ovale più stabile al momento dell’impatto con la palla e questo favorisce una certa precisione della traiettoria. Poi c’è la tecnologia SWX Pure Feel: negli steli viene infilato un sottile materiale in gomma viscoelastica tra quelli di carbonio per filtrare meglio le vibrazioni e disperderle, ancor prima che smorzarle. Così migliora anche il feeling al momento di colpire.

Ciò che è chiaramente rimasto invariata è la struttura ellittica del telaio che permette una grande manovrabilità e soprattutto un accesso alle rotazioni davvero semplice ed efficace. In questo senso, è necessaria una specifica per distinguere accesso e resa dello spin. Prendiamo a esempio Pure Drive e Pure Aero, l’arma di Rafael Nadal, ovale da Pure Drive e steli appiattiti per una maggior aerodinamicità che dovrebbe tradursi in più rotazione. Un concetto corretto non fosse che la maggior rigidità obbliga ad avere un braccio forte e allenato (e possibilmente una tecnica adeguata) per imprimere quel maggior spin. Se invece parliamo di accesso alla rotazione, quindi la facilità con la quale si può ottenerla, allora la Pure Drive resta di una categoria superiore. Per questo motivo racchette in stile Pure Aero si adattano soprattutto a giocatori agonisti, mentre la Pure Drive è pura versatilità, al punto che riescono a sfruttare gli effetti anche i più classici giocatori di club.

On court si ritrova il classico feeling, con la palla che esce facile, un’estrema manovrabilità e un accesso allo spin unico. Quando si spinge si nota una maggior stabilità. Una differenza lieve ma opportuna per ottenere più precisione nella traiettoria

On court, sin dai primi colpi si ritrova il classico feeling, con la palla che esce facile, un’estrema manovrabilità e questo accesso allo spin unico. Quando si spinge, rispetto al modello precedente si nota una maggior stabilità. Sia chiaro, una differenza lieve, ma comunque opportuna per ottenere più precisione nella traiettoria. Potenza e spin restano le caratteristiche principali, ma la botta piatta esce bella piena, anche se sarebbe un delitto non sfruttare le rotazioni. La sensibilità e la manovrabilità consentono di performare bene anche sotto rete e nei colpi di tocco, mentre il servizio è una vera bomba: quello piatto fa male, quello in kick salta che è un piacere. Si difende con estremo agio, situazione in cui l’ottima manovrabilità aiuta parecchio. Chiaramente si può lavorare su corda e tensioni per trovare il giusto set up e ottimizzare le proprie caratteristiche.

Il picchiatore da fondo in top spin, quello completo a tutto campo, l’ottimo agonista e il giovane in crescita, il giocatore di club e la signora che prende lezione la domenica mattina: difficile ridurre il target. Recco, il giocatore dallo stile super classico, l’adepto del serve& volley e dei colpi piatti, potrebbe trovare alternative anche più valide.

Un ulteriore dettaglio è il bumper a protezione del telaio che è stato decisamente allungato rispetto alla versione precedente, mentre il design è stato rinnovato usando un blu più scuro e un logo dedicato con tre specifiche: il martello come simbolo di potenza, il fulmine a indicare l’esplosività e il TAG quale ispirazione ai graffiti urbani.