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LA STORIA

Il nuovo Chang, lo Us Open, il razzismo

Vincendo i Campionati Nazionali Under 18, l'asiatico-americano Learner Tien ha conquistato una wild card per lo Us Open. La sua presenza ha un forte valore simbolico dopo gli episodi di razzismo durante la pandemia, di cui è stato vittima anche Michael Chang. Che rimane il più giovane ad aver vinto un match a New York. Nel 1987 aveva ottenuto una WC allo stesso modo di Tien...

Riccardo Bisti
24 agosto 2022

Si dice che da piccolo lo prendessero in giro, gli rubassero i punti e lo trattassero male. Lui e suo padre non avrebbero fatto una piega, continuando a lavorare per divertirsi e migliorare. La leggenda è verosimile, poiché i tratti somatici di Learner Tien tradiscono chiare origini asiatiche. In America c'è un vivo problema legato al razzismo verso quelli come lui, per quanto siano nati e cresciuti negli Stati Uniti. La questone si è fatta ancora più delicata durante la pandemia. Nei momenti peggiori, l'ignoranza ha preso il sopravvento. In tanti hanno preso di mira gli asiatici per essere i presunti untori del Covid-19. Lo sa bene una leggenda come Michael Chang. Stiamo parlando di uno che dovrebbe firmare autografi a ogni isolato, ex numero 2 del mondo, vincitore del Roland Garros a 17 anni e finalista allo Us Open. Invece gli è capitato di entrare in un supermercato insieme alla moglie Amber Liu (“Per fortuna non c'erano i nostri figli” ha detto). Mentre faceva la spesa, uno sconosciuto gli ha detto: “Torna in Cina, hai portato il coronavirus qui da noi!”. È rimasto scioccato: “scusi?”. L'uomo ha ha fatto un altro commento simile e se ne è andato, senza dargli l'opportunità di replicare. Ignoranza pura. “Avrei voluto dirgli che sono nato e cresciuto negli Stati Uniti proprio come lui” ha scritto Chang in un articolo sul sito della USTA, in cui ha raccontato l'episodio e ha lanciato un appello per mettere fine all'odio razziale.

Il nome di Chang ricorre due volte nella storia di Learner Tien, vincitore dei Campionati Nazionali USTA Under 18 a Kalamazoo, cittadina di 75.000 abitanti a metà strada tra Detroit e Chicago. Non è un torneo come un altro, poiché il vincitore si aggiudica una wild card per il tabellone principale dello Us Open (il finalista accede alle qualificazioni). Per Tien è stato un viaggio avventuroso: al secondo turno era in svantaggio 6-4 5-1 contro Nicholas Godsick, figlio di Mary Joe Fernandez e Tony Godsick, storico manager di Roger Federer. Ha annullato quattro matchpoint e l'ha spuntata. Nella finale, giocata al meglio dei cinque set, si è imposto su Ethan Quinn (n.2 del tabellone) col punteggio di 7-6 7-6 5-7 6-3. E allora lo vedremo in campo allo Us Open a 16 anni e 9 mesi, più giovane dai tempi di Donald Young. Il miglior sedicenne nella storia del torneo fu Aaron Krickstein nel 1983: dopo aver conquistato la wild card vincendo a Kalamazoo, si è spinto addirittura negli ottavi. Batté Vitas Gerulaitis prima di perdere contro Yannick Noah. Il più giovane a vincere una partita allo Us Open rimane Chang: era il 1987 quando vinse i Campionati Nazionali Under 18 e poi batté Paul McNamee all'età di 15 anni, 6 mesi e 10 giorni. Vale la pena citare quando accadde l'anno successivo: a Kalamazoo si impose Tommy Ho, diventando il più giovane di sempre a giocare a Flushing Meadows. Aveva 15 anni, 2 mesi e 14 giorni quando perse contro Johan Kriek. E anche lui era di origine asiatica. I genitori di Chang provenivano dalla Cina, i suoi da Taiwan.

«È sempre tranquillo, indipendentemente da quello che succede. Non riesco mai a entrare nella sua testa e farlo innervosire» 
Ethan Quinn
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Il punto che ha consegnato a Tien la wild card per lo Us Open

Tien non potrà battere i loro record, ma la sua vittoria a Kalamazoo, presso l'iconico Stowe Stadium, ha un grosso valore simbolico. A pandemia (si spera) ultimata, un giocatore di origine asiatica ha conquistato la wild card, dando un calcio a razzismo e pregiudizi. Come se non bastasse, tra le ragazze si è imposta un'altra asiatica-americana: Eleana Yu. Da qualche anno, la USTA ha lanciato un programma per sviluppare giocatori di alto livello tra le minoranze etniche (neri e asiatici), e sembra che i risultati stiano arrivando. In comune con Chang, possiede una calma fuori dal normale. “È sempre tranquillo, indipendentemente da quello che succede – ha detto Quinn, che ci aveva perso anche al Grade I di San Diego – non riesco mai a entrare nella sua testa e a farlo innervosire”. A causa della pioggia che ha bagnato l'impianto nell'ultimo weekend di gara, la finale si è giocata di lunedì mattina (seconda volta in 79 edizioni), riducendo l'affluenza di pubblico. Con lo Us Open in palio era necessario giocare all'aperto, mentre gli altri tabelloni si sono completati indoor.

“Quando ho affrontato momenti difficili, ho pensato al match contro Godsick e mi sono detto che avrei potuto essere stato eliminato da un pezzo. Questo mi ha tranquillizzato”. Con queste parole, Tien ha spiegato la rocambolesca vittoria nei primi due set, entrambi al tie-break. Nel primo ha annullato due setpoint sul 6-4 (salvo poi vincerlo 9-7), e ha recuperato un minibreak anche nel secondo. Al termine del terzo set sono stati concessi dieci minuti di pausa che hanno un po' spezzato il ritmo di Quinn. Nel quarto, Tien è salito 2-0, si è fatto rimontare fino al 2-3, poi ha vinto gli ultimi quattro game. Dopo l'ultimo punto non ha nemmeno esultato. “Ero talmente concentrato che non ho compreso appieno il senso di quello che avevo fatto – racconta – non penso ancora allo Us Open, ma di certo sarà un'esperienza interessante”. Come da prassi, gli hanno chiesto gli gli piacerebbe affrontare. Nelle ultime due edizioni (2019 e 2021, perché nel 2020 si è giocato un torneo particolare, senza qualificazioni e wild card assegnate di sola discrezionalità) il vincitore di Kalamazoo, Zachary Svajda, ha affrontato solo giocatori italiani: Paolo Lorenzi nel 2019, poi Marco Cecchinato e Jannik Sinner nel 2021. Chissà che il sorteggio non gli riservi proprio un azzurro. “Affrontare uno dei migliori sarebbe bello, ma se vuoi avere una chance di farcela sarebbe meglio affrontare un giocatore meno noto...”.

ASICS

Learner Tien premiato dopo il successo ai Campionati Nazionali USTA Under 18

Tien ha giocato solo una partita nel circuito Challenger, perdendo 6-3 6-1 a Savannah contro Oliver Crawford

Sarà dura in ogni caso: numero 1029 ATP, ha giocato appena 13 partite nel circuito professionistico. Ha raccolto i primi punti ad aprile, cogliendo le semifinali a Orange Park e arrendendosi al rampante Yibing Wu. Tuttavia, non ha ancora affrontato neanche un top-300 ATP. Va meglio nel circuito junior, che peraltro potrà frequentare fino a tutto il 2023: oggi è numero 40 ITF in virtù del già citato successo a San Diego, la semifinale al Bonfiglio e i recenti quarti a Wimbledon. Sarà anche allo Us Open: dopo l'esperienza nel main draw, giocherà il torneo giovanile nella seconda settimana. Si tratta di un ottimo colpitore: mancino, sbaglia pochissimo, si presenta a rete quando ne ha la possibilità e possiede ottime volèe, oltre a una grande risposta. Con le sue doti d'anticipo, ha stritolato il serve and volley di Quinn (che si è consolato con una wild card per il doppio, e nelle qualificazioni del singolare ha comunque passato il primo turno). Il problema è il servizio, troppo debole. La prima a 160 km/h è da circuito WTA, ma ovviamente c'è tempo per svilupparlo.

Nato e cresciuto a Irvine, nel sud della California, si allena presso la Tier I Tennis Academy (che sorge nei campi del Racket Club of Ivrine) ed è allenato da coach Eric Diaz. Curiosità: il suo avversario in finale, Ethan Quinn, frequenta la Georgia University (anche se deve ancora esordire con la casacca dei Bulldogs), il cui head coach è... Manny Diaz, padre di Eric. Insomma, padre e figlio hanno assistito al match da avversari. Ed è stato curioso vederli dare consigli ai loro allievi durante la pausa alla fine del terzo set. Non sappiamo se concedere una wild card così prestigiosa a ragazzi così giovani sia una grande idea, perché si rischia di mandarli in pasto a giocatori ancora troppo esperti, col rischio di rimanere scottati. Tuttavia la tradizione va avanti da tempo e nessuno sembra essersi lamentato. Ma quest'anno sarà ancora più bello vedere un asiatico-americano in tabellone. Alcune tenniste (sorelle Williams in primis) sono riuscite a dare un calcio al razzismo nei confronti degli afroamericani. A quanto pare, quello verso gli asiatici è ancora molto vivo. Il racconto di Michael Chang è agghiacciante. Per questo, sarà inevitabile fare un po' di tifo per Learner Tien. Il ragazzo che non si arrabbia mai.