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L'INTERVISTA

Ottimismo Sartori: "Sinner? Ancora sei mesi, poi vedrete..."

Lo storico coach di Andreas Seppi oggi lavora con Marco Cecchinato: "Arriva la fase clou della stagione: la classifica si costruisce ora". Su Seppi: "Solita infiltrazione, difficile rivederlo prima di Parigi". Gli brillano gli occhi quando parla di Sinner. "Non manca molto per trovare le strategie definitive: diciamo sei mesi". E su Quinzi rivela che...

Da Cagliari, Valentina Guido
8 aprile 2021

Cesto di palline, racchetta in mano e cappellino in testa: coach Massimo Sartori arriva presto sul campo 2 del Tennis Club Cagliari assieme a Marco Cecchinato, fulcro del suo nuovo progetto. Si curano gli ultimi dettagli in vista dell'impegno contro Yannik Hanfmann al Sardegna Open. “Ricomincia la stagione sulla terra, per Marco la più importante per costruire lo zoccolo duro della sua classifica – ci racconta subito dopo la sessione di allenamento – Stiamo provando gli schemi, i rimbalzi, le giocate da terra rossa. Cerchiamo di fare un po’ d’ordine tra la partita di ieri (martedì) e quella di domani (giovedì). È il primo torneo sulla terra, si fa fatica, le condizioni sono difficili anche perché c’è molto vento, ma si cerca di fare il possibile e giocare ogni partita fino in fondo. Il match di ieri ci ha detto che bisogna lavorare molto sui cambi di velocità e di ritmo per avere una palla più pesante e veloce. Una cosa buona è che siamo riusciti a giocare un terzo set di livello, stando lì tutta la partita: abbiamo anche avuto la fortuna di vincerla, è un bel segnale. Speriamo che anche la prossima sia così per andare avanti, giocare più partite e lavorare meglio nei prossimi tornei”.

Il prossimo turno contro Hanfmann sarà diverso: “Con lui l’anno scorso Marco ha perso. Ha un gioco più veloce, meno rotondo: per Marco è peggio perché gli toglie il tempo e fa fatica a imporre il suo gioco. Contro Hanfmann, se vorrà portare a casa l’incontro, dovrà cercare di spingere lui per primo, imporre il ritmo dalla prima palla, che sia risposta o servizio”. La maxi-esperienza del tecnico vicentino ci suggerisce di andare un po’ oltre il qui e ora del Sardegna Open. Parliamo di Andreas Seppi, che tanto bene ha fatto a Biella poche settimane fa: “Andreas ieri si è operato come ogni anno all’anca (la consueta infiltrazione, ndr), ma questa volta l’intervento è più mirato e quindi dovrà fermarsi più a lungo. Sabato probabilmente tornerà in America e si fermerà per 20 o 30 giorni. Vedremo i tempi di recupero. Poi tornerà in casa per allenarsi. L’idea è farlo rientrare nei due tornei prima di Parigi, ma non so se ci riusciremo. Possibilmente, l’obiettivo è almeno quello di andare a giocare a Parigi”.

«Sinner sta migliorando moltissimo al volo, ma deve trovare le sue strategie per sentirsi sicuro e vincere. Non manca tanto: ancora sei mesi di partite, poi troverà una via importante per vincere un torneo grosso» 
Massimo Sartori
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Mentre a Cagliari ammiriamo le prestazioni di Lorenzo Musetti, viene spontaneo chiedere a Sartori di Jannik Sinner, l’altro giovane italiano che ormai è molto più di una promessa. “Ho avuto la fortuna di conoscere bene Jannik nei primi anni e di portarlo dall’Alto Adige a giocare a Bordighera – racconta Max, senza nascondere quanto l'argomento gli stia a cuore – era piccolino. Nei primi due anni gli sono stato più vicino. È un ragazzo leale, in gamba, riesce a capire le cose velocemente, non ha dubbi sul lavoro che fa. Non ha paura e ti aiuta negli allenamenti. Questo si vede per i risultati, le qualità che ha e il lavoro che ha fatto a Bordighera”. Ma a questo 19enne che Bublik ha definito non umano, cosa manca ancora? “Solo dei match, anche se ne ha già giocati ad alti livelli, per esempio a Parigi contro Nadal. Adesso bisogna dargli tempo in modo che trovi il suo modo per vincere le partite in qualsiasi momento, poi trovare la strada per giocare il miglior tennis della sua vita. Sicuramente può diventare numero 1 al mondo.

Perché ha perso la finale a Miami? "Era una finale per tutti e due, la prima in un Masters 1000; entrambi (Sinner e Hurkacz) hanno vinto un torneo prima di questa finale, quindi sono tra i giocatori che in questo periodo esprimono il miglior tennis in circolazione. Le finali però sono sempre diverse, partono da un livello di stress più alto, quindi bisogna vedere in che modo ci arrivi. Tutti e due sono giovani e devono imparare a gestire lo stress, questa volta lo ha gestito meglio l’avversario. Ma Jannik è sempre stato in partita se pensiamo che nel secondo set era sotto 4-0 e due palle del 5-0. Se l’altro non avesse servito bene negli ultimi due game, forse ora staremmo parlando di un’altra partita. Lui si sta formando per poter giocare qualsiasi partita su qualsiasi superficie; prima giocava vicino alla linea di fondo, ora si è allontanato. Sta migliorando moltissimo al volo come si è visto nel periodo indoor, ma deve trovare le sue strategie per sentirsi sicuro e vincere. Non manca tanto secondo me, ancora sei mesi di partite, poi troverà una via importante per vincere un torneo grosso”.

Ormai diversi anni fa, fu Massimo Sartori a portare Jannik Sinner dall'Alto Adige a Bordighera

Per chiudere, c'è la curiosità di sapere cosa stia succedendo a Gianluigi Quinzi. Recentemente sono trapelate voci di un imminente ritiro, poi smentite con poca convinzione. “Ho avuto la fortuna di allenarlo assieme al team di Vicenza, dove ha trovato un ambiente più sereno. Ora dovrà riflettere su quello che vuole. Si è iscritto all’Università. Cosa gli consiglierei? Di fare quello che ritiene giusto.

Una delle cose che mi è piaciuta? Avevamo appuntamento per allenarci, ma il giorno prima mi ha detto: "Domani non vengo". "Perché?", Ho chiesto. "Perché non ho voglia di giocare". E gli ho risposto: "Finalmente mi dici quello che vuoi fare e questo è un passo importante nella tua vita". Questo aneddoto risale a sei mesi fa. Deve decidere quello che vuole fare lui nella sua vita, togliere un po’ di nebbia per vedere meglio. Il primo che deve essere contento è lui, non deve fare le cose per far contenti i suoi genitori o gli allenatori”.