The Club: Bola Padel Roma
IL CASO

Il n.204 ATP attacca Federer: “Vuole che i soldi restino solo ai big”

Coraggiosa presa di posizione dell'australiano Andrew Harris: il n.204 ATP se la prende con Andrea Gaudenzi, reo di scarsa trasparenza con i giocatori di seconda fascia, e con Roger Federer: “Dice di voler aiutare i giocatori di bassa classifica, ma nei fatti si comporta diversamente. Dei Big Three, quello che fa di più è Novak Djokovic”.

Riccardo Bisti
4 luglio 2020

Andrew Harris non difetta di coraggio. In una botta sola, intervenendo a un podcast, il numero 204 del mondo non le ha mandate a dire ai due personaggi più influenti del tennis maschile: il presidente ATP Andrea Gaudenzi e Roger Federer. Il primo è stato definito con aggettivi non troppo simpatici, mentre sul secondo ha detto chiaramente: “Federer non vuole distribuire in modo più uniforme le risorse del tennis mondiale”, mantenendo lo status quo che vede una grande fetta della torta nelle mani dei top-players. La rabbia di Harris (vincitore di due Slam junior di doppio insieme a Nick Kyrgios) nasce dalle conversazioni ATP di giugno, due chiamate Zoom in cui sono state stabilite le linee guida per la ripresa del circuito. A suo dire, la riunione del 10 giugno è stato il primo cenno di vita dell'ATP verso gli associati da quando il circuito è stato sospeso. “C'è voluto troppo tempo prima che si facessero vivi – ha raccontato Harris – in questa chiamata c'erano 400 persone, in rappresentanza di categorie e interessi diversi. C'erano i top-100, i frequentatori di Challeger e anche qualche giocatore di Futures.

Ognuno tirava acqua al suo mulino. C'era grande confusione. Al termine non avevo le idee più chiare, semmai altre domande e un bel po' di frustrazione”. La riunione è terminata aggiornandosi a cinque giorni dopo per la decisione sullo Us Open. “La seconda chiamata è arrivata senza avviso, e tutti si sono lamentati. La mia principale fonte di informazione è diventata il web. Ho scoperto diverse cose su Twitter”. Harris non ha apprezzato l'atteggiamento di Gaudenzi, presidente ATP dallo scorso 1 gennaio. A suo dire, il faentino è troppo remissimo nei confronti dei big e manca di trasparenza con i giocatori fuori dai top-100. “Nessuno di noi sapeva cosa sarebbe successo. Inoltre non si è voluto ridurre lo stipendio: ha giustificato la sua decisione dicendo di aver lavorato duramente, che per lui una giornata di lavoro era stata come una partita di cinque set. Per me è stato un insulto: essendo un ex giocatore avrebbe dovuto essere più comprensivo e non tenere un atteggiamento del genere, sordo”.

“Federer dice che vorrebbe aiutare i tennisti di seconda fascia. Ma al momento di votare, si schiera con chi vuole mantenere la situazione attuale” 
Andrew Harris

Andrew Harris racconta le difficoltà della sua carriera, tra ostacoli e infortuni

La battaglia dei giocatori di seconda fascia è ben nota: vorrebbero una distribuzione più uniforme del montepremi, evitando che finisca (quasi) tutto in tasca ai migliori. Guarda caso, quelli che ne hanno meno bisogno. “Il grande pubblico non ha idea delle discrepanze. La struttura attuale consente a 100 giocatori di vivere grazie al tennis. Al di sotto vai in passivo. Abbiamo bisogno di un sistema che supporti almeno 300 giocatori. Vorrei che il numero 300 ATP possa sopravvivere grazie al tennis. La piramide è inclinata verso l'alto, ma gli organi di governo dovrebbero aiutarci perché anche fuori dai top-100 il livello è ottimo”. La frustrazione di Harris è alimentata dall'atteggiamento dei Big Three. Non è un segreto che Roger Federer, Rafael Nadal e Novak Djokovic abbiano un certo peso. Secondo il 26enne di Melbourne (che quest'anno ha sfidato Matteo Berrettini all'Australian Open), non fanno nulla per cambiare la situazione.

In particolare, non gli piace l'atteggiamento di Federer. Già a fine maggio, quando lo svizzero aveva detto che non gli sarebbe piaciuto giocare a porte chiuse, aveva espresso il suo disappunto: “Il solito egoista”. Stavolta è andato ancora più a fondo. “Quei tre sono in cima da tempo, forse si sono dimenticati cosa significa stare in basso. So che Federer vuole mantenere lo status quo: in pubblico dice quello che la gente vuole sentire, ovvero che è favorevole a distribuire più denaro a chi è in basso, ma al momento di votare la sua preferenza è per mantenere tutto così”. Frase pesante, perché indirizzata al tennista più amato di sempre. Una sorta di accusa alla Madonna, che potrebbe essere percepita come inaccettabile.

Al suo esordio Slam, all'Australian Open 2020, Harris ha affrontato il nostro Matteo Berrettini
  • 235.903 $
    Il prize money intascato da Andrew Harris in tutta la carriera
"Tra i Big Three, Novak Djokovic è quello che fa si più per i tennisti di seconda fascia"

L'australiano è più indulgente con Djokovic, pur senza risparmiare una frecciata. In questo momento Nole è nell'occhio del ciclone per i fatti dell'Adria Tour: secondo qualcuno, potrebbe costargli la presidenza del player council. Ma sentite Harris: “Dei tre, Djokovic è quello che si impegna di più per aiutare i tennisti di seconda fascia. Non so se sia abbastanza, ma è quello che fa di più. Il problema è che la faccenda non li riguarda direttamente, quindi non si impegnano. Djokovic non ha partecipato alla riunione... non ci ha messo la faccia, eppure è il presidente. Si dice che in quel momento stesse giocando a calcio”. Le affermazioni di Harris vanno filtrate: forse è condizionato dalla rabbia di non poter giocare, unita all'assenza di guadagni. Ed è innegabile che i Big Three abbiano prestato molta attenzione alla beneficenza, tramite le loro fondazioni e gesti diretti e/o indiretti. È possibile, tuttavia, che non si siano spesi a sufficienza per i colleghi. La questione dei prize money è all'ordine del giorno da anni, ma non ha prodotto niente, se non l'aumento del montepremi minimo dei tornei Challenger. Peccato sia a carico degli organizzatori, salvo il contributo ATP per i diritti legati allo streaming.

Per il resto, la piramide continua ad essere ripida. Molto ripida. In questo scenario, la figura di Djokovic pare rivalutata: il serbo ha raccolto la solidarietà di Pierre Hugues Herbert: intervistato da un quotidiano svizzero, il francese (che potrebbe saltare lo Us Open perché dovrebbe diventare padre proprio in quei giorni) ha preso le difese del serbo, peraltro senza condannarlo per la vicenda Adria Tour. “Ero contento che il tennis riprendesse, doveva essere una festa ma si è tramutata in un incubo. In effetti non è stata una grande idea, era troppo presto. Però Novak ha molte idee: non piacciono a tutti, ma dedica molto tempo al tennis. Per questo lo difendo”. Difficile trovare una morale a questa storia. A parte la polemica di Harris (furioso anche per la cancellazione delle qualificazioni a New York), la verità è che si parla da anni delle stesse cose, ma senza risultati. Le chiacchiere sono ormai sterili. In attesa dei fatti, tuttavia, abbiamo solo queste.

Andrew Harris non ama il comportamento di Roger Federer