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Next Tennis: gli Slam vogliono acquistare i Masters 1000?

Clamorosa indicrezione lanciata da Jon Wertheim: i quattro Major potrebbero acquisire i principali tornei del circuito. Ne aggiungerebbero uno in Arabia Saudita, lasciando ad ATP e WTA i soli eventi minori e le Finals. Fosse vero, in caso di rivoluzione “cruenta”, il tennis potrebbe cambiare aspetto come nel 1968 e nel 1990.
Riccardo Bisti
28 novembre 2023

A suo modo, il 28 novembre 2023 sarà una data storica per il tennis. Per la prima volta l'Arabia Saudita ospita match ufficiali del circuito. La partenza è soft poiché si tratta delle semplici Next Gen Finals, che dopo cinque edizioni a Milano cambiano casa ma continuano nella loro formula sperimentale. In palio tanti soldi e in campo due italiani, Flavio Cobolli e Luca Nardi. Da mesi, tuttavia, si sussurra (ma senza notizie ufficiali) che gli arabi siano intenzionati a entrare nel circuito mondiale. Forti delle disponibilità economiche illimitate del PIF, il loro fondo sovrano, non si accontenterebbero di un torneo senza punti in palio. In questi mesi ne abbiamo sentite di ogni tipo: la potenziale organizzazione delle WTA Finals, un interessamento per le ATP Finals, l'acquisizione della United Cup e – infine – il possibile varo di un Masters 1000 a inizio stagione, magari proprio al posto dell'attuale competizione a squadre, il che porterebbe a dieci il numero dei supertornei più importanti del circuito.

Voci, appunto. Di concreto (Next Gen Finals a parte) c'è soltanto il fatto che i prossimi 26-27 dicembre la Kingdom Arena di Riyadh ospiterà una doppia esibizione: prima le donne, con Jabeur-Sabalenka, poi gli uomini con un pirotecnico Djokovic-Alcaraz. C'è da credere che l'ingaggio sarà a parecchi zeri. E poi, ovviamente, l'apertura dei circuiti ATP-WTA all'approdo arabo. Normale: il tennis vuole evitare che accada come nel golf, in cui i petrodollari si erano permessi di lanciare un circuito alternativo rispetto al PGA Tour. Secondo questo ragionamento, accogliere gli arabi permetterebbe di evitare chissà quale spinta separatista, qualcosa di cui il tennis non ha certo bisogno. Anzi, il mantra di Andrea Gaudenzi (esternato anche nel programma One Vision) sarebbe quello di unire più brand possibili per rendere più forte il prodotto tennis. Tutto questo sarebbe spazzato via se fosse vera l'indiscrezione lanciata domenica da Jon Wertheim, uno dei giornalisti più noti e credibili.

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Mentre l'Italia era in subbuglio per la finale di Coppa Davis, lui ha twittato un post potenzialmente clamoroso: “Si sentono sempre più voci sull'unione degli Slam per acquisire i dieci eventi più importanti, sulla formazione di un super tour (con l'Arabia Saudita che ospiterebbe il decimo evento) lasciando ad ATP e WTA l'organizzazione dei tornei 500 e dei Masters di fine anno... ci sono molti ostacoli da superare, ma sarebbe il proverbiale punto di svolta... restate sintonizzati”. Non cita fonti: anche in questo caso si parla di rumors, e sappiamo come funziona: magari c'è un fondo di verità (e c'è sicuramente), ma tra l'emittente e il ricevente della notizia potrebbero esserci state parecchie interferenze. Volendo interpretare letteralmente quanto scritto da Wertheim, sarebbe una rivoluzione: il potere economico prenderebbe in mano il tennis, spazzando via il sistema attuale.

Va da sé che i tornei del Grande Slam hanno risorse economiche impressionanti, sempre crescenti, e possono permettersi investimenti anche molto pesanti. Se si aggiungono i soldi degli arabi, tutto è possibile. Se davvero dovesse crearsi un sistema del genere, con un Super Tour di 14 tornei, il tennis cambierebbe radicalmente faccia. Ci sarebbe un divario enorme tra il top del gioco e tutto il resto del circuito, impoverendo e indebolendo i sindacati. Se la WTA è in crisi, per l'ATP non sarebbe una bella notizia perdere il controllo dei propri eventi più importanti, sui quali si sono concentrati tanti sforzi negli ultimi anni (una sontuosa crescita dei montepremi e l'allungamento a 10-12 giorni). Ipotizzando che la notizia abbia un fondamento e vengano superati gli ostacoli citati da Wertheim, la domanda sarebbe fin banale: sarebbe una rivoluzione cruenta o pacifica?

La King Abdullah Sports City, complesso che ospita le Next Gen Finals

Nel primo caso, il tennis potrebbe andare incontro a una rivoluzione simile a quelle vissute nel 1968 (l'inizio dell'Era Open) e nel 1990 (la nascita del circuito ATP sulle ceneri di Grand Prix e WCT). Le classifiche mondiali potrebbero essere rivoluzionate, chissà sulla base di quali criteri. Pensate alla confusione generata da due ranking: da una parte quelli ATP-WTA, dall'altra quelli di questo ipotetico circuito. Se invece fosse tutto condiviso, in piena armonia, il cambiamento sarebbe soltanto formale. Quasi irrilevante per gli appassionati, più significativo per i portafogli dei giocatori. Rimangono alcune domande senza risposta: per quale motivo gli Slam dovrebbero acquistare gli attuali Masters 1000, favorendone la promozione e una crescita gerarchica, magari riducendo il divario con gli stessi Majors? E poi, questa ipotetica rivoluzione riguarderebbe soltanto il settore maschile o coinvolgerebbe anche il femminile? A quel punto, quale aspetto prenderebbe la governance del tennis mondiale? Si andrebbe incontro all'unione auspicata da Gaudenzi oppure ci sarebbero ulteriori divisioni?

Impossibile formulare ipotesi, anche perché la pista araba – fino a oggi – si è contraddistinta per la discrepanza tra indiscrezioni di vario genere (moltissime) e comunicazioni ufficiali (praticamente nulle). Per adesso ci limitiamo a seguire le Next Gen Finals e, soprattutto, il loro contorno. Per capire se davvero il tennis può prendere piede in un mercato vergine, foriero di rischi e potenzialità (al netto del dibattito sui diritti umani). Di certo fa quasi sorridere come il montepremi (2 milioni di dollari) sia rimasto inalterato rispetto alle edizioni milanesi, e rappresenti spicciolame per gli organizzatori. Insomma: occhi puntati sulla King Abdullah Sports City, struttura a 30 km da Jeddah, laddove nella principale delle quattro arene indoor vedremo battagliare alcuni dei migliori Under 20 del circuito. Uno scenario nuovo, ma che potrebbe diventare familiare già sul breve periodo.