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ROLAND GARROS

Manic Monday: assalto al potere!

Incredibile lunedì al Roland Garros: i nostri Baby Fenomeni sfidano Djokovic e Nadal in una giornata mai vista nella storia. Musetti e Sinner hanno già conquistato il rispetto di Djokovic e Nadal. Poteva esserci anche Berrettini-Federer, ma lo svizzero ha dato forfait: Matteo è nei quarti.

Riccardo Bisti
7 giugno 2021

La suggestione sarebbe stata totale se fosse stato il 5 giugno. Sarebbe stato l'anniversario del giorno più importante nella storia recente del nostro tennis. Quel giorno del 2010, Francesca Schiavone vinceva il Roland Garros, mettendo fine a un digiuno Slam che durava da 34 anni (Panatta a Parigi 1976). Invece sarà un lunedì di fuoco, tale da prendere in prestito la definizione di Manic Monday utilizzata per il giorno degli ottavi a Wimbledon (tradizione che peraltro scomparirà l'anno prossimo). Prima del forfait di Roger Federer, i tre azzurri più in vista del momento avrebbero dovuto sfidare, uno dopo l'altro, i mitici Big Three, coloro che hanno monopolizzato il tennis negli ultimi 18 anni. 58 Slam in tre contro un tricolore rampante, sempre più invidiato. La stampa internazionale ha dato sempre più risalto all'inedita crescita del nostro tennis. Prima Le Figaro, poi il Roland Garros con un bel filmato su Youtube, infine il prestigioso New York Times. E allora questo Manic Monday in salsa francese arriva nel momento giusto: forse è presto per pensare a un passaggio di consegne, ma non c'è dubbio che la simbologia sia enorme. In rigoroso ordine di classifica ATP degli avversario, vediamo cosa ci riserverà (e cose ci avrebbe riservato) il 7 giugno 2021. Una giornata talmente speciale da mettere in secondo piano tutto il resto.

MUSETTI – DJOKOVIC
Le cose cambiano molto in fretta. Fino a qualche tempo fa, fare una foto o condividere un allenamento con Djokovic era una quasi un sogno per Lorenzo Musetti e coach Simone Tartarini. Stavolta se lo troveranno da avversario, con tattiche vere da studiare. La crescita di Musetti è forte il fatto più impressionante di questo Roland Garros. Prima di questo torneo, non aveva giocato neanche una partita al meglio dei cinque set. Ha vinto le prime due con autorità, poi ha mostrato un notevole carisma nei cinque set contro Marco Cecchinato. In Musetti convivono l'inventiva dell'artista la tigna del fighter, incastonati nell'aspetto delicato di un ragazzo di 19 anni. L'ideale per la costruzione di un personaggio che – qualora diventi un top player – potrebbe garantire una certa popolarità al tennis. Nel frattempo si è già conquistato il rispetto di Djokovicm che affronterà il match con particolare attenzione. “Prima di tutto, Lorenzo è un ragazzo molto piacevole – ha detto il serbo – ci siamo allenati spesso insieme, sia a Monte Carlo che in altri tornei. Mi piace molto come gioca, può esprimere una certa potenza sia con il dritto che con il rovescio. Può giocare con tanta rotazione. Ha sensibilità, scende a rete, tira la palla corta, può far male con il servizio, può aprirsi il campo... È un giocatore adatto a qualsiasi superficie. Si è già stabilito a questo livello. Credo che per me sarà una grande sfida. Non c'è dubbio che dovrò giocare a un alto livello, anche perché lui non avrà niente da perdere. Sono sicuro che cercherà di esprimere il suo miglior tennis in uno scenario importante”. Non ha detto, Djokovic, che in un allenamento al Country Club di Monte Carlo, Musetti gli ha tolto un set. Lo ha rivelato il carrarino nello speciale su Sky Sport “Io Sono Musetti”. Lo ha detto quasi timidamente, sottolineando che fosse un allenamento. Questo non cambia i valori in campo, con Djokovic che resta saldamente favorito. Però rappresenta un piccolo carico di fiducia al momento di scendere in campo contro una leggenda.

PLAY IT BOX
"Musetti è un giocatore adatto a qualsiasi superficie. Si è già stabilito a questo livello. Credo che per me sarà una grande sfida. Non c'è dubbio che dovrò giocare a un alto livello, anche perché lui non avrà niente da perdere"
Novak Djokovic

La vittoria di Musetti contro Marco Cecchinato ha meritato addirittura gli highlights del canale ufficiale del Roland Garros

SINNER – NADAL
Terzo scontro diretto in otto mesi. All'ultimo Roland Garros, in un quarto di finale giocato in notturna, Sinner avrebbe potuto intascare almeno un set. E anche al Foro Italico ha avuto le sue chance. I due precedenti hanno fornito un paio di indicazioni: in primis, Nadal è ancora superiore, ma ha dovuto esprimere il meglio di sé per battere Sinner. In secundis, l'azzurro è sempre sceso in campo pensando di poter vincere, senza alcun timore reverenziale. Il suo sguardo funereo al momento dell'ultima stretta di mano dice tutto. I due si rispettano, si apprezzano. E Nadal, soprattutto, ha concesso a Sinner un'importante investitura quando in gennaio si sono accordati per allenarsi insieme durante la quarantena in Australia. Le dichiarazioni di Nadal non sorprendono: “Le condizioni saranno molto diverse rispetto a Roma, poi Jannik sta migliorando settimana dopo settimana. Possiede grandi colpi e sarà una partita difficile. Ho bisogno di essere solido e aggressivo, altrimenti sarà dura. Dovrò farlo giocare da posizioni scomode e non commettere troppi errori. Negli ottavi non puoi certo aspettarti un avversario facile, ma Jannik non è certo il miglior avversario possibili. È molto pericoloso”. Lo spagnolo riserva questo tipo di dichiarazioni per quasi tutti gli avversari, ma c'è da credere che nel caso di Sinner ci creda davvero. Di certo, affrontare Nadal a Parigi è la sfida più complessa di questo sport. Sinner scenderà in campo senza l'obbligo di vincere, ma la sensazione è che sia lui a mettersi pressione. Sarà lui a cercare di fare meglio dello scorso ottobre, magari scippando un set a Nadal. Ma non c'è dubbio che in un angolo della sua mente pensi al miracolo. O almeno lo sogni.

Lo scorso anno, Sinner è stato a un soffio dallo strappare il primo set a Rafa Nadal

Il Roland Garros celebra l'"Italian Power"

BERRETTINI – FEDERER
Il forfait di Federer ha tolto il suggestivo tris. Dopo aver chiuso alle 00.44 di sabato notte il match contro Dominik Koepfer, lo svizzero ha scelto di non scendere in campo. Ha ceduto alle sue sensazioni, in particolare dalla reazione del ginocchio operato due volte lo scorso anno. Sul tema, va fatta una considerazione un po' trascurata: Ivan Ljubicic è il coach di Roger Federer, ma è anche il manager di Matteo Berrettini. Pare ovvio che non abbia abusato della posizione, ma il potenziale conflitto d'interessi è abbastanza chiaro. Da manager dell'azzurro, non sarà troppo dispiaciuto che Berrettini giunga nei quarti, decisamente fresco, per affrontare (si presume) Novak Djokovic. Una situazione potenzialmente antipatica, anche se siamo certi che Federer avrà avuto l'ultima parola e non si sia fatto condizionare da nessuno, nemmeno dagli organizzatori francesi. C'è da credere che – preoccupati dalle sue parole di sabato notte – abbiano messo in moto un tentativo di convincimento per farlo scendere in campo. Il no è arrivato prima della compilazione dell'ordine di gioco, evitando imbarazzi per eventuali forfait all'ultimo minuto. “Devo capire se giocare non sarà troppo rischioso - aveva detto sabato notte - perché non ci sarà una settimana di pausa tra qui e Halle”. Peccato per la sfida mancata, ma la giornata rimane comunque storica.