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STATISTICHE

Ecco perché Sinner diventerà numero 1 del mondo

Sorpresa: le statistiche raccontano che Jannik Sinner ha numeri persino negativi in certe aree. Ad oggi, la sua prima di servizio vale a stento i top-50, mentre i risposta ha numeri da 30esima posizione. Eppure è già settimo nella Race. Migliorando certi numeri, effettuerà il salto di qualità. E raggiungerà traguardi da brivido.

Riccardo Bisti
7 aprile 2021

Ok, il titolo è provocatorio. Ma abbiate la bontà di leggere prima di farvi un'idea. Per quanto il termine non ci piaccia, siamo tutti concordi nel considerare Jannik Sinner un predestinato. Non si contano i record di precocità spazzati via (su scala nazionale) e avvicinati (a livello assoluto). Talmente tanti da venire a noia. Il mix tra risultati e sensazioni fanno pensare a una carriera luminosa. Resta solo da capire quanto luminosa. Incredibilmente, i numeri dicono altro. Prendiamo la finale del Miami Open contro Hubert Hurkacz. L'altoatesino ha raccolto un modesto 55,3% di punti quando ha messo in campo la prima di servizio. Cifra insufficiente, considerando l'importanza di questo fondamentale. E Hurkacz non è noto per essere un ribattitore micidiale: nel 2021, il polacco si trova in diciassettesima posizione tra i giocatori che raccolgono più punti sulla prima altrui (31,8%).

Più in generale, il rendimento di Sinner con la prima di servizio deve essere oggetto di discussione. Nel 2021 ha giocato diciannove partite, raccogliendo il 68,26% di punti quando l'ha messa in campo. Una cifra al di sotto della sufficienza, che lo colloca in 49esima posizione nella classifica guidata da Matteo Berrettini (81,56%). Hanno fatto meglio di lui anche altri giocatori italiani: Lorenzo Sonego, Stefano Travaglia e Fabio Fognini. E i big? Rafael Nadal e Novak Djokovic non sono noti per essere bombardieri (Djokovic ha scontato a lungo il cambio di racchetta: quando passò da Wilson a Head, il servizio ne ha risentito per anni), eppure vantano numeri eccezionali: Nadal è terzo con il 79,40%, Djokovic undicesimo con il 77,03%. Non è un caso: hanno compreso l'importanza del colpo nell'economia del tennis moderno. Siamo tutti concordi nell'affermare che Sinner abbia giocato ottime partite contro Bublik nei quarti e contro Bautista Agut in semifinale. In entrambi i casi, tuttavia, la percentuale di trasformazione con la prima è stata inferiore a quella annuale (63,5% e 64,6%).

ASICS ROMA

LE ATTUALI POSIZIONI DI SINNER NELLE STATISTICHE 2021

  • 49

    Punti vinti con la prima di servizio: 68,26%

  • 10

    Punti vinti con la seconda di servizio: 56,77%

  • 30

    Punti vinti in risposta alla prima di servizio: 30,32%

  • 28

    Punti vinti in risposta alla seconda di servizio: 50,24%

  • 31

    Palle break trasformate: 41,48%

  • 7

    ATP Race to Turin: 995 punti

Nel 2021 Sinner ha numeri d'eccellenza soltanto nella percentuale di punti vinti con la seconda. Con la prima vale un'anonima 50esima posizione, mentre i parametri in risposta lo collocano intorno alla trentesima.

Il meglio di Jannik Sinner al Masters 1000 di Miami

Al contrario, Sinner è molto efficace con la seconda palla: nel 2021 ha raccolto il 56,77%. Si tratta di una cifra notevolissima, vicinissima a quella di Djokovic (57,28%) e non così distante da Nadal (60,14%). Non è impensabile che riesca a mantenere una percentuale simile. Tuttavia, una differenza di rendimento così ridotta tra prima e seconda palla può essere un problema. Lo raccontano i numeri: Jeff Sackmann, guru statistico del sito-cult Tennis Abstract, ha calcolato questo parametro per tutti i top-50 ATP dal 2000 a oggi, definendolo WinDiff. Limitandoci agli ultimi sette mesi, la differenza media tra i punti vinti con la prima e quelli con la seconda è di oltre 21 punti percentuali, mentre nel caso di Sinner è dell'11,4% (addirittura il 7% nella finale di Miami). Anche chi non ama i numeri si renderebbe conto che la causa di una forbice così ridotta è la scarsa efficacia con la prima.

Sackmann ha fatto l'esempio di Del Potro, che da ragazzino aveva una differenza di 13 punti percentuali, poi è stato capace di raddoppiarla. Tuttavia, è difficile pensare che Sinner possa diventare un bombardiere come l'argentino. E allora è opportuno guardare Nadal (differenza media del 14,8%) o magari David Nalbandian (17,1%). Ci rendiamo conto che sono numeri complicatucci, di difficile lettura. Il concetto si può sintetizzare in sei parole: Sinner deve migliorare la prima di servizio. Considerato il suo approccio al lavoro, unito all'indubbia preparazione del suo staff, c'è da credere che migliorerà rapidamente questo fondamentale. E allora potrebbe fare sfracelli. Anzi, li farà.

Quest'anno, Sinner ha trasformato una media di 4 palle break su 10

Durante le Next Gen Finals 2019, Sinner è stato il più veloce di tutti a colpire un tubo di palle col servizio

Passiamo alla risposta. I numeri di Sinner sono buoni, ma non certo straordinari. I parametri più importanti lo collocano intorno alla trentesima posizione. Ma andiamo con ordine: nel 2021. ha raccolto il 30,32% di punti sulla prima dell'avversario (30esima posizione, curiosamente meglio di Djokovic). Un po' meglio in risposta alla seconda: 50,24% (28esima posizione). I numeri sono in linea anche nella trasformazione delle palle break, ottimo parametro per valutare la capacità di giocare i punti importanti: Sinner ne ha trasformate il 41,48% (31esima posizione), numero interessante ma non trascendentale. Qui Djokovic è al 50% esatto, mentre Nadal è al 43,86%.

Statistiche alla mano, nel 2021 Sinner ha numeri d'eccellenza soltanto nella percentuale di punti vinti con la seconda. Con la prima vale un'anonima 50esima posizione, mentre i parametri ain risposta lo collocano intorno alla trentesima. Se però andiamo a vedere la Race to Turin, ovvero la classifica che tiene conto dei soli punti conquistati nella stagione in corso, è già in settima posizione. Nel tennis non esiste la proprietà transitiva, ma nei numeri sì: dovesse migliorare certi parametri (toccando ferro, saremmo molto stupiti se non lo facesse) il gioiellino azzurro potrà effettuare un salto di qualità impressionante, fino ad arrivare laddove un tennista italiano non si era mai arrampicato: in cima al mondo. E guardare tutti dall'alto.