The Club: Bola Padel Roma
MIAMI OPEN

Tra Corriere e Salvini, Sinner rimanda l'appuntamento

Si chiude con una sconfitta l'avventura di Jannik Sinner a Miami: un po' di nervosismo produce 39 errori gratuiti e consegna il titolo a Hubert Hurkacz. “Peccato per gli errori, specie dopo una settimana in cui ho sempre dettato il gioco. Ma si riparte: non voglio perdere tempo pensando a questa sconfitta”.

Riccardo Bisti
5 aprile 2021

Sarà stata l'assenza di altri eventi di rilievo, o forse il profumo di novità. Poco importa. Un paio di elementi rendono l'idea di come l'Italia abbia vissuto la finale di Jannik Sinner al Miami Open: poco importa che abbia giocato in uno stadio semivuoto, in un torneo che non ha nemmeno allestito il campo centrale. Il sito del Corriere della Sera, il più importante quotidiano italiano, ha dedicato addirittura un live alla finale contro Hubert Hurkacz. Come facevano per le sedute del Parlamento, o per le elezioni del presidente USA. Tale esaltazione collettiva è stata intercettata anche da Matteo Salvini: il leader della Lega, sempre attento all'utilizzo dei social, ha dedicato un tweet ai successi dell'altoatesino. Due esempi che certificano un percorso iniziato qualche tempo fa, quando Sinner fu ospite nella famosa trasmissione Che Tempo Che Fa, condotta da Fabio Fazio.

Qualcuno sarà rimasto deluso della sconfitta, un 7-6 6-4 con qualche rimpianto che ha consegnato il trofeo a Hubert Hurkacz. Chi conosce il tennis sa che ci poteva stare, ma non è semplice spiegarlo agli avventori occasionali. Sinner partiva leggermente favorito (anche secondo i bookmakers), forse perché aveva avuto un giorno di riposo dopo la fantastica semifinale contro Roberto Bautista Agut. Se il fisico ha avuto il tempo di rimettersi in sesto, la mente gli ha giocato un brutto scherzo. Sinner ha sofferto un pizzico di tensione: non l'ha mostrata con gesti di disappunto, bensì con un numero eccessivo di errori gratuiti (39 in due set, tantissimi per uno come lui). Alle prime esperienze, è normale. Sinner aveva evidenziato qualche traccia in questo senso in altri match importanti: il quarto del Roland Garros contro Nadal (non sfruttando alcune situazioni favorevoli) e la prima finale ATP a Sofia, quando rischiò di non vincere contro Pospisil nonostante una superiorità piuttosto netta.

ASICS ROMA
"Non ho intenzione di perdere tempo pensando a questa sconfitta. Adesso arriva la stagione sulla terra battuta" 
Jannik Sinner

Anche nella sconfitta, Sinner ha spesso dettato gli scambi: "E di questo sono contento". Però ha commesso troppi errori

“Ho commesso alcuni errori gratuiti, soprattutto nel tie-break. Non servivo bene, inoltre non rispondevo profondo – ha detto Sinner – ho sempre commesso errori, ma oggi è stato diverso. Per tutta la settimana ho dettato io punti, l'ho fatto anche oggi e di questo sono contento, però ho sbagliato troppo. Rimango felice per il torneo, ma oggi è andato tutto per il verso sbagliato. A volte si vince, altre si impara. Oggi ero un po' nervoso fin dall'inizio, ma è normale: avevo molta voglia di vincere”. Analisi lucida, senza un'affannosa ricerca di scuse. C'è da credere che ci siano ragioni mentali dietro questa sconfitta: per quelle tecniche, Jannik troverà il modo di parlarne con il suo staff, a partire da coach Riccardo Piatti. Tuttavia, la sensazione è che abbia perso perché si trattava di una finale, laddove ci sono complessità emotive ben diverse rispetto a un semplice secondo turno. Nonostante una prestazione così così, era riuscito a ricucire lo svantaggio iniziale (0-3), con tanto di break sul 5-5.

Al momento di servire per chiudere il primo set, si è materializzato qualche fantasma. L'onda negativa è proseguita fino al 4-1 (pesante) nel secondo: il calo di Hurkacz (parziale di 10 a 1 per Sinner) è arrivato troppo tardi. “Non ho intenzione di perdere troppo tempo pensando a questa partita” ha sentenziato Sinner, denotando un'altra importante qualità: guardare avanti senza pensare troppo a ciò che è stato. Certo, rimane la vaga sensazione di aver sciupato un'occasione in virtù dell'assenza di Djokovic, Nadal e Federer, con i primi due che torneranno a Monte Carlo. Ma il timore riguardava soprattutto Hurkacz, mentre Sinner sa di avere ancora molte chance. D'altra parte, soltanto cinque giocatori hanno vinto tornei Masters 1000 prima di compiere i vent'anni: Rafael Nadal (che ne ha intascati ben 6), Andrei Medvedev (2), Andre Agassi, Michael Chang e Novak Djokovic (uno a testa). Sinner ha ancora qualche mese per centrare l'obiettivo, ma non crediamo che non ci dormirà la notte.

Jannik Sinner non ha raccolto molto col servizio, ma soprattutto ha commesso troppi errori gratuiti

"Sinner dopo la finale: I Next Gen? Dobbiamo ancora dimostrare di poter battere i Big Three. Non so quando, ma quel momento arriverà"

Jannik pensa sul lungo termine, un po' perché è bravo lui, un po' perché lo hanno incanalato bene. Adesso sarà tempo di tornare a casa, riadattarsi alla terra battuta e godersi una situazione tutta nuova: il ranking ATP di Pasquetta, infatti, lo colloca al numero 23. Significa che è già certo di essere testa di serie al Roland Garros e Wimbledon. Non lo sarà ancora nei Masters 1000, ma è solo questione di tempo. Negli ultimi dieci anni, soltanto sei giocatori hanno raggiunto i top-30 ATP prima di compiere i vent'anni: prima di lui ce l'avevano fatta Tomic, Zverev, Auger Aliassime, Shapovalov e De Minaur. Tutto fa pensare che Sinner possa essere il migliore. Per il resto, è opportuno non legarsi alla narrativa mainstream, secondo cui esisteva solo Sinner. Dall'altra parte c'era un signor giocatore, capace di esprimere il suo miglior tennis. “L'anno scorso ho trascorso almeno 6 mesi in Florida – ha detto Hurkacz, allenato dallo statunitense Craig Boynton – quindi conosco perfettamente le condizioni di gioco di questa zona: è stato un fattore nella mia vittoria".

Il tutto senza dimenticare la Polonia, e l'eredità del miglior giocatore mai prodotto dal suo Paese, Wojtek Fibak. Quest'ultimo aveva parlato alla vigilia della finale, sottolineando come i polacchi abbiano seguito con trepidazione la sua avventura. “Lo scorso anno mi hanno interpellato diverse volte sulla Swiatek, ma in ogni intervista io ho menzionato Hurkacz perché lo ritengo altrettanto talentuoso”. Lo scorso dicembre lo ha invitato a casa sua, in Polonia, e hanno parlato per un paio d'ore. “Gli ho detto di essere più aggressivo in campo, ma soprattutto di essere più presuntuoso. Non sarà mai esattamente così, però deve avere un atteggiamento più deciso. Mi piace il fatto che riesca a sorridere di ogni situazione, però a volte è un po' timido, come se non fosse sicuro al 100% di sé”. Adesso il problema sembra risolto. “Mi piacerebbe che entrasse tra i primi cinque, magari tra i primi tre. Il numero 1 sarebbe un sogno, ma altri gentleman ce l'hanno fatta: penso a Federer e Raonic. Anche Sinner è un gentleman”. Campione e Gentiluomo: potrebbe essere una buona idea per il titolo di un film. Ma stavolta il contesto è la realtà.

ATP MASTERS 1000 MIAMI – FINALE

Hubert Hurkacz (POL) b. Jannik Sinner (ITA) 7-6 6-4