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Love 30: quando il tennis aprì Dubai al mondo

È stato il tennis a portare Dubai nella geografia dello sport mondiale. Grazie a un evento ben organizzato e con decine di campioni, tanti altri sport sono sbarcati negli Emirati Arabi Uniti. La trentesima edizione scatta in queste ore, dopo la tappa WTA, e sancisce il rientro di Novak Djokovic.

Riccardo Bisti
20 febbraio 2022

Lorenzo Musetti inaugurerà la nuova carriera di Novak Djokovic. Il sorteggio del Dubai Duty Free Tennis Championships (DDFTC) ha proposto il replay dell'affascinante match del Roland Garros 2021, quando il carrarino scippò i primi due set al serbo, salvo poi incassare la rimonta e ritirarsi sul 4-0 al quinto. I due si ritroveranno negli Emirati Arabi Uniti, una delle principali destinazioni sportive. Negli ultimi sei mesi, la zona ha accolto diverse superstar sportive: golfisti, nuotatori, piloti, calciatori.... Ma non è sempre stato così. Fino a 30 anni fa, gli Emirati Arabi erano totalmente fuori dalle rotte dello sport. Ed è stato il tennis a mostrare che anche Dubai poteva essere protagonista. La prima edizione del DDFTC risale al 1993 e fu una mossa rivoluzionaria, quasi una scommessa. Nel giorno in cui la trentesima edizione entra nel vivo, con la transizione tra la prova femminile (aggiunta nel 2001) e quella maschile, si può dire che è grazie al tennis che Dubai è diventato un hub globale per eventi, turismo e attività commerciali.

La visibilità del torneo ha permesso di mostrare il Paese al mondo, aprendo gli occhi su quello che aveva da offrire, storicamente e culturalmente. Col tempo, Dubai è diventato un torneo di assoluto prestigio. Per anni è stato il migliore (nonché più ricco) ATP 500, con un campo di partecipazione degno di un Masters 1000. Non a caso, l'albo d'oro è straordinario. Federer, Djokovic, Nadal, Murray, Ivanisevic e Roddick sono solo alcuni dei vincitori. E anche tra le donne si sono imposte diverse numero 1 WTA. L'idea fu di Colm McLoughlin (CEO di Dubai Duty Free), che sin dall'inizio volle offrire un'esperienza unica ai giocatori e al pubblico, cercando di ispirare i giovani del posto potendo osservare i campioni dal vivo, fatto molto raro nei primi anni 90. Altri sport hanno seguito l'esempio del tennis. Per esempio, dal 1996 Dubai ospita la corsa di cavalli più ricca del mondo (la Dubai World Cup). C'è poi la Formula 1, la Premier League Indiana e il Mondiale per Club, oltre a tanti altri eventi più o meno ricchi. Di recente, Dubai ha ospitato i Mondiali di nuoto e la Coppa del Mondo di cricket.

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«Il nostro torneo ha ispirato e incoraggiato molti giovani ad avvicinarsi al tennis, nella speranza di diventare i prossimi Federer» 
Colm McLoughlin

La storica esibizione tra Roger Federer e Andre Agassi sulla vetta del Burj Al Arab di Dubai

Tutto è cominciato il 1 febbraio 1993, quando 32 tennisti diedero vita alla prima edizione. C'erano Muster, Santoro, Volkov, Emilio e Javier Sanchez. Fu un esordio complicato, tra ritardi per pioggia e un forte vento che aveva riempito di sabbia i campi da tennis. Al termine fu il cecoslovacco Karel Novacek a sollevare per primo l'iconico trofeo d'argento, superando in finale Fabrice Santoro (6-4 7-5). I partecipanti di quella edizione fecero circolare la voce nello spogliatoio, facendo in modo che il DDFTC diventasse una delle tappe preferite del circuito. L'anno successivo fu inaugurato il Dubai Tennis Stadium e per tre anni di fila fu votato dai giocatori come “Best Venue” del circuito. Quell'anno riuscirono a ospitare anche un Ivan Lendl a fine carriera. Il titolo andò a Magnus Gustafsson in finale su Sergi Bruguera. Negli anni successivi, tutti i migliori giocatori degli anni 90 (tranne Pete Sampras) sono transitati a Dubai.

Nonostante l'ottimo campo di partecipazione, non sono mancate le sorprese. La più clamorosa risale al 1999, quando il compianto Jerome Golmard (scomparso a causa di un'aggressiva forma di SLA) emerse da un tabellone zeppo di campioni: c'erano Moyà, Corretja, Kuerten, Henman, Rusedski e un Becker a fine carriera. Il francese giocò come in paradiso, superando in finale Nicolas Kiefer. Nel 2001 sono arrivate le donne, con Martina Hingis prima a sollegare il Coffee Pot Trophy. Nel 2003 è iniziato il dominio di Roger Federer, il cui legame con Dubai è molto solido. Possiede una casa da quelle parti e si è imposto per ben otto volte, spalmate tra il 2003 e il 2019. Proprio a Dubai è entrato in tripla cifra di titoli, poiché al DDFTC si preso il trofeo numero 100. Un altro frequentatore abituale di questo torneo è Novak Djokovic, che si è imposto per ben cinque volte. Dubai è uno dei nove tornei che il serbo ha vinto in almeno cinque occasioni: la prima risale al 2009, quando batté in finale David Ferrer.

Roger Feder ha vinto proprio a Dubai il suo titolo numero 100

Il campione in carica del DDFTC è Aslan Karatsev. Lo scorso marzo, il russo si impose in finale contro Lloyd Harris

La ventesima edizione celebrò il record di pubblico (110.000 spettatori) e sancì il quinto titolo di Federer, oltre a conferire per l'ottava volta il premio di Torneo dell'Anno nella categoria degli ATP 500. Nel suo percorso, Federer vinse con Djokovic in semifinale e con Murray in finale. L'anno dopo, per la prima volta nella storia, le prime quattro teste di serie sono giunte in semifinale (vinse poi Djokovic). Ripensando alle sorprese, bisogna fare un passo indietro ricordando la sconfitta di Andre Agassi contro Bjorn Phau e poi quella di Federer contro Evgeny Donskoy nel 2017. Federer si sarebbe rifatto nel 2019, poi le ultime due edizioni sono andate a Djokovic e ad Aslan Karatsev, che lo scorso anno vinse un torneo a porte chiuse e giocato eccezionalmente a marzo.

“Non potremmo essere più felici del fatto che tanto lavoro sia stato così ricompensato nel corso degli anni – ha detto McLoughlin, che trent'anni fa fu il primo ad avere l'intuizione – il nostro torneo ha dato agli appassionati la possibilità di vedere dal vivo le più grandi star del gioco, ma ha anche ispirato e incoraggiato molti giovani ad avvicinarsi al tennis, nella speranza di diventare i prossimi Federer”. Il direttore del torneo è Salah Tahlak, fiero della qualità espressa nel corso degli anni. “La competizione è sempre stata molto accesa e spesso i vincitori Slam si sono dovuti arrendere. Non vediamo l'ora di scoprire chi si aggiungerà al nostro albo d'oro. Dubai fu l'ultimo torneo a completarsi prima del blocco di due anni fa e adesso siamo tornati a pieno regime: quest'anno celebriamo il nostro 51esimo e 52esimo torneo (considerando uomini e donne, ndr) proprio nell'anno in cui gli Emirati Arabi Uniti festeggiano il loro 50esimo anniversario". Meglio di così non si poteva ripartire.