The Club: Bola Padel Roma
IL CASO

Ciclone Spadafora: Binaghi a rischio eleggibilità?

Il Testo Unico dello Sport, presentato dal Ministro Vincenzo Spadafora, prevede un limite di tre mandati per tutti i presidenti federali: se la legge dovesse passare, Angelo Binaghi (e diversi suoi colleghi) non sarebbe più eleggibile. Ma lo sport si sta già organizzando: la legge potrebbe non passare e c'è chi vorrebbe giocare d'anticipo, organizzando rapidamente le elezioni federali...

Riccardo Bisti
14 luglio 2020

Quando Angelo Binaghi è stato eletto presidente della Federazione Italiana Tennis, Vincenzo Spadafora aveva 26 anni e stava muovendo i primi passi in politica. Nessuno avrebbe immaginato i tre scenari che si sono concretizzati vent'anni dopo: Binaghi è ancora al suo posto e sembra mirare al sesto mandato; Spadafora è diventato Ministro per le Politiche Giovanili e lo Sport del Governo Conte; un testo preparato dallo stesso Spadafora potrebbe mettere fine all'avventura di Binaghi al vertice della Federazione Italiana Tennis. Ma non si tratta di una sfida a due, bensì di una faccenda ben più ampia e complessa, che manderebbe in pensione decine di persone.

Per ora il mondo dello sport tace, ma tutto fa pensare che Binaghi e i suoi colleghi a rischio stiano preparando una controffensiva. Di cosa stiamo parlando? Nelle 124 pagine del Testo Unico dello Sport, inviato qualche giorno fa al Governo e che dovrà essere approvato dal Consiglio dei Ministri (essendo una Legge Delega, non dovrà passare dal Parlamento), Spadafora ha inserito un paio di postille che potrebbero rappresentare un terremoto per la politica sportiva italiana: un rigoroso limite ai mandati. Due per il presidente del CONI, tre per i presidenti delle federazioni sportive.

Traduzione: Giovanni Malagò non potrebbe ricandidarsi per il terzo mandato, mentre circa un terzo dei presidenti delle 45 federazioni sportive non sarebbero ricandidabili, perché hanno già ampiamente superato il limite. Tra loro, Angelo Binaghi. L'attuale norma transitoria consentirebbe all'ingegnere cagliaritano di presiedere la Fit per un altro mandato e dunque vivere da presidente buona parte dei cinque anni nei quali Torino ospiterà le ATP Finals. In sintesi, il limite dei tre mandati esiste già ma consente ai presidenti in carica di svolgerne ancora uno dopo l'entrata in vigore della norma.

Aprile: Angelo Binaghi commenta positivamente le azioni del Governo anche a sostegno delle società sportive.

Spadafora ha proposto un rigoroso limite ai mandati. Due per il presidente del CONI, tre per i presidenti delle federazioni sportive. Circa un terzo dei presidenti non sarebbero ricandidabili, perché hanno già ampiamente superato il limite. Tra loro, Angelo Binaghi

Il Testo Unico dello Sport rischia di far crollare un sistema che coinvolge altri pezzi grossi dello sport italiano: Franco Chimenti (presidente della Federgolf che nel 2023 ospiterà la Ryder Cup in Italia), Gianni Petrucci (ex presidente CONI, oggi a capo del basket. Nel 2022, gli Europei si giocheranno in Italia), oltre agli eterni Luciano Rossi (tiro a volo) e Sabatino Aracu (sport rotellistici), in carica dal secolo scorso e ai quali non dispiacerebbe un ottavo (!) mandato. La faccenda ha avuto una certa risonanza ed è già territorio di scontro in seno alla stessa maggioranza: per esempio, Italia Viva (il movimento guidato da Matteo Renzi) ha manifestato la propria contrarietà tramite il deputato Daniela Sbrollini. Da parte sua, Spadafora ha replicato: “Mi sorprende come il dibattito si concentri sul numero di mandati di una decina di persone”. Anche il PD sembra perplesso, mentre le opposizioni faranno – giustappunto – opposizione. Insomma, la strada per l'approvazione sembra quantomeno tortuosa. Spadafora mira a ottenerla entro l'8 agosto, ma potrebbe chiedere una proroga e arrivare a novembre se non riuscisse a chiudere prima. Questo passaggio – ancor più del raggiungimento dell'obiettivo – potrebbe essere cruciale per la permanenza di Binaghi (e altri presidenti).

Già, perché sembra che diverse federazioni (tennis compreso) abbiano messo in moto i meccanismi per l'Assemblea Elettiva: svolgerla a settembre-ottobre anticiperebbe l'eventuale approvazione della riforma, mettendoli al riparo per altri quattro anni. Si pensava che il COVID-19, con il rinvio delle Olimpiadi e del quadriennio olimpico, potesse posticipare al 2021 le varie elezioni federali. Il ciclone Spadafora ha messo tutti in allarme e qualcuno potrebbe tentare di bruciarlo sul tempo. Ammesso, come detto, che la riforma non passi entro agosto. Spadafora era stato chiaro: in tempi non sospetti, a Palazzo Chigi aveva manifestato insofferenza verso la casta, ovvero “quella gente che sta lì da più di 20 anni”. In effetti, il sistema sportivo italiano ha dei regolamenti che consentono un immobilismo dirigenziale impressionante, che in altri ambiti sarebbe inaccettabile. Nello sport se ne parla poco, ma anche quando succede non cambia niente. Per questo, l'iniziativa di Spadafora è comprensibile anche se può apparire eccessiva e frettolosa.

Negli Atti Ufficiali FIT di marzo-luglio ci sono alcune modifiche al Regolamento Organico che fanno pensare a un'imminente convocazione dell'Assemblea Elettiva

Dando un'occhiata ai giornali, sembra che lo scetticismo la faccia da padrone. Corriere della Sera e Gazzetta dello Sport hanno sottolineato i successi di alcuni dirigenti a rischio, sostenendo che una loro uscita di scena potrebbe indebolire l'Italia nel panorama internazionale. In particolare, Il Corsera si è così espresso su Binaghi: Le ATP Finals non sono finite a Torino per caso, ma per la fatica imprenditoriale e diplomatica di Binaghi a livello internazionale.

Secondo alcune stime, il ciclone Spadafora potrebbe mandare in pensione un migliaio di dirigenti tenendo conto anche degli organi periferici. Molti hanno pensato (e qualcuno ha anche detto) che la norma sarebbe contra personam, per mandare in pensione Giovanni Malagò. La pensa così Xavier Jacobelli, che su Tuttosport ha scritto un editoriale anti-Spadafora in cui scrive testualmente: Dove vive? Pensa che siamo tutti scemi e nessuno abbia capito che il bersaglio è Malagò?

In realtà, nel Testo ci sarebbe una postilla perfetta per salvare l'attuale presidente CONI: dalla norma sarebbero esenti i membri del CIO (il Comitato Olimpico Internazionale). Malagò ne fa parte e, anzi, potrebbe diventarne vicepresidente. Ben diversa la posizione degli altri presidenti. Poco abituati a sentire la poltrona tremare, anche grazie a norme elettive che ne blindano la leadership, si starebbero organizzando in due direzioni: da una parte si vocifera di un documento che mirerebbe a indebolire il progetto di Spadafora, dall'altra, elezioni federali organizzate in maniera rapida potrebbero bruciare sul tempo le intenzioni del Ministro. Per ora si tratta di illazioni, visto che le bocche rimangono sigillate.

  • 5
    I mandati di Angelo Binaghi al vertice della FIT. Eletto per la prima volta a Fiuggi nel dicembre 2000 (battendo Rino Tommasi), ha poi superato Luigi Tronchetti Provera alle elezioni del 2004. Da allora, non ha più avuto opposizione. L'attuale norma gli consentirebbe di effettuare un altro mandato e restare in carica fino al 2024.

Eppur qualcosa si muove: qualche giorno fa, dopo ben cinque mesi, la FIT ha pubblicato gli Atti Ufficiali del periodo compreso tra marzo e luglio. Solitamente vengono pubblicati ogni mese ma l'emergenza COVID ha influito anche su questo aspetto. Nelle 82 pagine, occupate soprattutto dai regolamenti di padel e beach tennis, nonché dalle norme transitorie per l'attività 2020, ci sono alcune modifiche al Regolamento Organico che fanno pensare a un'imminente convocazione dell'Assemblea Elettiva. Non così sorprendente. Ci sono alcune novità legate alle tempistiche: l'Assemblea Elettiva deve essere convocata con un preavviso di almeno 60 giorni (tramite PEC agli affiliati e nota sul sito federale) e le candidature devono arrivare almeno 30 giorni prima. Curioso che tali precisazioni arrivino soltanto adesso. Di certo, portano a pensare che la tornata elettorale sia imminente. Spadafora a parte, ci saranno grosse novità in seno al Consiglio Federale: l'articolo 1.3.8, al suo comma 5, introduce le quote rosa. Fatta eccezione per i membri ITF, Tennis Europe e International Padel Federation, dovrà essere garantita la parità di genere. Notizia clamorosa, visto che l'attuale Consiglio Federale è composto da soli uomini.

Ci saranno grosse novità in seno al Consiglio Federale: l'articolo 1.3.8, comma 5, introduce le quote rosa. Dovrà essere garantita la parità di genere, mentre l'attuale Consiglio Federale è composto da soli uomini

La parità sarà garantita anche nel caso in cui le candidate non avranno il numero sufficiente di voti: in quel caso, le donne più votate prenderanno il posto degli uomini eletti con il minor numero di preferenze. E non sono previste scappatoie: in caso di assenza di donne eleggibili, non potranno essere in alcun modo sostituite da uomini. Si tratta, ovviamente, del recepimento di direttive del CONI. Ma adesso la posta in gioco è ancora più alta: in ballo c'è la permanenza di Binaghi ai vertici della FIT. Una battaglia a cui non è abituato, anche perché nelle ultime tre tornate elettorali (2008, 2012 e 2016) non ha avuto avversari. L'attuale sistema elettorale, in effetti, rende molto complicata una qualsiasi candidatura alternativa (una modifica allo Statuto, risalente al 2009, prevede che per essere valida debba essere sottoscritta da 300 affiliati, 200 giocatori e 20 tecnici, di diverse regioni e con un minimo per ciascuna regione: missione complicatissima per chiunque non faccia già parte dell'establishment). Le regole interne delle federazioni, tuttavia, non possono nulla contro le Leggi dello Stato. La battaglia è appena cominciata. E potrebbe anche essere una gara a chi fa prima.