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ROMA - L'INTERVISTA

Sonego vuole ancora danzare su Roma

Eroe della passata edizione, Lorenzo Sonego sogna di ripetersi e prendersi l'abbraccio della gente, mancato nel 2021. “Gli avversari mi conoscono meglio, ma io continuo a migliorare. Sto per compiere 27 anni, ma sento di averne 20. Il Masters? Penso possa essere un obiettivo realistico”

Riccardo Bisti (Foto di Sposito / Fioriti)
9 maggio 2022

Dodici mesi fa è stato il personaggio del torneo, con la Danza Loca che accompagnava ogni suo successo. Maledetta pandemia: ci fosse stato il 100% del pubblico, Lorenzo Sonego avrebbe mandato in visibilio il Foro Italico. Il suo modo di stare in campo è perfetto per infiammare il pubblico di Roma. La gente ama chi ci mette l'anima e gioca con coraggio, senza trucchi né calcoli. Lorenzo è così e spera di ripetersi nel 2022. Nei giorni scorsi si è preso l'abbraccio della gente tra decine di selfie e autografi, benzina psicologica per recuperare da una distorsione alla caviglia patita prima di arrivare a Roma. L'avventura riparte oggi, sullo stesso campo in cui l'anno scorso batté Dominic Thiem in un match spezzato in due dal coprifuoco. Oggi l'avversario si chiama Denis Shapovalov: talento puro, ma Lorenzo non ha paura. E i risultati così così di inizio 2022 non lo hanno condizionato. È sempre il solito Sonego: poche parole, ma ben scandite. Perché lui ha sempre avuto le idee chiare.

Fino a oggi, il 2022 non ti ha dato troppe soddisfazioni. Da 0 a 10, in quale condizione psicofisica ti presenti a Roma?
Direi 8. Sto bene, mi sento bene. In settimana mi sono procurato una distorsione alla caviglia in allenamento, prima di recarmi a Roma, quindi mi sono dovuto dedicare al recupero.

Quest'anno hai viaggiato molto e a Monte Carlo hai ammesso di essere un po' cotto: pensi di aver sbagliato qualcosa in termini di programmazione?
Direi di no. Ho partecipato a tornei importanti, bisogna giocarli. Non penso ci siano stati errori, poi è sempre esperienza.

Escludendo coach Gipo Arbino e il tuo staff, qual è la persona migliore che hai incontrato nel mondo del tennis?
Non ho dubbi: Matteo Berrettini. Abbiamo costruito una grandissima amicizia, poi non è mai cambiato nonostante la grande popolarità che lo ha travolto. E le cose tra noi non sono mai cambiate: penso che sia molto importante.

In carriera hai un bilancio di 32 vittorie e 45 sconfitte contro i top 50 ATP, ma quest'anno sei soltanto 1-4: come te lo spieghi? C'è stato un calo o ti conoscono meglio?
Non c'è dubbio che oggi mi conoscano meglio. Ma nel tennis si va a periodi: ci sono momenti in cui tutto funziona e altri in cui i risultati non arrivano. Magari il gioco è buono e le sensazioni sono altrettanto buone, ma bisogna aspettare un po' prima di arrivare al risultato. Ricordiamo che le stagioni sono molto lunghe. Io posso solo fare il massimo in allenamento e migliorare il più possibile, anche perché in effetti hanno imparato a conoscermi. Per me è fondamentale migliorare i punti sui quali i miei avversari insistono.

I tuoi genitori si vedono pochissimo in giro, sembrano persone davvero discrete: quanto ti è stato d'aiuto?
Sono stati fondamentali. Sin da piccolo ho vissuto la realtà dei circoli e mi è capitato di osservare il comportamento di tante famiglie. Da quello che ho visto, posso dire di aver avuto una fortuna incredibile. Mi hanno dato tutto senza intromettersi mai, affidandosi alle persone giuste e senza mai avventurarsi in argomenti che non conoscessero. Per loro era importante investire su di me e sulle persone che mi aiutassero a migliore. Hanno sempre avuto fiducia in me, mi hanno appoggiato nei miei sogni e il loro atteggiamento mi ha dato tranquillità e serenità.

Questione ATP-PTPA: sei contento di come funziona il circuito o sei tra i sostenitori della nuova organizzazione?
Bella domanda. In verità non ci ho mai pensato molto: percorro la mia strada, per me è già incredibile vivere le esperienze di un professionista di alto livello, ho tante cose a cui pensare... In generale penso che i giocatori debbano essere il più possibile tutelati. Siamo noi a creare lo spettacolo, gli sforzi maggiori sono i nostri. Vorrei che l'opinione dei giocatori sia ascoltata e tenuta in considerazione. Ma c'è chi ne sa più di me, ho ancora poca esperienza per sapere esattamente cosa dovrebbe cambiare.

Ma nella vita quotidiana nel circuito hai avuto la sensazione che qualcosa debba migliorare?
Nei grandi tornei è tutto ben organizzato. Difficile trovare qualcosa che non sia buono. Forse nei tornei più piccoli, ITF e Challenger, potrebbero essere applicate delle migliorie, ma nel circuito ATP il livello dei servizi è davvero ottimo.

In decine di interviste ti hanno chiesto delle ATP Finals a Torino. Tu rispondi sempre che è il tuo sogno: pensi che possa essere davvero un obiettivo realistico?
Penso di sì. Sono convinto di poterci arrivare, ed è doveroso avere l'obiettivo di arrivarci. Non c'è dubbio che debba essere il mio traguardo, il mio stimolo. Avere il Masters nella mia città mi dà tanta voglia di giocare. Vedremo se sarò in grado di arrivarci.

ASICS ROMA
«Mi sento come se avessi ancora 20-21 anni. Ritengo di essere molto fresco, sia fisicamente che mentalmente. Mi sembra di aver appena iniziato la mia avventura nel circuito»
Lorenzo Sonego

Prima del match contro Shapovalov, il torinese si è concesso un paio di bagni di folla

Ti chiedo se hai imparato qualcosa dai migliori giocatori italiani. Partiamo da Matteo Berrettini.
Possiede una notevole maturità e la trasferisce sul campo. Ammiro la sua capacità di gestire i momenti importanti della partita.

Jannik Sinner.
L'impressionante determinazione nel desiderare di vincere le partite. E la capacità di vincerle per davvero.

Fabio Fognini.
La sua capacità di giocare fuori dagli schemi. Da lui non sai mai cosa aspettarti.

Lorenzo Musetti.
Forse non tutti se ne accorgono, ma ha la grande qualità di adattare il suo gioco in base all'avversario.

Tra qualche giorno compirai 27 anni. Quando raggiungerai il picco della tua carriera?
A 88 anni, quando smetterò! Scherzi a parte, i prossimi 2-3 anni saranno molto importanti. Ma mi sento come se avessi ancora 20-21 anni. Ritengo di essere molto fresco, sia fisicamente che mentalmente. Mi sembra di aver appena iniziato la mia avventura nel circuito.

Nessun logorio mentale o difficoltà nel recuperare dopo uno sforzo intenso o un match particolarmente combattuto?
Per nulla, anzi, direi che rispetto a qualche anno fa sono addirittura migliorato. Non sono mai stato così bene.

La tua canzone Un Solo Secondo ha raccolto 11.000 visualizzazioni su YouTube: soddisfatto dei riscontri o ti aspettavi qualcosa di più?
Ho realizzato la prima canzone e partecipato al videoclip per divertimi, non mi aspettavo nulla di particolare. È stato bello cantare e registrare un pezzo insieme a un caro amico. Mi è piaciuto molto, infatti l'ho rifatto e a breve uscirà un nuovo pezzo. Ovviamente cercheremo di superare gli ascolti ottenuti con la prima canzone.

Lorenzo Sonego nelle vesti di cantante. A breve uscirà un secondo pezzo