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La strada in salita di Kamil Majchrzak

Tre positività a due sostanze diverse: per Kamil Majchrzak non sarà semplice dimostrare la propria innocenza. Il numero 77 ATP è stato pizzicato in tre controlli di fila. “Non ho idea di cosa sia successo, sono scioccato. Inizia la battaglia per dimostrare la mia innocenza”. 

Riccardo Bisti
10 dicembre 2022

Abbiamo commentato parecchi casi di positività a un test antidoping, dai più clamorosi (Maria Sharapova su tutti) ai più anonimi. Spulciando le vicende processuali, quasi sempre il giocatore ha ottenuto almeno il riconoscimento dell'involontarietà, con sanzioni ridotte in misura più o meno importante rispetto ai quattro anni previsti in assenza di attenuanti. C'è grande curiosità per sapere come si evolverà la faccenda di Simona Halep, che nei giorni scorsi sarebbe riuscita a dimostrare come la sostanza proibita è entrata nel suo organismo. Ma adesso la curiosità raddoppia: il caso di Kamil Majchrzak sarebbe da derubricare tra quelli secondari, se non altro perché è numero 77 ATP e non è mai stato un grande personaggio. Da noi è ricordato per essere stato l'avversario di Marco Cecchinato nella discussa partita al Challenger di Mohammedia nel 2015, da cui partirono le indagini sull'azzurro.

Eppure, il suo caso non è più secondario nel momento in cui si legge il comunicato dell'International Tennis Integrity Agency. Oltre ai soliti contenuti istituzionali, infatti, ci informa che il polacco è risultato positivo a ben tre controlli antidoping in tre tornei diversi, uno dopo l'altro, tra settembre e ottobre: L'ATP 250 di Sofia, l'ATP 500 di Tokyo e il Challenger di Seul. Significa che per tre settimane (e in due continenti diversi) il suo organismo è stato sporcato da una sostanza proibita. Ma c'è di più: gli hanno trovato due sostanze diverse. Nel primo test positivo c'era il SARM S-22 e un metaboliite di LGD-4033, nei due successivi hanno rilevato SARM S-22 e metaboliti di un agonista PPARδ. Ecco perché il suo caso è particolare: sebbene simili, le sostanze rilevate sono diverse e dunque la linea difensiva sarà piuttosto complicata. Per i suoi avvocati non sarà semplice dimostrare l'assunzione accidentale, e ancor più complicato quella occasionale, visto che la positività è reiterata.

Kamil Majchrzak è amico di vecchia data di Hubert Hurkacz: si sono conosciuti quando aveva nove anni

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«Non ho idea di cosa sia accaduto, e questo è lo shock più grande. Ho appena iniziato la battaglia più difficile della mia vita: provare la mia innocenza e tornare allo sport che amo» 
Kamil Majchrzak

Kamil Majchrzak annuncia la sua positività a ben tre test antidoping

I test sono stati effettuati tra settembre e ottobre, ma la notifica gli è arrivata soltanto mercoledì 7 dicembre. Ha aspettato qualche ora, poi ne ha dato notizia sui suoi canali social, con un comunicato in doppia lingua: polacco e inglese: “Ho una notizia incredibilmente triste e difficile da condividere con tutti. Sono risultato positivo in alcuni controlli antidoping a ottobre e novembre 2022 (sic, ndr). Prima di tutto, mai e poi mai ho assunto consapevolmente qualsiasi sostanza vietata. In questo momento non ho idea di cosa sia accaduto, e questo è lo shock più grande. Ho appena iniziato la battaglia più difficile della mia vita: la battaglia per provare la mia innocenza e tornare allo sport che amo”.

I contenuti del suo post sono molto simili a quelli esposti da Simona Halep: per adesso, la certezza è che il polacco (come praticamente tutti) predica la sua innocenza. Come detto, per lui non sarà semplice individuare una strategia difensiva inattaccabile, o almeno efficace. Numero 75 ATP lo scorso febbraio, ha ottenuto come miglior risultato la semifinale a Pune (in cui ha battuto Musetti), poi ha chiuso la stagione piuttosto bene: semifinale a Seul (dove è risultato positivo per la terza volta) e vittora a Busan. Il suo ultimo torneo è stato a Bergamo, laddove era testa di serie numero 1 ma si è arreso al primo turno. Classe 1996, è coetaneo di Gianluigi Quinzi e Matteo Berrettini, quest'ultimo battuto nel circuito junior, in cui è stato numero 7 del mondo, nonché medaglia d'oro alle Olimpiadi giovanili.

Majchrzak ha giocato la sua ultima partita al Challenger di Bergamo (Foto di Antonio Milesi)

Lo scorso 19 novembre, Majchrzak s è sposato con Marta Dyba

Era un buon prospetto, ma poi la sua carriera si è un po' incagliata intorno alla centesima posizione. Salvo qualche oscillazione verso l'alto, occupa più o meno le stesse posizioni da tre anni e mezzo. Nel mare dei social media, qualcuno ha ipotizzato che possa aver ceduto alla tentazione per provare a effettuare un salto di qualità. Frasi basate sul nulla, anzi, è opportuno ricordare che fino a sentenza vige la sacrosanta presunzione d'innocenza. Tra l'altro, il polacco (che è stato sospeso in via precauzionale e la sua trasferta in Australia, a partire dalla United Cup, è probabilmente già saltata) ha la possibilità di richiedere le controanalisi. Se risulteranno positive, scatterà il noto iter processuale. Sarà giudicato dal Tribunale Indipendente nominato dall'ITF e si arriverà a sentenza, poi ci sarà la possibilità di un secondo grado di giudizio presso il CAS di Losanna.

Per lui è una beffa atroce, perché la notizia arriva venti giorni dopo il giorno più bello della sua vita: lo scorso 19 novembre, infatti, si è sposato con Marta Dyba. I due si erano ufficialmente fidanzato lo scorso anno e hanno coronato il loro amore in una cerimonia a cui hanno partecipato alcuni tennisti polacchi di secondo piano: Jan Zieliński, Kamil Gajewski e Oskar Michałek. La Dyba è un'ex tennista, attualmente svolge il ruolo di allenatrice e fisioterapista presso la Tennis Academy di Kozerki, e lo segue spesso in giro per il mondo. Ovunque l'abbiano vissuta, la luna di miele è stata rovinata da una notizia che potrebbe costargli la carriera. Majchrzak non ha molti followers sui social media, e sono quasi tutti polacchi. Tra i commenti, tuttavia, ha già ricevuto la solidarietà di Magdalena Frech. Ma la battaglia per provare la sua innocenza, come l'ha definita lui, sembra piuttosto complicata. Di sicuro parte in salita.