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LA STORIA

Un maestro nel ranking ATP: l'impresa di Jeffinho

La surreale vicenda di Jefferson Wendler-Filho. 28 anni, fa il maestro di circolo nei pressi di San Paolo: dopo aver superato le pre-quali del Challenger di Campinas, ha battuto Pedro Boscardin (n.431) e si è garantito due punti ATP. E vuole che questo sia solo l'inizio.

Riccardo Bisti
6 ottobre 2023

È divertente immaginare la scena. Tra una lezione e l'altra, Jefferson Wendler-Filho ha telefonato allo Sport Club Corinthians Paulista. Aveva letto che organizzavano un torneo di pre-qualificazione in vista dell'ATP Challenger di Campinas. Non sappiamo cosa pensasse in quel momento, ma in fondo... perché non provarci? Un torneo sotto casa avrebbe messo in palio una wild per le qualificazioni di un Challenger. Anni fa, Jefferson aveva accarezzato il sogno. Aveva partecipato ad alcuni tornei ITF junior, ma senza risultati indimenticabili. Una volta perse 6-0 6-0 contro Thiago Monteiro. Nonostante la batosta, ha continuato a crederci e ha tentato la via del college. È stato un paio d'anni presso la Jacksonville State University, in Florida. Un anno da Freshman (matricola) e un semestre da Sophomore, come fanno centinaia di aspiranti professionisti che non rinunciano al Piano B: una sana istruzione. Ma il paulista, classe 1995, è uno che segue l'istinto. Un bel giorno ha mollato il college per tornare in Brasile e studiare Ingegneria della Produzione, con focus sul settore aziendale. Per quattro anni ha fatto un po' di tutto, occupandosi di logistica e PCP (pianificazione, programmazione e controllo produzione).

Poi si è stufato e ha mollato tutto per riprendere la racchetta in mano. Ma era troppo tardi per provarci con il professionismo. O meglio, così sembrava. Così ha iniziato a fare il maestro, limitando il furore agonistico alle competizioni a squadre con l'Alphaville Tenis Clube. Per la verità, ad agosto gli avevano dato una wild card in un torneo ITF a San Paolo. Era il primo match ufficiale dopo dodici anni. Ha perso 7-5 6-3 contro Luis Britto (n.1471 ATP). Qualche settimana dopo, ha appreso che la federazione paulista (in Brasile ci sono tante federazioni statali, racchiuse dalla Confederazione Brasiliana di Tennis) aveva organizzato le pre-qualificazioni in vista del Challenger di Campinas. Progetto meno ambizioso rispetto al carrozzone che conduce agli Internazionali BNL d'Italia: 42 iscritti e un torneo compresso in pochi giorni, con i protagonisti chiamati a giocare più partite in un giorno. Tra le note c'era una precisazione che fa sorridere: "Nao teremos servicos de boleiros", non ci saranno i raccattapalle. Come a dire: non fatevi illusioni, verrete trattati per quello che siete: amatori.

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    Gli anni trascorsi da Jefferson Wendler-Filho senza giocare tornei professionistici. Aveva giocato due ITF tra il 2010 e il 2011, poi aveva intrapreso altre strade. Fino a quest'anno.

Wendler-Filho ha pagato i 270 reais d'iscrizione (circa 50 euro) e ha vinto il torneo battendo Williams Norton in semifinale e Paulo Santos in finale. E così ha conquistato il diritto di saltare in auto e farsi i 90 km che separano la sua abitazione di Barueri, sobborgo di San Paolo, e la Sociedade Hipica de Campinas. Si tratta di un torneo speciale, il più longevo Challenger brasiliano. Si gioca ininterrottamente dal 2011. Domenica 1 ottobre, il miracolo. Opposto a Pedro Boscardin, numero 431 ATP, si è trovato in svantaggio 6-0 5-2, ha ripreso per i capelli la partita e si è imposto 0-6 7-5 6-2. Un telefonino ha ripreso la sua esultanza, rendendola virale. È rimasto 20 minuti a festeggiare. Normale: un maestro di tennis, come ce ne sono a decine di migliaia, ha battuto un ottimo professionista, nonché una delle principali speranze del tennis brasiliano. Boscardin ha 20 anni ed è stato numero 6 junior, ma a Campinas si è fatto travolgere in un vortice di negatività che ha permesso a Wendler di coronare il suo sogno: entrare in classifica ATP.

Già, perché da qualche tempo anche le qualificazioni dei Challenger garantiscono qualche punto. “Non ho parole, ieri insegnavo e oggi ho sconfitto il numero 400 – ha detto Jefferson – nel mondo del tennis è pieno di persone che ti dicono quello che non puoi fare, ma se hai un sogno devi inseguirlo. Devi cercare una strada. Ho sempre creduto in me stesso, ho avuto questa opportunità. Volevo un punto ATP e adesso ne avrò due”. Fino a vent'anni fa, la sua storia sarebbe passata inosservata. Grazie ai social media, invece, è diventata virale. Ne hanno parlato in tutto il Brasile, poi la faccenda ha varcato i confini nazionali e lo ha esaltato. “Sono grato al pubblico che ha fatto un gran tifo – racconta – ho sfruttato la mia occasione, ho mostrato il mio meglio e adesso vi abituerete a vederlo”. Già, perchè ci ha preso gusto: forte del nuovo status, adesso studierà il calendario internazionale e proverà a fare il professionista.

A destra, un giovanissimo Wendler-Filho quando rappresentava la Jacksonville State University

Jefferson promette che si iscriverà ad altri tornei professionistici

“Vedere il mio nome nella classifica mondiale mi darà una carica incredibile. Adesso mi iscriverò a diversi tornei e proverò ad arrivare il più in alto possibile. Perchè non provarci? Non so cosa succederà, ma sono grato di poter vivere questo sogno. In pochi arrivano a viverlo”. Un entusiasmo travolgente, che neanche la sconfitta al turno di qualificazione ha smorzato. Wendler si è arreso all'altro brasiliano Josè Pereira (n.615 ATP). “Ero molto stanco e avevo di fronte un giocatore completo. Non regala nulla. Qualsiasi cosa provassi a fare, lui aveva la risposta pronta. Ma credo di poter andare oltre. Sono orgoglioso del mio percorso, il mio livello è simile a quello dei giocatori affrontati in questi giorni”. Iniziare a 28 anni è ai limiti della follia, almeno se gli obiettivi sono molto elevati (entrare tra i top-100 o giù di lì), mentre una dignitosa sopravvivenza nei tornei minori è possibile.

Negli ultimi anni ha fatto una scelta simile la francese Caroline Vernet: classe 1993, ex promessa junior, tra il 2020 e il 2021 si è tuffata nel circuito. Ha giocato una quarantina di partite, è entrata nel ranking ma non è mai andata oltre la 1230esima posizione. Wendler potrà andare oltre? O meglio, ci proverà per davvero oppure le sue parole sono state dettate dal momento? Difficile fare pronostici. C'è però spazio per un'ironica considerazione: negli anni dell'università, Wendler-Filho aveva battuto Jared Donaldson. Lo ricordate? Classe 1996, fu uno dei primi Next Gen quando l'ATP si inventò il brand. Talentuoso e potente, si era spinto tra i top-50 ATP ma poi è stato travolto dagli infortuni, soprattutto al ginocchio. Ha ufficializzato il ritiro nel 2021, ad appena 25 anni. Oggi ha ripreso a studiare (frequenta economia presso l'Università della Pennsylvania) e ha ottenuto di fare l'assistant coach (come volontario!) per il team tennistico. Dopo essersi incrociati tanti anni fa, oggi i loro percorso sono diametalmente opposti: uno smette, l'altro inizia. Il tennis può essere davvero imprevedibile.