Doping, svolta nel caso Halep: ecco il motivo della contaminazione

ATTUALITÀ

5 dicembre 2022

Riccardo Bisti

L'agenzia francese di tossicologia e farmacologia ha dato buone notizie a Simona Halep. Il Roxadustat si trovava in un integratore: non era segnalato nell'etichetta e non era facilmente individuabile con una ricerca online. Chiesta un'udienza urgente all'ITIA. 

Potrebbero arrivare buone notizie per Simona Halep. Sospesa in virtù di una positività a un test antidoping effettuato allo scorso Us Open, si è sempre proclamata innocente e ha detto che avrebbe lottato per dimostrare la sua estraneità alle accuse. È di queste ore la notizia che ha chiesto un'udienza presso l'International Tennis Integrity Agency: il suo team legale avrebbe trovato nuove prove che la scagionerebbero. L'obiettivo sarebbe chiudere la faccenda prima ancora che inizi il processo, o magari ottenere la sospensione del blocco provvisorio che le è stato imposto dopo la positività. Per adesso non ci sono dettagli, ma sembra che il Roxadustat (sostanza proibita trovata nel suo organismo) fosse presente in un integratore, laddove la presenza della sostanza non era segnalata.

La Halep si è rivolta all'agenzia francese di tossicologia e farmacologia: avrebbero dimostrato che l'integratore che stava assumendo conteneva “fonti accidentali di composti che superano i criteri di purezza delle sostanze elencate” sulle etichette. Inoltre, sembra che la possibile presenza di una sostanza proibita non fosse individuabile nemmeno con una ragionevole ricerca su internet (per esempio, sulle fonti indicate dal sito WADA). Quest'ultimo passaggio è molto importante, perché azzererebbe il grado di colpevolezza della giocatrice. Per sfuggire alle sanzioni, infatti, le norme antidoping stabiliscono che l'atleta deve aver fatto tutto il possibile per evitare di cadere in una positività.

In attesa di buone notizie sul fronte disciplinare, Simona Halep si diletta con l'arte

ASICS ROMA

La notizia è stata accolta con speranza in tutta la Romania: il sito ProSport ha intervistato Cristian Jura, giudice rumeno presso il CAS di Losanna (dove la Halep spera di non avere bisogno di arrivare). “Hanno trovato il metodo con cui il Roxadustat è entrato nel corpo – ha detto Jura – lo ha fatto ingerendo un integratore contaminato. Il prodotto conteneva una sostanza che non era specificata nell'etichetta o nelle informazioni accessibili con una ragionevole ricerca su internet”. Ha poi spiegato che la sanzione può essere ridotta o addirittura annullata se vengono soddisfatte le due condizioni previste dal codice antidoping.

1) Stabilire con estrema chiarezza come la sostanza proibita è entrata nell'organismo. 2) La mancanza di intenzionalità. Secondo Jura, la prima condizione è stata soddisfatta. Si tratta di un passaggio fondamentale, perché la seconda condizione viene concessa quasi a tutti gli atleti pizzicati a un controllo. Va poi dimostrato che l'integratore utilizzato sia approvato dal Ministero della Salute o certificato a livello europeo, o almeno nel Paese dove è stato acquistato. Se la Halep ha chiesto l'udienza, c'è da credere che possa avere in mano le carte giuste. Va detto che nelle ultime settimane ha ricevuto generale solidarietà da chi si è espresso sull'argomento, e non soltanto chi ha lavorato con lei. Vedremo se festeggerà il Natale con una fumata bianca.