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LA STORIA

La pandemia e quel sogno svanito di giocare al Roland Garros

Emeline De Witte stava per coronare il sogno di partecipare al Roland Garros junior, ma la pandemia ha bloccato la sua carriera e stroncato le sue speranze. Ha iniziato l'università e dal 1 gennaio non sarà più Under 18. “Ma voglio provarci lo stesso, anche se so che tra gli adulti sarà molto più difficile”

Riccardo Bisti
25 dicembre 2020

La pandemia ha mandato in frantumi migliaia di imprese, famiglie, sogni. Nemmeno il tennis l'ha passata liscia. Una storia simbolo arriva dal Belgio, laddove le scelte governative hanno fatto arrabbiare appassionati e praticanti. Incredibilmente, hanno deciso di tenere aperte le piscine e vietare la pratica del tennis. Scelta illogica, contestata dai soci del club Jena di Liegi: per protestare, hanno posato in costume da bagno su un campo indoor del loro circolo, simulando una piscina. “Non vogliamo che si chiudano le piscine – fanno sapere – ma se accettiamo 30 persone in una vasca di 300 mq, perché non tollerare 2 o 4 tennisti in un'area di 600?”. Già, perché? Le scelte governative hanno avuto un certo impatto anche sull'alto livello.

Il 2020 è stato l'anno dei sogni spezzati per molti giocatori: è certamente il caso di Emeline De Witte, diciottenne che oggi occupa un'anonima 272esima posizione nel ranking ITF. Eppure un anno fa si trovava circa cento gradini più in alto e la scorsa estate vinceva un bel torneo a Clermont-Ferrand, in Francia. Aveva appena terminato il liceo e si era data un anno di tempo per provare a diventare una professionista, magari sulle orme della più forte vallone di sempre: Justine Henin. Ma poi è arrivato il COVID a spazzare via tutto. Quando la pandemia è entrata nelle nostre vite, si trovava a Manacor per un torneo ITF. Da allora, la sua attività si è bloccata. “A quel punto ho pensato che non avrebbe avuto senso rinviare la mia carriera universitaria. Allora ho iniziato a studiare Educazione Fisica. Ma questo non significa che rinuncerò al tennis”.

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"C'erano tutte le premesse per partecipare al Roland Garros junior, invece è andato tutto in frantumi. Per me è stato sconvolgente, perché sarebbe stata la mia ultima chance nel circuito giovanile. Sono consapevole che tra le professioniste sarà molto più difficile"
Emeline De Witte
La curiosa protesta di un club di Liegi per la differenza di trattamento tra piscine e circoli tennis

Il problema è che le limitazioni le impediscono di svolgere un'adeguata preparazione. Da novembre ha giocato pochissimo, salvo qualche allenamento all'estero. “Ma non è la stessa cosa. Per il resto corro, faccio palestra, esercizi, cerco di restare in forma”. Ma il problema è la motivazione: difficile allenarsi senza sapere se e quando giocherai il prossimo torneo. Problema vissuto da tanti professionisti durante il primo lockdown. “Però devo farlo. Diciamo che questo periodo mi renderà più forte”. Per adesso non ci sono notizie su quando il tennis tornerà ad essere praticabile in Belgio.

Spero di poter riprendere dopo le vacanze di Natale, anche se non capisco perché non si possa giocare mentre le piscine sono aperte. In campo siamo distanziati, non abbiamo contatti... Per me, l'ideale sarebbe potermi allenare al 100% da gennaio-febbraio a giugno. In questo modo potrei partecipare ai tornei estivi, con l'obiettivo di raccogliere i miei primi punti WTA”. Classe 2002, a partire dal 1 gennaio non potrà più svolgere attività giovanile. Poco male, perché la storia si scrive altrove. Però la pandemia le ha tolto la possibilità di godersi attimi tanto sognati. A fine 2019, la De Witte aveva partecipato a uno stage ad Abu Dhabi che le aveva dato grande energia. “C'erano tutte le premesse per partecipare al Roland Garros junior, invece è andato tutto in frantumi. Per me è stato sconvolgente, perché sarebbe stata la mia ultima chance nel circuito giovanile. Sono consapevole che tra le professioniste sarà molto più difficile”.

Lo scorso 6 gennaio, Emeline De Witte è salita al numero 183 del ranking ITF. A causa della pandemia, non ha potuto migliorarsi
Un riassunto della breve carriera di Emeline De Witte

In epoca di meme, frasi fatte e proverbi riciclati, Emeline si affida al concetto del finché c'è vita, c'è speranza. “Non lascerò tanto facilmente la mia passione. Gioco a tennis ad alti livelli fin da piccola, ho fatto tanti sacrifici e non voglio fermarmi. Dovrò essere brava a gestire studi e attività sportiva”. E magari ritrovarsi a Parigi e condividere la players lounge con giocatori che per adesso sono soltanto idoli da incrociare per una foto o una video-dedica. Come quella che Daniil Medvedev le ha lasciato lo scorso settembre, o la foto scattata qualche tempo fa con David Goffin in occasione di un match di Davis.

Come per la Henin, che promise alla madre che un giorno avrebbe sollevato il trofeo sul Campo Chatrier, anche per la De Witte Parigi è una sorta di La Mecca tennistica. Non a caso, ha detto che la personalità tennistica dell'anno è Hugo Gaston per il suo straordinario percorso al Roland Garros. “Non faccio tornei all'estero dallo scorso febbraio – sospira – il mio grande desiderio è poter riprendere a viaggiare, vincere più partite possibili ed entrare in classifica WTA. Ma la cosa più importante è essere felice in quello che faccio, sia nello studio che nello sport”. Si può essere felici in tanti modi, ma per Emeline De Witte il sogno più grande passa da Bois de Boulogne, Parigi. Il torneo dei suoi sogni. Il COVID le ha impedito di accarezzarlo quando aveva ottime possibilità di farlo. Adesso è tutto più difficile. Starà a lei dimostrare di essere in grado di percorrere il sentiero più difficile.