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INTERNAZIONALI BNL D'ITALIA

Internazionali via da Roma? Binaghi auspica la “nostra Flushing Meadows”

Il Presidente FIT ipotizza uno spostamento degli Internazionali, laddove le amministrazioni locali sarebbero più collaborative. Il suo risentimento nei confronti del Lazio è comprensibile, ma l'operazione sembra quasi impossibile. Vediamo perché. I dettagli sull'upgrade. Rimborsi: “Stiamo cercando la copertura economica” e spinge per il super-voucher.

Riccardo Bisti
22 settembre 2020

Una giornata non indimenticabile, bruttina anche nel meteo, ha sancito la fine degli Internazionali BNL d'Italia. Hanno vinto i più forti (Novak Djokovic e Simona Halep) ma senza troppo spettacolo, soprattutto nella finale femminile. Ma la consueta conferenza stampa di Angelo Binaghi è già proiettata al futuro. L'argomento più caldo è un evergreen di cui si parla da anni, senza reale concretezza: lo spostamento del torneo. Partiamo da qui: è possibile che gli Internazionali possano abbandonare Roma, il Foro Italico, l'impareggiabile sfondo di Monte Mario e la romanità che – tra vizi e virtù – colora l'evento da 70 anni? A nostro parere, è quasi impossibile. La storia racconta che il torneo si è giocato altrove in rarissime occasioni. Le prime cinque edizioni (1930-1934) al Tennis Club Milano, poi nel 1961 ci fu la storica edizione torinese allo Sporting Stampa per festeggiare i cento anni dell'unità d'Italia. Negli anni 80, la crisi del tennis femminile spinse a spostare il solo torneo in gonnella: dal 1980 al 1984 si è giocato al Junior Tennis Perugia, mentre nel 1985 Raffaella Reggi si impose all'Italsider di Taranto. La crisi era talmente forte che nel 1986 il femminile saltò del tutto, salvo poi tornare a Roma l'anno dopo.

Lo spostamento ipotizzato da Binaghi ha ben altre radici e motivazioni: si parla di politica, di sostegno delle istituzioni, di possibilità di crescita. “Siamo preoccupati per la situazione ambientale che non ci capisce e non ci aiuta. E non mi riferisco alla sindaca – ha detto Binaghi, che ha accolto Virginia Raggi sia alla presentazione che in tribuna d'onore per le finali – sarà necessario fare ragionamenti a medio e lungo termine. L'interesse di altre regioni verso il nostro sport è tale che qui a volte mi sembra di essere in un altro Paese”. L'allusione è alla Lombardia e al Piemonte, laddove la FIT ha piazzato le Next Gen Finals e, soprattutto le ATP Finals. Binaghi non lo dice esplicitamente, ma il Foro Italico gli sta stretto. Oltre ai limiti strutturali, la faccenda del torneo a porte chiuse (sbloccata in modo posticcio e parziale per gli ultimi due giorni) non gli è andata giù. Prima del torneo aveva attaccato esplicitamente la Regione, parlando di idiozia nel non aprire l'impianto al pubblico. Adesso, forte di numeri importanti e un giro d'affari a otto zeri, lascia intendere che lo porterebbe volentieri altrove.

"Se fossi sicuro che il torneo non perderebbe appeal lo avrei già spostato. Questo è un posto meraviglioso, ma ci sono anche le esigenze della federazione. Altrove si potrebbero creare sinergie per creare il nostro Flushing Meadows, un centro che raccolga tutto quello che ruota attorno alla FIT" Angelo Binaghi
Matchpoint, premiazione e discorso di Novak Djokovic

Anzi, lo dice chiaramente: “Se fossi sicuro che il torneo non perderebbe appel lo avrei già fatto. Questo è un posto meraviglioso, ma ci sono anche le esigenze della federazione. Siamo affezionati a Roma pur non nascondendo i difetti che la romanità crea in termini di problematiche al nostro torneo”. Poi, quella che sembra una frase più Spaventa-Lazio che concreta: a suo dire, in altre Regioni si potrebbero creare sinergie per creare il “nostro Flushing Meadows, un centro che raccolga tutto quello che ruota attorno alla FIT”. Ok, ma dove? E con quali soldi? Il paragone con il Billie Jean King National Tennis Center evoca una storica frase di Rino Tommasi: “Gli americani hanno costruito Flushing Meadows in nove mesi: lo stesso tempo che in Italia serve affinché una pratica passi da una scrivania all'altra”. Binaghi mostra un ottimismo che pare esagerato: per ottenere l'OK dell'ATP, trovare e costruire gli impianti servirebbero “come minimo” 4-5 anni. “Ci sono 3-4 Regioni che percepiscono meglio di altre come il tennis sia attraente. A Roma ho trovato in vent'anni la peggiore collaborazione possibile”.

Il quasi è d'obbligo, ma l'idea binaghiana sembra, appunto, quasi impossibile. Costruire un impianto permanente per un torneo così importante costerebbe una cifra enorme. Dove si trova un ente disposto a sborsare milioni e milioni per costruire un impianto in grado di ospitare un Masters 1000 all'aperto, peraltro con formula combined? Il Rulebook ATP ci viene in soccorso e ricorda gli standard minimi per un torneo di questo livello: devono esserci almeno 16 campi in loco (8 per le partite, 8 per gli allenamenti), con i campi di gioco che devono rispettare determinati standard di capienza: 12.000 per il Centrale, 4.000 per il secondo campo, 2.000 per il terzo e 400 per tutti gli altri. Senza dimenticare che gli Show Courts più un campo di allenamento devono essere illuminati con un'intensità di almeno 1.076 lux (ma ne sono consigliati 2.000 per garantire una produzione televisiva in HD). Sembra molto difficile che in Italia possa realizzarsi ex-novo un impianto del genere.

Virginia Raggi assiste alla finale femminile. La sindaca di Roma non è oggetto del risentimento di Angelo Binaghi
La sintesi della finale femminile, terminata col ritiro di Karolina Pliskova

E poi, dove? Il paragone con Milano e Torino non regge, poiché gli eventi indoor di novembre hanno una logistica estremamente più facile, giocandosi su un solo campo. Il Pala Alpitour di Torino era già pronto, mentre l'Allianz Cloud di Milano è stato inaugurato lo scorso anno ma, ovviamente, è un palazzetto multifunzionale. Tra l'altro, lo stesso Foro Italico non soddisfa appieno i requisiti ATP. Il Centrale ospita 10.500 persone (e non 12.000), e tra Viale dei Gladiatori e Viale delle Olimpiadi ci sono 14 campi (e non 16). Per non parlare del tetto sul Campo Centrale, di cui si parla da almeno vent'anni e non è ancora stato realizzato. Il regolamento ATP prevede delle deroghe che sono state concesse, ma si tratta pur sempre di deroghe. La Caja Magica di Madrid, unico torneo paragonabile, non sarà una meraviglia architettonica ma ha 16 campi, un centrale da 12.500 e ben tre campi dotati di tetto retrattile.

In sede di presentazione, alcune dichiarazioni di Binaghi avevano lasciato perplessi: “Se ci avessero detto prima che a Roma non ci sarebbe stato pubblico, l'avremmo organizzato altrove, magari a Genova dove c'è un'impianto permanente, o in Puglia, dove in passato si sono già giocati gli Internazionali femminili”. Avevamo già scritto che ospitare un torneo del genere a Valletta Cambiaso è impossibile. Un dato su tutti: l'impianto ospita appena 4 campi in terra rossa. Quanto alla Puglia, non sappiamo cosa intendesse. Questa è la realtà. Gli impianti non ci sono, costruirli richiederebbe (molto) tempo e una valanga di soldi. Soldi veri. Se davvero la FIT dovesse riuscire a creare una Flushing Meadows italiana, ci sarebbe da togliersi il cappello. Vito Cozzoli, presidente di Sport e Salute, ha dato risposta immediata dicendo che la sua società punta forte sul Foro Italico e di avere tutto l'appoggio necessario. Senza dimenticare che la stessa BNL vorrebbe restare a Roma. “Musica per le mie orecchie” ha replicato Binaghi, che comunque non potrebbe vivere in prima linea l'eventuale spostamento, poiché nel 2024 dovrà per forza lasciare la poltrona di presidente.

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    Il numero di campi richiesti per un Masters 1000 all'aperto, con la formula combined. A Roma ce ne sono 14.

C'è poi la questione dell'upgrade. Ne abbiamo parlato qualche giorno fa: la leadership italiana dell'ATP ha elaborato un documento di 92 pagine che prevede l'upgrade di alcuni tornei Masters 1000. I prescelti sarebbero Roma, Madrid e Shanghai, prolungandosi a 11-12 giorni. Binaghi è stato più preciso: il torneo durerebbe 15 giorni (12 di main draw e 3 di qualificazioni) e costerebbe circa 6 milioni di dollari in più, tra montepremi e spese extra per tenere attivo l'impianto. Non c'è corrispondenza su un punto: il presidente FIT ha parlato di tabelloni a 96 giocatori, sulla falsariga di Indian Wells e Miami, mentre altre fonti parlano di 64. Poco importa.

Il sogno di un upgrade potrebbe realizzarsi presto: parliamo del 2022 o forse più probabilmente del 2023. È presto, ancora non so dire se ce la faremo, sei milioni non sono uno scherzo. In un altro momento storico avrei detto OK già per il 2021”. Roma si inserisce in un contesto più ampio, il cui obiettivo è dare respiro ai giocatori e ottimizzarne la programmazione. Madrid e Roma si snoderebbero su quattro settimane, e nelle rispettive seconde settimane troverebbero spazio alcuni ATP 250. Binaghi ha rivelato che la FIT dovrà dare una risposta al progetto entro qualche settimana: allora sapremo con più chiarezza quale sarà il futuro immediato degli Internazionali BNL d'Italia.

In ultimo, c'è la questione sui biglietti e i rimborsi dovuti agli oltre 150.000 appassionati che non hanno potuto assistere al torneo, né a maggio, né a settembre: mercoledì partirà via mail l'invio del super-voucher, un buono del valore del biglietto (o dell'abbonamento) del 2020, maggiorato del 25%, che sarà utilizzabile per tutto il 2021 per Roma, ATP Finals e Next Gen Finals. Circa il 90% del pubblico ha acquistato il biglietto online, mentre chi lo aveva acquistato nei rivenditori sul territorio dovrà recarsi nel punto vendita entro 30 giorni per usufruirne (il tempo è quello che è, ma le normative sono queste). A metà ottobre scatterà la prevendita per il torneo del 2021, e c'è curiosità per conoscere l'aumento percentuale dei costi dei biglietti. 

Ribadendo quanto esposto due settimane fa, Binaghi ha dedicato qualche parola a chi non vorrà usufruire del voucher e avere indietro i propri soldi. “Stiamo cercando la copertura finanziaria”. È l'ammissione che i soldi incassati dalla biglietteria non sono più disponibili, e non sono state date tempistiche in merito. A proposito di questo, se c'è difficoltà per i rimborsi (sarà interessante vedere quanto riusciranno a risparmiare grazie ai super-voucher), è comprensibile la “preoccupazione” espressa da Binaghi per i 6 milioni extra che andrebbero pagati in caso di upgrade del torneo. Parlare di spostamento è affascinante, ma nella situazione attuale non sembra una via così percorribile.