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IL PROGETTO

Il nuovo circuito ATP: Roma in 11-12 giorni dal 2022

L'Equipe ha anticipato i piani dell'ATP, racchiusi in un documento di 92 pagine: Roma avrebbe un upgrade insieme a Madrid e Shanghai. Per il resto, c'è l'obiettivo di guadagnare molto di più dai diritti TV e digital. Fino a oggi, il tennis non sfrutta a sufficienza lo status di quarto sport più popolare al mondo.

Riccardo Bisti
17 settembre 2020

92 pagine per rilanciare il tennis. Un maxi-documento sintetizza la visione del futuro della gestione italiana ATP, col presidente Andrea Gaudenzi e l'amministratore delegato Massimo Calvelli. Un paio di giorni fa abbiamo illustrato i progetti dell'unione PTPA: il cofondatore Vasek Pospisil ha spiegato che non c'è alcuna intenzione di andare contro l'ATP. “Anzi, daremo loro il sostegno e il tempo necessario per realizzare la loro visione”. Le intenzioni sono racchiuse nel documento di cui l'Equipe ha fornito alcune anticipazioni. Conoscendo la mentalità e le idee di Gaudenzi, non c'è da sorprendersi: grande attenzione al marketing, al mondo digital e all'innovazione. L'obiettivo è rilanciare l'immagine del tennis, rinfrescarla e renderla appetibile. Tali esigenze si sono scontrate con la spinta dei giocatori, convinti di non essere rappresentati al meglio fino al punto di lanciare la PTPA. Indebolita da certe pressioni, nonché dal disastro COVID, l'ATP prova a reagire con questo piano. Tuttavia, c'è la premessa che sarà difficile portarlo a termine se proseguiranno frammentazioni e divisioni interne.

È stato creato un gruppo di lavoro per ogni istanza”, si scrive. Come se non fosse soltanto un Board a decidere, ma che ogni mossa operativa sia affidata a specialisti del settore. Più professionalità, più competenze specifiche. Il tennis vuole migliorare la sua appetibilità in termini di diritti TV e media. Secondo l'ATP, si tratta del quarto sport più popolare al mondo. Col suo seguito di un miliardi di persone, èsi trova alle spalle di calcio, basket e cricket (popolarissimo in alcune zone del mondo). Tuttavia, a tale seguito non corrisponde un adeguato guadagno. Il tennis sarebbe soltanto in ottava posizione come guadagni nei diritti TV. Con un modesto 1.3% sul totale delle entrate, si trova alle spalle di calcio, football americano, basket, baseball, cricket, hockey e golf. “E se non interveniamo subito, c'è il rischio di finire ancora più indietro”.

Qualora i tornei (si partirà dai Masters 1000) dovessero avere un profitto netto, la torta sarebbe distribuita in parti uguali tra i tornei stessi e un fondo per i giocatori.
ATP Media ha digitalizzato parecchi contenuti dal 1990 a oggi. Qui, i punti più spettacolari di Carlos Moyà

Se altre discipline spingono forte sui contenuti digital, il tennis dipende molto dagli introiti di biglietteria. Il 34% delle entrate arriva dal pubblico pagante in loco. Il che va benissimo, considerando la desolazione dei tornei a porte chiuse, ma c'è bisogno di una rivoluzione digitale che è appena iniziata. Per esempio, la pagina Youtube di Tennis TV offre ogni giorno contenuti sempre più accattivanti e ben montati. Si tratta di un primo passaggio per focalizzare l'approccio sul pubblico. E l'arrivo di nuovi competitor potrebbe essere decisivo: Netflix, Spotify, Facebook e Amazon potrebbero entrare a gamba tesa nel mondo dei diritti. In Gran Bretagna, Amazon Prime ha già acquisito diritti importanti. È possibile che succeda anche altrove. Da tempo si parla della soglia d'attenzione dei giovani, drasticamente ridotta a causa dell'utilizzo sfrenato dei social network e dalla possibilità di avere tutto e subito.

Per la prima volta, tale sensazione è suffragata dai dati: il pubblico che segue i match in diretta si è ridotto al 55%, mentre il restante 45 si limita agli highlights e format più brevi. In virtù di questo, è imperativo soddisfare questo tipo di esigenze. L'idea è creare un'unità di produzione centralizzata, in modo da studiare nuove grafiche e inondare i social di nuovi contenuti. In virtù di questo, è stata attivata una società di consulenza denominata ATP Business Advisory Board, comprensiva di massimi esperti del settore, provenienti da realtà come Apple Music, Facebook, Bwin e Amazon. Insomma, aspettiamoci un prodotto tennis sempre più patinato, curato e attento alla post-produzione.

La storica conferenza stampa del 1989 che portò l'ATP a prendere in mano il circuito maschile
Tutti i matchpoint dei Masters 1000 e delle ATP Finals dal 1990 a oggi

Aspetti importanti, ci mancherebbe: ma sono ancora più cruciali le intenzioni nella gestione dei rapporti interni. Visto che i giocatori ritengono di non essere compensati in modo equo, c'è un progetto di trasparenza sui prize money. Intanto, l'obiettivo è aumentare i montepremi del 2,5% all'anno. Ancora più importante l'idea di par condicio economica: qualora i tornei (si partirà dai Masters 1000) dovessero avere un profitto netto, la torta sarebbe distribuita in parti uguali tra i tornei stessi e un fondo per i giocatori. A tutto questo, si aggiungerebbe un bonus di fine anno. Si tratterebbe di un passo avanti, visto che Pospisil ha denunciato le mancate promesse sui libri contabili dei Masters 1000. Lo scorso anno, erano stati promessi ai giocatori ma non è ancora avvenuto. Ovviamente ci sarà una tutela anche per i tornei, con un significativo prolungamento delle licenze. I Masters 1000 saranno blindati per trent'anni, mentre gli ATP 500 per quindici. In questo modo, potranno effettuare progetti a lungo termine, anche sul piano del business. A chiudere, ci sono idee importanti per una ristrutturazione del calendario.

Se ne parla da decenni, ma alla fine non è mai successo. Troppi interessi in ballo, equilibri troppo sottili per essere spezzati. Tuttavia, sembra che l'ATP sia sempre più convinta a lanciare alcuni tornei rispetto ad altri. La bella notizia è che gli Internazionali BNL d'Italia dovrebbero entrare nell'elite. Sulla falsariga di Indian Wells e Miami, altri tre tornei potrebbero essere allungati a 11-12 giorni: Madrid, Roma e Shanghai. Nella loro seconda settimana, ci sarebbe un ATP 250 (un po' come accaduto con Kitzbuhel durante lo Us Open). L'idea è migliroare la programmazione, dare più riposo ai giocatori, aumentare il volume d'affari e rendere il tutto più redditizio. Per Roma sarebbe un bel colpo, soprattutto dopo i mancati introiti del 2020. Il progetto scatterebbe nel 2022 e – sia pure senza i tabelloni a 96 (si andrebbe a 64) – sarebbe un leggero upgrade per il torneo del Foro Italico. Soltanto il tempo ci dirà quali e quante delle idee ATP diventeranno realtà. Sulla carta, le idee sembrano buone. Ma con sette organi di governance e i giocatori mai così combattivi, la strada potrebbe essere molto lunga.