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Gaudenzi: "Arabia Saudita? Vogliamo essere in più posti possibili"

Andrea Gaudenzi, rieletto a capo dell’ATP fino al 2026, ha parlato con Forbes. Molti i temi affrontati, dal progetto ‘Baseline’ agli investimenti dell’Arabia Saudita, con uno sguardo ai possibili miglioramenti futuri. C’è aria di cambiamento nel mondo del tennis.  

Alessio Fabrizi
6 settembre 2023

Ci eravamo lasciati il 22 agosto con una comunicazione ufficiale sul sito dell’ATP in cui veniva lanciato con grandi proclami il programma ‘Baseline’. Una settimana dopo l’annuncio, Andrea Gaudenzi, presidente dell’ATP, ha rilasciato un’intervista per Forbes. “Quello che fa il programma Baseline è garantire una linea di base, garantita in caso di scarse prestazioni, in caso di infortuni, e aiuta i tennisti più giovani. Perché non tutti i giovani giocatori hanno una federazione molto forte o genitori che, quando irrompono nei 125, possono pianificare la loro carriera e il loro futuro nel modo migliore. Penso che dia un po' più di sicurezza, ma sta venendo fuori da questo concetto... I tornei sono ora più aperti per aiutare i giocatori. Vogliamo che siano coinvolti perché ora siamo partner. Prima era più come se tu fossi il talento, noi i promotori”. Un’idea ben chiara, sposata da un ex tennista al quale da sempre è stato insegnato – dal papà ingegnere – ad avere un occhio di riguardo per i conti per evitare brutte sorprese. Se a tutto questo si aggiunge la sua ‘frustrazione’ – risalente agli anni 90’–  quando da top-20 e numero 1 d’Italia guadagnava meno di un buon calciatore della Serie B italiana, vien da sé aspettarsi la volontà di apportare un cambiamento che, qualora dovesse funzionare, potrebbe essere rivoluzionario.

Non solo ‘Baseline’, il 2023 sarà ricordato anche per gli scossoni provocati dagli investimenti del fondo sovrano saudita nel mondo dello sport. Un’ondata sviluppatasi dal calcio – a partire dall’operazione Ronaldo – fino ad arrivare al tennis. Da quest’anno, almeno fino al 2027, le Next Gen Finals  si giocheranno in Arabia Saudita e il montepremi da 2 milioni di euro farà sicuramente gola ai migliori Under 21 del circuito. Gaudenzi, nella sua one-to-one per Forbes è stato chiaro: “Parto dal presupposto che siamo uno sport globale e ovviamente vogliamo cercare di essere in più posti possibili. Siamo stati in Medio Oriente dai primi anni '90. Abbiamo tornei a Doha e Dubai. Ovviamente ora l'Arabia Saudita si sta aprendo ed è molto interessata ad ospitare eventi sportivi. Ci hanno contattato e abbiamo fatto un accordo per la Next Gen. [...] Ma in generale, siamo aperti anche a discutere oltre le Next Gen Finals tanto quanto siamo aperti a discutere con qualsiasi altro mercato o qualsiasi altra parte che sia interessata a investire nello sport. È nostro dovere parlare con tutti ed è quello che stiamo facendo”.

"Perché non tutti i giovani giocatori hanno una federazione molto forte o genitori che, quando irrompono nei 125, possono pianificare la loro carriera e il loro futuro nel modo migliore. Penso che dia un po' più di sicurezza"
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Contratti ricchi sì, ma il grande SE, quando si parla di Arabia Saudita, è in tema di diritti umani: “È un argomento molto sensibile ed è molto, molto difficile. Inoltre, è davvero complicato elaborare una politica perfetta dei diritti umani. Qual è il futuro? Qual è la tendenza? C'è una volontà di migliorare le cose e andare nella giusta direzione? C’è un'evoluzione diversa e sicuramente vediamo una volontà di migliorare. Per esempio, sui diritti delle donne. Ovviamente, continueremo a monitorare la situazione come facciamo in ogni parte del mondo. Ma sì, è una sfida e stiamo considerando anche questa opzione. Stiamo discutendo. Così come stiamo discutendo con altre parti, la complessità è dovuta al calendario. Non sarà facile perché è un calendario molto affollato. Abbiamo nove Masters, quattro Slam, le Finals, i 500 e i 250. Quindi non c'è spazio illimitato”.

Non solo Arabia Saudita, un altro tema dell’intervista riguarda i diritti TV. Secondo il presidente ATP, questi rappresentano uno degli aspetti in cui si può (e si deve) migliorare. Attualmente, come da lui dichiarato, il fatturato tra ATP e WTA – Slam compresi –ammonta a circa 2.2 miliardi di dollari (700 milioni solo dall’ATP). Una cifra notevole che per Gaudenzi può salire almeno a tre miliardi nonostante i limiti che uno sport individuale comporta. “Non saremo mai dove è il calcio. Non c'è uno sport individuale che si sia mai avvicinato a quello. I due sport individuali più popolari sono il golf e il tennis. Abbiamo problemi molto simili e abbiamo una struttura molto simile. E si potrebbe discutere, Guarda il golf. Sono un’ associazione di giocatori. Così loro prendono tutte le decisioni. Principalmente perché? Perché c'è meno richiesta di infrastrutture nel golf. Non è necessario costruire l'Arthur Ashe Stadium per avere un evento di golf ”. In tal senso, in termini di visibilità, le nuove rivalità rappresentano una manna dal cielo. La sfida generazionale tra Alcaraz e Djokovic è sotto i riflettori e la rivincita della finale di Wimbledon – senza dimenticare la finale di Cincinnati – è tutt’altro che utopia. Lo spagnolo dovrà superare Medvedev in semifinale, compito sulla carta più semplice per il serbo, tra lui e la finale dello Us Open c’è Shelton.    

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