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IL CASO

“Escludete i russi da qualsiasi competizione!”

Con un fermo comunicato, il Comitato Olimpico Internazionale chiede di escludere atleti russi (e bielorussi) da qualsiasi evento. Il tennis rischia di essere particolarmente colpito. La federtennis ucraina si associa, mentre Elina Svitolina non giocherà con la russa Potapova. “A meno che...”

Riccardo Bisti
1 marzo 2022

È molto triste quando sport e politica si mescolano in questo modo. Perché non esiste – né mai esisterà – un modo giusto per affrontare vicende come quella che si sta verificando tra Russia e Ucraina. Non è questa la sede per raccontare i fatti, da quando le truppe russe sono entrate nel territorio ucraino e ci sono state le prime esplosioni. È in corso un bombardamento mediatico nel quale è difficile destreggiarsi e costruirsi un'idea precisa. Ma è la sede per cercare di capire cosa accadrà nel tennis, forse lo sport più coinvolto da eventuali decisioni di politica sportiva. È così per almeno due motivi: è una delle discipline più internazionali al mondo, con eventi quasi ogni settimana, ai quattro angoli del globo. E poi alcuni dei migliori tennisti sono russi, peraltro con una valida rappresentanza ucraina. Ed è tristemente curioso che tutto questo avvenga nella settimana in cui Daniil Medvedev è diventato numero 1 ATP. Per adesso, l'unica decisione presa dagli organi di governo tennistici è la cancellazione di un torneo Challenger a Mosca. Sul piano dei grandi eventi, il WTA di San Pietroburgo si è già svolto, mentre la Kremlin Cup di Mosca è ancora lontana.

Per allora (ottobre), si spera che la diplomazia abbia trionfato. L'interesse, dunque, si sposta sugli atleti, da Medvedev in giù. Il rischio che vengano sanzionati, fino ad essere esclusi, è diventato concreto dopo le raccomandazioni del Comitato Olimpico Internazionale (CIO), già piuttosto severo dopo il doping di stato accertato qualche anno fa: fino al dicembre 2022 le rappresentative russe non possono utilizzare inno e bandiera. Si è visto alle recenti tornate olimpiche di Tokyo e Pechino, mentre nel tennis abbiamo vissuto i trionfi in BJK Cup e in Coppa Davis con il logo Russian Tennis Federation. Ma adesso il CIO vuole di più: “Al fine di proteggere l'integrità delle competizioni sportive, e per la sicurezza di tutti i partecipanti, il comitato esecutivo CIO raccomanda che le federazioni sportive internazionali e gli organizzatori di eventi non consentano la partecipazione di atleti e funzionari russi e bielorussi nelle competizioni internazionali”. Boom? Sì, anche se il concetto di raccomandazione è fumoso. Non è un obbligo, e non si vede come il CIO possa negare la partecipazione a determinati atleti se non gestisce direttamente una competizione.

ASICS ROMA
«Rendo omaggio a tutti i giocatori, in particolare russi e bielorussi, che hanno coraggiosamente affermato la loro posizione contro la guerra. Il loro sostegno è essenziale» 
Elina Svitolina
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Daniil Medvedev rivendica il diritto a sognare di ciascun bambino

Non a caso, la stessa dichiarazione lascia un certo margine di manovra. “Laddove non sia possibile a causa del breve preavviso o per motivi organizzativi e legali, il CIO esorta vivamente gli organizzatori a fare tutto quanto in loro potere per garantire che i cittadini russi e bielorussi vengano accettati solo come atleti o squadre neutrali. Non devono essere esposti simboli, colori, bandiere o inni nazionali”. Scene a cui siamo abituati da qualche anno – sia pure per altre ragioni – e che si ripresenteranno alle imminenti Paralimpiadi invernali, al via venerdì prossimo. Inoltre, il CIO ha già affermato che toglierà a Vladimir Putin l'Ordine Olimpico, riconoscimento risalente al 2001. La situazione è in rapido divenire e oggi è difficile ipotizzare se saranno prese decisioni forti in senso globale. Per adesso, ogni sport agisce in autonomia. Ha fatto rumore la scelta di escludere la nazionale di calcio russa dai prossimi mondiali in Qatar (avrebbero dovuto giocare lo spareggio contro la Polonia), mentre la Formula 1 ha già bandito l'utilizzo di simboli e bandiere per team e piloti russi. E il tennis? Grazie all'agenzia Reuters, apprendiamo che la federtennis ucraina ha scritto una lettera all'ITF, in cui chiede l'immediata espulsione di Russia e Bielorussia, oltre all'esclusione dei suoi atleti da qualsiasi competizione individuale e a squadre. Nella missiva, le operazioni militari russe sono descritte come “senza precedenti, ciniche e sanguinose. Stanno morendo civili, comprese donne e bambini. Le infrastrutture civili stanno crollando.

Questa è una guerra su vasta scala che riporterà il nostro Paese indietro di decenni”. Sempre secondo la federazione ucraina, l'obiettivo dell'invasione sarebbe addirittura uno sterminio. Dopo la diffusione di questa lettera, Reuters ha raccolto la testimonianza di Seva Kevlych, membro del Consiglio Federale, secondo cui gli atleti russi dovrebbero essere esclusi dagli Slam, così come le le nazionali di Davis e BJK Cup. “Medvedev può giocare nel circuito ATP, ma gli Slam sono eventi ITF e se non ha la possibilità di giocarli non potrà mai essere numero 1 – ha detto – andrebbe bandito da Roland Garros, Wimbledon e Us Open. Non mi interessa che la Russia sia detentrice di Davis e BJK Cup. Per loro sarebbe una grande vergogna essere esclusi”. In risposta a queste rimostranze, l'ITF ha detto di aver agito rapidamente, cancellando a tempo indeterminato tutti gli eventi sotto la propria egida in Russia, e aver annullato per tutto il 2022 quelli in Bielorussia. “La situazione è un rapida evoluzione: siamo discutendo attivamente con la famiglia ITF e il Consiglio d'Amministrazione per allinearci in vista della prossima azione. Siamo vicini all'Ucraina e stiamo lavorando con la loro federazione. In questo momento, la nostra priorità è la sicurezza dei giocatori e di tutti coloro che partecipano ai nostri eventi”. Traduzione: arriveranno altre decisioni, ma per il momento non c'è ancora nulla di certo.

Le sorelle Dayana e Ivanna Yastremska sono scese in campo a Lione avvolte nella bandiera dell'Ucraina

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Elina Svitolina informa che non giocherà contro russe o bielorusse fino a quando sarà concessa l'esposizione di simboli e bandiere

Nel frattempo, i protagonisti del circuito stanno dicendo la loro tramite i social media. Dopo che Andrey Rublev aveva preso posizione scrivendo “No War, Please” su una telecamera, lo stesso Medvedev e Anastasia Pavlyuchenkova hanno scritto interventi a favore della pace. Ma il gesto più eclatante è arrivato da Elina Svitolina, che in questo momento si trova a Monterrey per il locale torneo WTA. Il sorteggio le ha messo contro proprio una russa, Anastasia Potapova, ma non è detto che scenderà in campo (il match è programmato alle 2 della notte italiana tra martedì e mercoledì). “Noi tennisti ucraini abbiamo chiesto ad ATP, WTA e ITF di seguire le raccomandazioni del CIO di accettare i cittadini russi e bielorussi solo come atleti neutrali, senza mostrare simboli, colori, bandiere o inni nazionali – ha scritto su Instagram – di conseguenza, voglio annunciare che non giocherò domani a Monterrey o in nessun altro match contro russe o bielorusse fino a quando le nostre organizzazioni non prenderanno questa decisione necessaria. Non incolpo nessuno degli atleti russi. Non sono responsabili dell'invasione della nostra madrepatria.

Inoltre rendo omaggio a tutti i giocatori, in particolare russi e bielorussi, che hanno coraggiosamente affermato la loro posizione contro la guerra. Il loro sostegno è essenziale”. Detto che anche Anastasia Potapova, sua ipotetica avversaria, si è espressa a favore della pace, hanno fatto richieste simili anche Marta Kostyuk e Lesia Tsurenko, le altre due migliori giocatrici ucraine. E ha fatto il giro del mondo la scelta di Sergiy Stakhovsky di arruolarsi nell'esercito ucraino. In tutta onestà, ci sembrano richieste ragionevoli. Il mondo dello sport non può permettersi di andare avanti come se niente fosse, come se fosse un mondo parallelo. Allo stesso tempo – per quello che rappresenta, in termini sociali e di aggregazione globale – deve inviare un segnale contro qualsiasi forma di violenza, sia pure senza penalizzare atleti che non hanno nessuna colpa. Per questo, pur sembrando una scelta un tantino ipocrita, la soluzione di privare della bandiera gli atleti russi ci sembra la meno peggiore. Sarebbe troppo crudele impedire a Medvedev e company di giocare a tennis soltanto perchè sono nati in un Paese piuttosto che in un altro. Ma fare qualsiasi previsione, in questo momento, è davvero azzardato.