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TENNIS & POLITICA

Ecco come funzionerebbe il nuovo Premium Tour 

Quattro Slam, dieci super-tornei, un evento a squadre e un Master combined: è il pilastro su cui si fonderebbe il nuovo Super Circuito del tennis mondiale. Prima della "bomba PIF", la riunione tenutasi a Indian Wells aveva definito le linee guida.

Riccardo Bisti
14 marzo 2024

Alla fine è solo una questione di soldi. Legge universale, diretta proporzionalità tra disponibilità economiche e facilità della vita. Va così anche nel tennis. Secondo quanto informa il Telegraph, fonte autorevole e attendibile, l'attesa riunione per definire le linee guida del possibile “Premium Tour” si è svolta sabato scorso a Indian Wells. Ne abbiamo parlato spesso in questi mesi: annusato il rischio di un ridimensionamento dell'estate australiana a causa delle mire organizzative degli arabi, il lider maximo di Tennis Australia, Craig Tiley, ha ideato un circuito tutto nuovo che cambierebbe dogmi pluridecennali. Non più il calendario come lo conosciamo noi, ma un numero limitato di eventi (16, pare) che definirebbero la classifica mondiale. Tutto il resto del circuito sarebbe accessorio, utile per qualificarsi al tour principale. Gli avrebbero trovato ance un nome: “Contender Tour”. Alla riunione erano invitati i rappresentanti di diciassette tornei: i quattro Slam, i nove Masters 1000, i tornei cinesi di Pechino e Wuhan e quelli mediorientali di Doha e Dubai.

Pare che ci fossero quasi tutti, con partecipazioni in presenza e in remoto, per capire come si snoderebbe un circuito che avrebbe un importante effetto collaterale: garantirebbe l'agognata parità di montepremi, argomento molto caro al lato rosa del tennis. In questo momento, la parità esiste solo negli Slam e in pochi altri tornei, ma la WTA ha attivato una roadmap che prevederebbe il raggiungimento dell'uguaglianza nel 2033. In questo momento, i top-10 uomini incassano circa il 60% in più rispetto alle omologhe donne. Pare evidente che le fonti del Telegraph siano britanniche, visto che il cronista Simon Briggs informa che a Indian Wells c'erano l'amministratrice delegata Sally Bolton e il membro del comitato Tim Henman, mentre la neo-presidente Debbie Jevans era collegata in remoto. Wimbledon è a favore del progetto: Henman avrebbe detto che l'attuale offseason è troppo breve. A suo dire, i tennisti hanno bisogno di almeno otto settimane per preparare la nuova stagione. Il “Premium Tour” lo renderebbe possibile. Ma come si svilupperebbe? La bozza emersa (non sappiamo quanto rudimentale) prevederebbe i quattro Slam, dieci tornei Masters, una competizione a squadre e i Masters di fine anno.

Non più il calendario come lo conosciamo noi, ma un numero limitato di eventi che definirebbero la classifica mondiale. Tutto il resto del circuito sarebbe accessorio, utile per qualificarsi al tour principale. Gli avrebbero trovato ance un nome: “Contender Tour

I dieci tornei prescelti sarebbero Doha, Indian Wells, Miami, Monte-Carlo, Roma, Madrid, un torneo su erba non specificato, il Canadian Open (Toronto-Montreal), Cincinnati e Pechino. Rispetto al calendario attuale ci sarebbero alcune modifiche:
- l'upgrade di Doha, che attualmente è un 1000 femminile (ma solo 250 maschile)
- La concentrazione su Pechino degli eventi in Cina: in questo momento c'è un ricchissimo WTA 1000, mentre l'equivalente al maschile si gioca a Shanghai
- L'inserimento di un torneo sull'erba, di cui si parla da anni
- L'uscita di scena di Parigi-Bercy: sorprendente, visto che di recente è stato ufficializzato lo spostamento (a partire dal 2025) nella maestosa La Defense Arena.
Non viene menzionata l'Arabia Saudita, ma si ritiene che il Masters di fine anno (anch'esso previsto con la formula combined) potrebbe trasferirsi a Riyadh o Jeddah. Quest'ultimo aspetto tocca da vicino l'Italia: giusto mercoledì Angelo Binaghi ha snocciolato i numeri delle prime tre edizioni italiane delle ATP Finals. A parte le celebrazioni, si è detto molto fiducioso sul futuro.

L'Italia vorrebbe mantenere il torneo anche per i cinque anni successivi, facendo leva anche sulla futura inaugurazione del Pala Italia di Santa Giulia, Milano. Sarà il più grande palazzetto italiano e potrebbe restituire un po' di potere contrattuale nelle trattative, visto che sul piano economico nessuno può competere con gli arabi. Si sussurra che Torino potrebbe avere un prolungamento fino al 2027, ma sono semplici supposizioni. Qualora il progetto del Premium Tour dovesse andare in porto, potrebbe esserci un rimescolamento anche sulla questione Finals.
Tornando al circuito, la bozza discussa a Indian Wells ha alcune debolezze. A Monte-Carlo, per esempio, c'è un chiaro problema di logistica. Il Country Club fatica a contenere un tabellone con 56 uomini, figurarsi accoglierne 192 tra maschi e femmine. Una possibile soluzione sarebbe quella di abbandonare il combined e ospitare la tappa femminile a Stoccarda, laddove si gioca un ricco torneo sulla terra indoor (sponsorizzato da Porsche). Potrebbe esserci una soluzione simile per il torneo su erba, con gli uomini al Queen's di Londra e le donne a Eastbourne. E poi mancano tornei indoor, e l'eventuale esclusione dell'attuale Parigi Bercy sarebbe decisamente rumorosa. E cosa direbbero gli organizzatori di Shanghai, che per anni hanno vinto il premio come miglior Masters 1000? Oppure quelli di Dubai? Per quale motivo dovrebbero essere penalizzati a favore di Doha?

L'Inalpi Arena di Torino è certa di ospitare le ATP Finals fino al 2025

Se il Premium Tour dovesse andare in porto, questa spiegazione del calendario ATP-WTA diventerebbe improvvisamente anacronistica

C'è poi un altro aspetto, per ora poco considerato: come funzionerebbe la classifica mondiale? C'è il rischio di avere due ranking, quello principale e quello riservato al Contender Tour, utile per dare accesso ai tornei maggiori. Una bella complicazione per chi segue, senza contare che c'è il drammatico precedente dell'ITF Transition Tour, che qualche anno fa aveva sperimentato qualcosa di simile, sia pure a livelli più bassi. In sintesi, i tornei ITF (gli ex Futures) erano stati quasi del tutto privati di punti ATP-WTA. Il progetto fu respinto con perdite dopo qualche mese. Qui sarebbe un po' diverso, ma i problemi principali – a oggi – sono due: da un lato i tornei dovrebbero iscriversi al progetto, abbandonando il circuito attuale. E poi i migliori giocatori dovrebbero partecipare. Scenario a simile a quello (reale) dell'Eurolega di basket e quello (per ora scongiurato) della Superlega di calcio. A Indian Wells erano presenti anche i leader dei circuiti ATP e WTA, Andrea Gaudenzi e Steve Simon (che formalmente non è più capo, ma è ancora molto influente): va da sé che sarebbero le parti maggiormente danneggiate. Gaudenzi non è certo felice all'idea di un modello che declasserebbe quasi tutti i tornei, oltre a ridurre la voce in capitolo dell'ATP nella gestione del calendario.

Più possibilità Steve Simon: non è difficile intuirne il motivo. Il tennis femminile genera meno denaro rispetto al maschile: la roadmap descritta in precedenza sembra di difficile realizzazione, visto che – bilanci alla mano – i ricavi della WTA non sono minimamente paragonabili a quelli ATP. Nel 2022, il sindacato maschile ha incassato circa 280 milioni di euro contro i 105 del femminile. Più in generale, la questione rischia di sfociare nella politica. Gli Slam dovranno convincere i tornei più ricchi ad aderire al progetto, e sarà un lavoro di cucitura. Miami e Madrid, per esempio, ragioneranno insieme essendo gestiti dalla stessa agenzia (IMG). Non è impossibile, dunque, uno scenario con alcuni tornei aderenti e altri no. In questo senso potrebbe essere decisiva l'opinione dei giocatori, e la PTPA di Novak Djokovic – per nulla tollerata dall'ATP – potrebbe avere un ruolo importante. Di sicuro, durante l'Australian Open si sono tenuti incontri con alcuni dei migliori, in cui il Premium Tour ha toccato un tasto a cui gli organizzatori sono molto sensibili: il loro progetto garantirebbe meno lavoro e più denaro. Eh sì, alla fine rischia di essere solo una questione di soldi.