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DAVIS CUP FINALS

Un'occasione d'oro. Forse irripetibile

A Malaga mancheranno le tre squadre più forti: Russia, Spagna e Stati Uniti. L'Italia si presenterà da favorita alla Final Eight, a patto che Filippo Volandri riesca a portare la formazione migliore. Con otto convocabili e le polemiche dietro l'angolo, è atteso da due mesi molto complicati.

Da Bologna, Riccardo Bisti (Foto di Felice Calabrò)
18 settembre 2023

Passata la grande paura, è giusto prendersi qualche ora per tirare il fiato e ricaricare le batterie in vista della fase a eliminazione diretta. Ma sarà vietato sbagliare ogni singola mossa, perché mai come nel 2023 l'Italia ha la chance di sollevare l'Insalatiera. Non sarebbe paragonabile – neanche un po' – alla vera Coppa Davis, ma i giocatori e lo staff tecnico non hanno alcuna responsabilità. E l'importanza mediatica e sociale di un successo sarebbe straordinaria. Le premesse sono le migliori possibili, perché a Malaga mancheranno le tre squadre sulla carta più pericolose: Russia, Spagna e Stati Uniti. La Russia ha vinto l'ultima edizione a cui ha potuto prendere parte e possiede un team formidabile, forte l'unico che – al completo – è migliore del nostro: Medvedev, Rublev, Khachanov e Karatsev. In questo momento sono fuori dalla competizione a tempo indeterminato, almeno fino a quando sarà risolta la questione del conflitto in Ucraina. Nella sua formazione migliore, la Spagna è uno spauracchio: Carlos Alcaraz, Rafael Nadal e Pablo Carreno Busta (a cui si aggiunge il doppista Marcel Granollers) sono fortissimi, ma l'assenza di tutti e tre a Valencia è costata l'eliminazione, più rumorosa che clamorosa.

Per la prima volta, dunque, l'atto finale della Coppa Davis non vedrà la nazione di casa tra le protagoniste. Gli Stati Uniti hanno combinato un pasticcio clamoroso nel girone di Spalato, facendosi estromettere dalla Finlandia. Va da sé che gli americani – al completo – farebbero paura: Fritz, Tiafoe, Paul, il rampante Shelton e un doppio con il ritrovato Rajeev Ram sarebbero un gruppo da vittoria finale. Ma la sfuriata di Tiafoe contro l'Olanda e l'assenza di Fritz sono state fatali. E allora non possiamo nasconderci. In attesa di conoscere le quote dei bookmakers, l'Italia – a patto che si presenti al meglio – è la favorita per la Coppa Davis insieme alla Serbia, visto che Novak Djokovic ha fissato l'Insalatiera come grande obiettivo di fine anno. In attesa che escano le quote lo diciamo noi, senza particolare timore di smentita: in un'ipotetica griglia di partenza, l'Italia parte davanti a tutti. Mai come quest'anno, la concorrenza è abbordabile. A Malaga ci saranno squadre forti, ci mancherebbe, ma tutte con qualche pecca. Alcune sono inesperte, altre sono incomplete, altre ancora mancano di qualità complessiva.

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«Il bilancio è strepitoso. In molti erano già pronti a farci il funerale, ma gli abbiamo tappato la bocca. Tutto questo può succedere solo se hai un gruppo meraviglioso» 
Filippo Volandri

Stanno per iniziare i due mesi più delicati nella giovane esperienza di Filippo Volandri al timone della nazionale. Da un lato sarà ben felice di avere problemi di abbondanza, visto che dispone di una rosa di almeno otto convocabili, ma dall'altro dovrà essere bravo a gestire i rapporti: coccolarli in alcuni casi, ricucirli in altri, cercando di presentarsi a Malaga con la formazione migliore senza scontentare troppo chi rimarrà fuori, così come chi non sarà schierato pur facendo parte del quintetto. In questo momento, l'Italia potrebbe schierare ben otto giocatori: Jannik Sinner, Lorenzo Musetti, Lorenzo Sonego, Matteo Arnaldi, Matteo Berrettini, Simone Bolelli, Fabio Fognini e Andrea Vavassori. Tre di loro non andranno a Malaga, e già questo sarà un complito difficile per Volandri. Una volta arrivati in loco, le scelte saranno ancora più complicate. È chiaro che Jannik Sinner sarebbe una garanzia, ma dopo la rinuncia ai gironi quanto sarebbe corretto inserirlo? Come la prenderebbe chi ha lottato per arrivare in Andalusia, anteponendo gli interessi di squadra a quelli personali?

Il martellamento anti-Sinner di alcuni media durante la settimana di Bologna, inoltre, potrebbe averlo ulteriormente allontanato da una competizione che non ama, anche se il presidente Angelo Binaghi si è detto convinto della sua presenza a Malaga. Discorso parzialmente diverso per Matteo Berrettini: con la classifica compromessa dai tanti stop, in condizioni ideali sarebbe (di gran lunga?) il più forte tra i numeri 2, peraltro in condizioni tecniche a lui congeniali (cemento indoor). Ma in un gruppo (che Volandri ha definito famiglia) esiste anche la riconoscenza, e sarebbe comprensibile qualche scrupolo nei confronti del trio Musetti-Sonego-Arnaldi. C'è poi la questione doppio: in questo momento Fognini è lontanissimo dal gruppo-squadra (si è consolato andando a vedere il derby di Milano, vinto dalla sua Inter), ma qualcuno ha sussurrato che abbiano chiesto a Volandri di ricucire il rapporto. C'è poi Simone Bolelli, doppista silenzioso che si è tenuto fuori dalle polemiche sebbene lo abbiano spesso sfiorato, a partire dall'esclusione nella semifinale dell'anno scorso. E quell'Andrea Vavassori che non c'entra nulla, ma nelle polemiche – suo malgrado – c'è finito dentro. E rimane comunque un'opzione molto valida in chiave futuro per la sua indubbia qualità in doppio.

A Bologna abbiamo schierato una coppia per ciascun match: l'ultima è stata Bolelli-Musetti (Foto di Felice Calabrò)

Tra gli otto capitani ancora in lizza, dunque, il lavoro di Volandri è certamente il più complicato. I rebus da sciogliere sono tanti, così come le cose possono cambiare in fretta. Alle Finals mancano oltre due mesi, ma l'avvicinamento inizierà già martedì, quando sarà sorteggiato il tabellone della Final Eight. Ma l'Italia già conosce la sua possibile avversaria nei quarti, nonché il potenziale sviluppo del tabellone. Per la fase a eliminazione diretta, infatti, non è valido l'antico sistema del ranking di Coppa Davis per stabilire le teste di serie, bensì gli slot sono prestabiliti in base al piazzamento nella fase a gironi (articolo 22.6.3 del Regolamento di Coppa Davis 2023). Le due possibili opzioni sono molto diverse tra loro: secondo lo schema, abbiamo la possibilità di trovare la vincente del Gruppo B (la Gran Bretagna, emersa da una dura battaglia nel match-spareggio contro la Francia) oppure quella del Gruppo D (l'Olanda).

Sulla carta sarebbe meglio trovare l'Olanda, squadra compatta ma senza picchi straordinari, mentre la Gran Bretagna può contare su un bel mix di qualità, esperienza e gioventù, anche se – a oggi – partiremmo leggermente favoriti in entrambi i singolari. Non dovremo aspettare molto, poiché il sorteggio si svolgerà tra poco più di 24 ore, a mezzogiorno (ora italiana) di domani. L'unica certezza è che, in caso di vittoria, in semifinale potrebbe esserci la Serbia di Novak Djokovic (seconda nel Gruppo B), già certa di terminare nella parte bassa del tabellone. “Oh, c'è ancora troppo tempo, da qui a novembre possono cambiare mille cose” ha sospirato Filippo Volandri al termine della giornata, quando gli hanno chiesto chi avrebbe preferito nei quarti tra Olanda e Gran Bretagna (peraltro quando il doppio tra britannici e francesi era ancora in corso). Vero, ma il principio non cambia: l'occasione rimane ghiotta, incredibilmente ghiotta. “Abbiamo avuto tanti spunti sui quali dovremo confrontarci, anche perchè tutti dobbiamo migliorare” ha chiosato il capitano azzurro. Giusto. Per lui, come detto, il compito sarà ancora più delicato.