The Club: Bola Padel Roma
US OPEN

Donna Felicità

Non si ferma l'ascesa di Ons Jabeur: dopo la finale a Wimbledon, è tra le prime quattro anche allo Us Open. Le sue imprese stanno rivoluzionando la percezione dello sport in Tunisia: il calcio non la fa più da padrone, e la federtennis locale sta vivendo un boom di iscrizioni. Ma la pay-tv costa cara e molti si radunano nei bar per seguire i suoi match.

Da Tunisi, Rosita Ferrato (*)
7 settembre 2022

Qui a Tunisi la chiamano donna in capo al Ministero della Felicità. Ons Jabeur non è soltanto la più forte tennista africana di sempre, ma ha anche una specie di responsabilità sociale nazionale: regalare gioia ai suoi cittadini. Sicuramente sta contribuendo in maniera decisiva a riempire il Tennis Club di Tunisi, il circolo storico nato nel 1923 e in cui si allena, quello di Monastir in cui è cresciuta, l’Hammam di Sousse dove lavora un suo ex coach e tutti gli altri circoli del Paese di bambini e ragazzini che sognano di diventare come lei, e lo sa bene.

Non c’è conferenza stampa o dichiarazione post match in campo in cui Ons non si dica fiera di rappresentare la Tunisia e di essere da esempio per tutti i giovani che sperano di emanciparsi dalla loro condizione – spesso non agiata – usando il tennis come rampa di lancio. E ormai, per le strade della capitale, non c’è chi non la conosca. Quest’estate il presidente tunisino Kaïs Saïed le ha conferito l'onorificenza dell'Ordine nazionale al Merito della Repubblica, come «riconoscimento per i suoi notevoli risultati sportivi e per il suo contributo a tenere alta la bandiera tunisina negli eventi sportivi internazionali». Ons è stata ricevuta nel palazzo presidenziale insieme al suo coach storico, Issam Jellali, e a suo marito che è anche il suo preparatore atletico, l’ex schermidore Karim Kammoun.

«Ho dimostrato a me stessa di poter giocare bene su ogni superficie. È molto, molto importante per me e per la mia fiducia» 
Ons Jabeur
PLAY IT BOX

Non era mai successo che una giocatrice africana giungesse in semifinale allo Us Open

L’effetto Ons è percepibile: in un Paese totalmente calciocentrico, ci sono le nuove generazioni che iniziano a guardare un altro sport e, se possibile, a praticarlo. La federazione nazionale ha registrato un boom di iscrizioni: le tessere sono triplicate nel giro di un paio di anni e, ora, ci sono circa 30.000 iscritti tra i tesserati agonisti. In tutta la Tunisia i circoli affiliati sono appena 50 – ce n’erano una trentina fino a pochi anni fa – e, per uno Stato che supera i 10 milioni di abitanti, è ancora poco. Il problema, manco a dirlo, è economico: per far giocare un agonista, affiancandogli un maestro e un preparatore fisico, servono soldi che tantissime famiglie non hanno.

La gerenza del TCT, il circolo più prestigioso, quantifica in circa 5.000 dinari al mese il costo per mantenere un ragazzo o una ragazza impegnati nell’attività agonistica. In euro sono circa 1.500 ma, purtroppo, il reddito pro capite è davvero basso, circa 3.500 euro l’anno. Sono costi insostenibili, insomma, ma è anche vero che ci sono sponsor in grado di coprire alcuni costi: l’industria si sta avvicinando ai club per sponsorizzare i ragazzini più promettenti e sollevare, in tutto o in parte, le famiglie degli oneri di crescere un altro o un’altra Ons Jabeur. Ons è sponsorizzata da Haval Tunisia, la branca locale di un marchio automobilistico cinese ancora in sviluppo in occidente. Un altro sponsor di Jabeur è Telecom Tunisia. A ogni sua vittoria, come in questi Us Open in cui ha raggiunto – prima donna africana – la semifinale, le pagine social dei suoi sponsor rilanciano foto e notizie. E i tunisini sono affezionati a Instagram e Facebook, anche perché i media tradizionali non sono ricchi e numerosi come i nostri e, quindi, tanti li utilizzano come sostituti di giornali e tivù.

ASICS

Comunque finisca lo Us Open, Ons Jabeur sarà numero 2 nella classifica WTA di lunedì prossimo

Visualizza questo post su Instagram

Un post condiviso da US Open (@usopen)

Anche il profilo Instagram dello Us Open celebra Ons Jabeur

Sicuramente è necessario che le aziende intervengano per aiutare chi vuole avvicinarsi al tennis perché i costi dell’affitto dei campi, l’attrezzatura, i maestri mettono in crisi molte famiglie. Ons è nata in una famiglia borghese, una condizione di privilegio, ma purtroppo minoritaria. Qui molti eventi sportivi sono coperti da BeIn Sports, il cui abbonamento annuale costa circa 200 euro, un’altra cifra che in pochi si possono permettere.

Motivo per cui i suoi fan sono ancora costretti a seguirla nei locali pubblici che trasmettono le sue partite – in Tunisia, tuttavia, stare insieme al bar o al bistrot per seguire lo sport è ancora un’abitudine molto diffusa, a differenza dell’Italia. L’impressione è che Ons Jabeur, a parte essere una campionessa dal tennis magico come la sua terra, possa davvero rappresentare la testa di ponte per la modernizzazione e il progresso sociale e magari pure economico della Tunisia. Anche perché è una donna che fa sport: la considerazione può sembrare banale, ma fino a non troppo tempo fa era più che valida anche in Italia.

(*) Rosita Ferrato, giornalista professionista, scrittrice, fotografa è nata e vissuta a lungo a Torino. Grande amante della cultura del Mediterraneo, risiede nel centro di Tunisi.

SITO PERSONALE - INSTAGRAM - FACEBOOK