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L'INTERVISTA

Corinna Dentoni tra rimpianti (tennistici) e futuro (luminoso)

Ex grande promessa del nostro tennis, Corinna Dentoni ha sostanzialmente cessato l'attività internazionale. Ci racconta i suoi rimpianti, i progetti futuri e dice la sua sui temi del momento. “Vorrei aprire una mia accademia, ma a breve la priorità sarà il matrimonio”

Valentina Guido
7 agosto 2021

Il tennis, il sole, il suo Massimo: ai tesori di Corinna Dentoni si è aggiunta di recente anche la Sardegna. Perciò la 32enne toscana, ex n. 132 WTA, ha scelto di disputare un torneo Open a Sassari, nel Nord dell’Isola. Il circolo “Accademia Tennis Sassari 1990” l'ha accolta nel migliore dei modi, anche se la sua avventura è terminata in finale contro la sarda Barbara Dessolis. Il torneo ha segnato il ritorno alle competizioni dell’atleta di Pietrasanta – recentemente afflitta da una lesione al menisco, trattata in Spagna - e ci ha offerto l’occasione di incontrarla. L’addio di Quinzi, la rivelazione Samsonova, Osaka e i giornalisti, i social media: questi e altri temi sono stati al centro dell’intervista con l’attuale numero 736 del mondo. Senza dimenticare l'imminente matrimonio con Massimo Brambati (classe 1966), procuratore ed ex calciatore del Torino, del Bari e della Nazionale Under 21 di Cesare Maldini.

Come hai trascorso quest’ultimo anno e mezzo?
Ho giocato la serie A2 con il Park Genova nell’estate del 2020, poi per via del Covid non ho partecipato ad altri tornei. A dicembre sono partita con il mio compagno per Miami e ci siamo rimasti per 6 mesi. Tra Sardegna e Stati Uniti riusciamo a vivere sempre a 30°: amiamo il sole. Anche per questo, tra i vari tornei in programma, ho scelto Sassari. Mi sono innamorata della Sardegna e mi trovo spesso a Pula.

È vero che hai frequentato il corso per diventare Maestra di tennis a Cagliari?
Vero, e ho fatto il tirocinio l’anno scorso al Tennis Club Cagliari. Darò l’esame alla fine del 2021.

Quindi ti vedi Maestra tra qualche anno, o addirittura coach?
Adesso mi piace viaggiare con il mio fidanzato, andare all’estero, sentirmi libera di non stare ferma in un circolo. In futuro mi piacerebbe aprire una mia accademia con una mia idea di lavoro. Non vorrei però avere a che fare con un giocatore già formato. Vorrei portare avanti un progetto con un gruppetto di bambini piccoli da far crescere e trasformare, magari, in futuri campioni.

Hai vinto 9 titoli ITF in singolare. Pensi di giocare altri tornei ITF, al di là degli Open?
Non lo so. Da un lato mi piacerebbe; d’altra parte, in questo periodo ho altri progetti. Serve un grande allenamento e ora io non sono nel mood di qualche anno fa, quando mi allenavo 5-6 ore al giorno dedicandomi solo a questo. In futuro vediamo.

A 20 anni sei arrivata al n.132 WTA, e 151 in doppio. Sei entrata due volte nel tabellone principale del Roland Garros. Cosa ti è mancato per fare il salto definitivo e arrivare fra le top 100? Tornando indietro faresti qualcosa per cambiare il corso degli eventi?
Assolutamente. Per prima cosa, cambierei il mio allenatore. Purtroppo ero giovane, non ho ascoltato i consigli dei miei genitori. Mi sono affidata a persone che non hanno saputo gestirmi, anzi, in un certo senso si sono approfittati di me perché ero piccola, ero sola, ero brava e vincevo. Anziché prendermi per mano e aiutarmi a crescere, si sono attaccati a me e mi hanno trascinato giù. Se tornassi indietro ascolterei i miei genitori. Loro mi hanno sempre detto che mi sarei dovuta affidare a una persona con esperienza, che aveva seguito altri professionisti, e che tenesse davvero a farmi diventare qualcuno. Invece mi sono intestardita a voler stare con un altro tipo di allenatore, senza esperienza. Se mi metto una cosa in testa è quella, non c’è niente che mi faccia cambiare idea! Me ne pento moltissimo.

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"Da giovane mi sono affidata a persone che non hanno saputo gestirmi, anzi, in un certo senso si sono approfittati di me perché ero piccola, ero sola, ero brava e vincevo. Anziché prendermi per mano e aiutarmi a crescere, si sono attaccati a me e mi hanno trascinato giù"
Corinna Dentoni

Corinna Dentoni ha giocato un buonissimo torneo a Sassari, ma si è arresa in finale a Barbara Dessolis

Nel momento in cui hai capito di non voler più fare la tennista professionista, che strade ti si sono aperte? Cosa hai deciso di fare?
Ho incontrato Massimo e in lui ho riconosciuto la persona che vorrei avere vicino a me per sempre, quindi mi piace dedicare anche a lui il mio tempo. Fortunatamente è abbastanza libero durante il giorno perché lavora soprattutto la sera in televisione. Io ora mi vedo fidanzata, moglie e poi mamma. Ci sposeremo e poi faremo gli altri passi. Per ora voglio improntare la mia vita su questo.

Conosci personalmente Gianluigi Quinzi? Ha deciso di lasciare il tennis professionistico a soli 25 anni. Cosa pensi della sua scelta?
Quando avevo 12 anni mi allenavo al Lido di Camaiore, a Viareggio, e il suo papà ogni tanto lo portava al circolo dal mio Maestro, così ci allenavamo insieme. Lui era più piccolo di me, avrà avuto 7 anni, ed era un fenomeno. Giocava benissimo, ma aveva genitori, federazione, tutti addosso. Avevo l’ansia io a guardarlo per quante persone gli stavano dietro! Doveva per forza vincere, diventare, arrivare…non è semplice gestire tutto questo. Perciò capisco che sia arrivata questa decisione anche se lui è ancora giovane, ma magari è solo un periodo della sua vita. Può darsi che ora smetta e poi riprenda solo per sé, tanto ho capito che non è mai tardi nel tennis. E poi lui fisicamente è prestante.

Quinzi ha dichiarato che si dedicherà agli studi di Management dello sport. Come vanno i tuoi studi in Scienze motorie?
Li ho interrotti perché con il Covid non c’erano le condizioni giuste. Saltava la connessione, oppure cercavo di iscrivermi all’esame ma non c’era più posto, così per il momento ho smesso. Ma anche per lo studio, non è mai troppo tardi per ricominciare.

Hai lasciato l’Accademia di Laura Golarsa?
Sì, a Milano non vado quasi mai. E poi con lei i rapporti si sono interrotti molto tempo fa per motivi extra tennistici.

Il padel non ti ha conquistato?
No, non mi ispira. Non mi viene spontaneo.

Hai molto successo su Instagram, come Camila Giorgi, che ha dichiarato che la sua vera passione è la moda. So che ami moltissimo il tennis, ma quali altre passioni hai?
Amo la moda nel senso che mi piacciono i bei vestiti e seguo le sfilate. Per il resto, la mia vera passione è lo sport. Mi piace andare in bici, pedalo due ore ogni giorno. E poi amo viaggiare. Ho paura dell’aereo, piango ogni volta, ma parto perché adoro viaggiare. Il luogo che preferisco per le vacanze, a parte Miami, è Antigua nei Caraibi. Ci sono stata per la prima volta l’anno scorso, a casa del signor Giorgio Armani che ha invitato me e il mio fidanzato per dieci giorni. Bellissimo, ci tornerei.

A breve, Corinna Dentoni e l'ex calciatore Massimo Brambati inizieranno i preparativi per il matrimonio

Con oltre 72.000 followers, Corinna Dentoni è particolarmente seguita su Instagram

Parliamo di social media, un’opportunità per raggiungere il pubblico ma anche un problema dei nostri giorni perché, come diceva Umberto Eco, danno la parola anche a chi farebbe meglio a tacere. Abbiamo visto cosa è successo al calciatore spagnolo Morata dopo l’eliminazione agli Europei. Hai mai avuto esperienze negative? Come le gestisci?
Sì, l’anno scorso ho avuto problemi. Alcune persone che conosco hanno creato dei profili fake e mi insultavano ogni giorno, sia live durante le mie dirette Instagram, sia commentando ogni mia foto pesantemente, quindi dovevo stare attenta a ogni notifica per cancellare i commenti. Una volta hanno scritto: “Speriamo che tu muoia”. Volevo denunciarli ma non l’ho fatto anche per questa situazione del Covid. Avevo paura che la pratica finisse sotto cose più importanti. Però mi sono detta che, se dovesse succedere di nuovo, prenderei dei provvedimenti. Ogni tanto queste persone si fanno ancora sentire con qualche commento, ma sporadicamente. E’ una cosa veramente deprimente.

Hai detto che vorresti avere dei figli. Se avessi un figlio gli faresti usare i social? Che raccomandazioni gli daresti?
Sì, tra qualche anno li vorrei. A mio figlio farei usare i social perché fanno parte dei nostri giorni anche per rimanere aggiornati, ed è un modo carino per rimanere in contatto con le persone. Ma gli direi che non sono tutto. Vedo ragazzini che spendono per comprare follower e piangono se non ottengono like. Cercherei di fargli capire che non sono cose così importanti.

Naomi Osaka si è ritirata dal Roland Garros e da Wimbledon per non dover partecipare alle conferenze stampa. Sostiene che certe domande dei giornalisti non facciano bene alla sua salute mentale. Sulla copertina del “Time” è apparsa la sua faccia con il titolo “It’s ok to be not ok”. Qual è la tua esperienza e la tua opinione in proposito?
Capisco il punto di vista di Osaka perché nel mio piccolo ho avuto l’esperienza di qualche giornalista che ti butta giù. Alcuni giornalisti sono un po’ troppo bruschi, ma devi dare un peso relativo alle loro parole: intanto non sono tennisti, fanno un altro lavoro e ti punzecchiano proprio per sapere qualcosa in più. Penso che da un lato Osaka abbia ragione, ma dall’altro esageri. È una star e come tale la gente vuole sapere, tutti la vogliono. Questo ha i suoi pro e i suoi contro. Mi sembra esagerato non giocare i tornei per questo motivo. Detto questo, mi piace come gioca, è la mia preferita.

Il fatto che nel tennis femminile possa vincere chiunque ogni settimana è positivo, divertente? O è indice di un livello basso?
Io preferivo la mia generazione: quando ero nelle prime 200, mi piaceva sapere che c’erano Serena Williams e Maria Sharapova, le intoccabili. La loro presenza era uno stimolo. Ora invece può vincere quasi chiunque. Io penso che il livello medio si sia alzato, ma allo stesso tempo il livello delle top si è abbassato di molto.

Tra le tenniste emerse di recente c’è anche Liudmila Samsonova che ha vinto il torneo WTA 500 a Berlino ed è arrivata agli ottavi a Wimbledon. La conosci? Ti aspettavi questo exploit?
La conosco, ho giocato contro di lei alcune volte un po’ di anni fa. Ricordo che tirava fortissimo soprattutto il servizio e il dritto, ma sbagliava parecchio. Non la ricordo particolarmente talentuosa, ma molto potente. Visti i risultati, deve aver modificato qualcosa nel suo modo di giocare.

Parliamo del tuo matrimonio con Massimo Brambati. Lo avete annunciato un anno fa. Avete scelto una data e un luogo?
Siamo un po’ in alto mare! Lui vorrebbe sposarsi in qualche isola sperduta negli Stati Uniti, io invece in Toscana vicino a casa, sulla spiaggia. Non abbiamo prenotato nulla, ma del resto siamo talmente sicuri di noi che non abbiamo bisogno del matrimonio, ci sentiamo già una coppia di fatto. Ma credo che il prossimo anno ce la faremo a dicembre inizieremo a organizzare tutto.

Quando lo hai incontrato hai capito subito che era quello giusto?
Ni. Io ero ancora in attività, viaggiavo, quindi non avevo modo di conoscerlo bene. C’è stato un episodio che ci ha allontanato, perciò non ci siamo visti per un mesetto. Poi lui ha messo la quinta ed è venuto a cercarmi; lì ho capito che era la persona giusta per me. Sono quelle cose che senti dentro. Siamo proprio sereni, non abbiamo fretta di sposarci.