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INDIAN WELLS

Chi può fermare questo Sinner?

Non certo Jan-Lennard Struff, battuto in due set di routine. Di Jannik impressiona la mentalità: “Nei punti di pressione voglio essere io a comandare, senza attendere l'avversario. Il tennis è bello perché ogni settimana puoi fissare nuovi obiettivi. Questo mi spinge a migliorare”. Anche Jasmine Paolini negli ottavi.

Riccardo Bisti
11 marzo 2024

Non sempre dice cose super-interessanti, però Jannik Sinner non parla mai a vanvera. Per lui contano i fatti e poi, eventualmente, vengono le parole. Dopo la vittoria contro Jan-Lennard Struff a Indian Wells (quarta volta su quattro che raggiunge almeno gli ottavi) gli hanno chiesto quale fosse la sua principale qualità. “Rispetto tutti, ma non ho paura di nessuno. Penso ce sia una qualità, perché nei punti di pressione e nei momenti importanti mi piace tirare. Non voglio aspettare cosa fa il mio avversario, voglio essere io a comandare”. Lo aveva appena dimostrato in un match che ha avuto il pregio di rendere di routine. Struff possiede un paio di caratteristiche che possono irretire chiunque: un gran servizio e un sistematico serve and volley, strategia ormai in disuso e per questo pericolosa. Ma non aveva fatto i conti con la risposta di Sinner: se i servizi del tedesco non erano perfetti per velocità e precisione, era costretto a giocare una prima volèe molto complicata, esponendosi al passante di Jannik.

La qualità in risposta hanno fatto la differenza, ma a volte un episodio può cambiare la partita. “Bisogna stare sempre attenti perché la dinamica di un match può mutare rapidamente: se mi avesse brekkato sul 4-3 nel secondo, saremmo ripartiti da zero” ha detto Sinner, alludendo all'ottavo game del secondo set, quando si è trovato 15-40. Un doppio fallo e un erroraccio di dritto avevano dato a Struff la possibilità di rimettersi in carreggiata. Nei successivi quattro punti, Sinner ha tirato due ace e giocato un paio di scambi perfetti. Nessuna paura, soltanto qualità. In situazioni come questa emerge la differenza tra un campione e tutti gli altri. Forse c'era stata un minimo di distrazione, lui l'ha cancellata elevando al massimo la soglia di concentrazione e infiocchettando il 6-3 6-4 finale. “La paura ce l'avevo quando sciavo e dovevo fare un salto di 20-30 metri ad alta velocità. Nel tennis non puoi avere paura, la cosa peggiore che può succedere è perdere la partita”.

Anche Jasmine negli ottavi

Non solo Sinner: a Indian Wells c'è ancora parecchia Italia. Detto che Lorenzo Musetti e Luca Nardi andranno a caccia di un posto negli ottavi, entrambi sul Centrale (il carrarino contro Rune, il pesarese contro Djokovic), Jasmine Paolini sembra sempre più a suo agio nel nuovo ruolo di top-player. Il terzo turno contro Anna Kalinskaya era molto complicato: il ricordo della finale di Dubai è fresco, e solitamente il risultato si ribalta. Invece la toscana si è imposta 6-3 3-6 6-4 e il tabellone si è fatto invitante: negli ottavi se la vedrà con Anastasia Potapova, poi ci sarebbe una tra Pavlyuchenkova e Kostyuk. Insomma, un piazzamento in semifinale non sembra così improbabile. A quel punto, però, ci sarebbe Iga Swiatek. Da seguire anche il doppio, con Bolelli-Vavassori e Sinner-Sonego in campo contro coppie di qualità ed esperienza: Murray-Venus da una parte, Granollers-Zeballos dall'altra.

La gestione di quel game è la notizia di giornata, ancor di più di un dato statistico che lievita giorno dopo giorno e ha monopolizzato l'attenzione dei media: ancora imbattuto nel 2024, Sinner ha vinto diciassette partite di fila. Ha iniziato a novembre con le tre vittorie in Davis, poi sappiamo cosa è successo negli ultimi mesi. Battuto il primato di Adriano Panatta, che vinse sedici partite di fila nella magica primavera del 1976: iniziò anche lui in Davis, poi vinse Roma e Roland Garros, salvo poi passare un turno sull'erba di Nottingham. Interruppe la striscia l'americano Mike Estep. Anche Sinner ha iniziato con la Davis (così come Djokovic, che con 43 vittorie di fila detiene la più lunga striscia dell'Era Open) e il suo prossimo avversario sarà proprio un americano, peraltro più forte di Estep.

Nella tarda serata di Indian Wells, quando in Italia erano abbondantemente passate le 7 del mattino, Ben Shelton è venuto fuori da un match molto complicato contro Francisco Cerundolo. Oltre due ore e mezza di battaglia, chiusa col punteggio di 7-6 3-6 7-6. Equilibrio estremo fino al 5-5 del tie-break, poi gli ultimi due punti hanno regalato a Shelton il compito più difficile nel tennis attuale: sfidare il robot altoatesino, capace di vincere 27 delle ultime 28 partite. Ne ha perse due negli ultimi sei mesi... e una di queste è arrivata proprio contro Shelton, al Masters 1000 di Shanghai. Ma c'è un grosso asterisco: Jannik era reduce dalle fatiche di Pechino e – forse – era già appagato per aver passato il primo turno, priorità di quella settimana (cosa che non gli era riuscita a Cincinnati dopo il successo a Toronto).

Battendo Struff a Indian Wells, Sinner ha raccolto la 17esima vittoria di fila. Adriano Panatta si era fermato a 16

Quella contro Shelton a Shanghai è stata una delle due sconfitte patite da Sinner negli ultimi sei mesi

Jannik si è già preso la rivincita a Vienna, laddove Shelton si è confermato avversario ostico, ma nel Tennis Paradise sarà ancora diverso, anche perché le condizioni di gioco sono differenti. “Il campo è più elastico rispetto a Melbourne e le palle diventano grandi dopo 3-4 game, bisogna adattarsi – dice Sinner – dipende molto anche dalla fascia oraria. Mi sembra una superficie adatta a chi adotta tante rotazioni”. Shelton non è esattamente quel tipo di giocatore ma può essere ugualmente pericoloso in virtù di un gran servizio, le traiettorie mancine, la tendenza a fare spettacolo e coinvolgere il pubblico. Però Sinner avrà una gran voglia di rivincita e probabilmente le condizioni più lente gli daranno una mano nei game di risposta. C'è da credere che il match sarà collocato in sessione serale, rendendolo complicato per la fruizione televisiva in Italia, ma per gli americani sarà il main event: Shelton è rimasto l'unico yankee nella parte bassa del tabellone, mentre in alto stazionano Fritz, Korda e Paul.

La strada è ancora lunghetta, ma nell'aria della California inizia a sentirsi la suggestione di una possibile semifinale contro Carlos Alcaraz: sarebbe il replay di quella dello scorso anno, con vittoria dello spagnolo. “Ho vissuto mesi difficili e la mia fiducia è un po' scesa” ha ammesso lo spagnolo, che però sembra in parabola ascendente: il 6-2 6-3 a Felix Auger-Aliassime è stato il miglior match del suo 2024. L'aria del Quinto Slam sembra fargli bene, ma contro questo Sinner partirebbe sfavorito anche lui. “Il tennis è bello perché puoi sempre fissare nuovi obiettivi – dice Sinner – non importa cosa vinci, la settimana dopo puoi fare qualcosa di grande, questa motivazione continua a spingermi”. Gli altri lo dicono come rituale consolatorio dopo una sconfitta, lui continua a pensarlo anche dopo una vittoria. La differenza tra Jannik e gli altri, in fondo, è tutta lì.