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IL CASO

Ernests Gulbis, anatomia di una (mezza) fake news

Parte da Instagram la notizia di un presunto "ritiro ufficiale" di Ernests Gulbis. L'hanno ripresa i siti di mezzo mondo, senza alcuna verifica, rendendola virale. Ma il Lettonia non ne sanno nulla e non ce n'è traccia su fonti ufficiali. Difficilmente rivedremo Gulbis in campo, ma la fame di click, like e notizie usa e getta ha prodotto un'altra fake news.

Riccardo Bisti
13 febbraio 2024

L'informazione circola da domenica 11 febbraio, ora di pranzo. La frase non lascia spazio a interpretazioni: Ernests Gulbis is officially retired. Non sarebbe clamoroso: il Principe Ernests, come era chiamato a inizio carriera, è classe 1988 e non gioca da un anno. La sua ultima apparizione risale al 5 febbraio 2023, alla Riga Arena, laddove ha giocato (e perso) un doppio di Coppa Davis. Insieme a Karlis Ozolins, hanno ceduto 6-3 6-3 agli israeliani Leshem-Cukierman. Il giorno prima aveva giocato il suo ultimo singolare, una laboriosa vittoria contro Cukierman (6-1 2-6 7-6). Si sapeva che sarebbe stato il suo addio alla nazionale, tappa di un progressivo addio al tennis giocato. Da allora ha fatto perdere le sue tracce, almeno dai media internazionali. Fino a domenica, ora di pranzo, quando su Instagram è comparso un post che ne ufficializzerebbe il ritiro. L'informazione (non la chiamiamo “notizia” di proposito) è diventata rapidamente virale, fino a comparire sotto forma di news in moltissimi siti tennistici, in varie lingue, con preferenza per lo spagnolo (normale: la prima diffusione è stata questa), poi è stata ripresa un po' dappertutto, Italia compresa, con ovvi articoli commemorativi

Ma siamo sicuri che Gulbis abbia davvero ufficializzato il ritiro?
Attenzione: non stiamo discutendo sul fatto se tornerà mai a giocare, ma se il ritiro sia davvero ufficiale. Indizi gravi, precisi e concordanti fanno pensare che si tratti di una fake news.
Partiamo dalla fonte.
Il post che ufficializza il ritiro non arriva (come detto erroneamente da più fonti) dall'account ufficiale di Gulbis. Il lèttone non ha alcun account social, come peraltro evidenziato dalla sua pagina sul sito ATP. Anzi, in una recente intervista lo avevano preso in giro per non essere esattamente un influencer. “Beh, ho un'e-mail...” rispose con un sorriso.
L'account in questione non vuole ingannare nessuno: si chiama ernests_gulbis_fan_account e, nella sua descrizione, scrive in stampatello (che sul web equivale a urlare) “QUESTO È UN ACCOUNT FAN”. La più banale delle verifiche, dunque, certifica un primo dato di fatto: l'informazione non è stata data da Gulbis in persona, ma da un suo fan. Per questo, il ritiro non sarebbe ufficiale, ma al massimo ufficioso.

Andiamo avanti.
La pagina in questione ha contatti con il giocatore?
Difficile dirlo. Lo scorso anno, il gestore scrisse un post in cui si autodefiniva “account fan ufficiale”, sostenendo di essere uno sviluppatore web che avrebbe cancellato ogni contenuto offensivo. Tra i commenti, fu ancora più preciso: “è ovvio fin dall'inizio che si tratta di un account fan, è scritto nella bio. Ernests Gulbis non è ufficialmente coinvolto in nessuna piattaforma social. Se lo farà, sarete informati”.
Tuttavia, non dice se ha contatti diretti con il giocatore. Qualcuno gli ha fatto presente che la desinenza fan page non c'era ed è stata aggiunta in un secondo momento, oltre a domandarsi come abbia fatto a recuperare foto natalizie o di famiglia. “Sei in qualche modo imparentato?”.
La domanda non ha ottenuto risposta. In effetti, spulciando i 106 post pubblicati in sette anni e mezzo, qualche dubbio sembrerebbe legittimo. Ci sono foto d'agenzia, ma anche immagini che potrebbero (potrebbero...) far pensare a una vicinanza con il giocatore. A un'analisi più attenta, tuttavia, si scopre che sono foto già pubblicate da qualche parte. Nella descrizione, in effetti, scrive: “Non pubblico foto private. Se qui vedi le tue e poi ti arrabbi, sappi che è stata colpa tua”. Come a dire che ci sono soltanto immagini liberamente reperibili, a patto di essere fanatici di Gulbis.
Tali elementi sono già ampiamente sufficienti a smontare la tesi dell'ufficialità del ritiro.

In assenza di dichiarazioni del diretto interessato, l'unico modo per verificare se un giocatore si è ufficialmente ritirato è consultare l'apposita pagina sul sito web dell'International Tennis Integrity Agency. La lista dei tennisti ritirato ha un'utilità ben precisa: non sono più soggetti ai controlli antidoping.
Il nome di Gulbis non compare nella lista.
L'ultima ad avere ufficializzato l'addio è stata Jana Cepelova, lo scorso 19 ottobre. Significa che Gulbis è ancora in attività? No, ma abbiamo la certezza che il lèttone non ha mai bussato all'ITIA dicendo: “Ehi, ho smesso, potete anche risparmiarvi il disturbo di cercarmi per prelevare sangue e urine”. Secondo le norme antidoping, un tennista non è più soggetto ai controlli se rimane fermo per più di dodici mesi. Ergo, Gulbis è naturalmente uscito dal programma antidoping lo scorso 5 febbraio. Tale norma viene considerata un piccolo bug del sistema: se un tennista si ferma per un anno non è più soggetto a controlli, ma può tornare a giocare quando vuole (magari dopo essersi dopato a volontà), senza l'obbligo del preavviso che invece è necessario quando il ritiro è ufficiale. Per intenderci, è l'iter che hanno dovuto seguire Kevin Anderson e Caroline Wozniacki. Se mai volesse tornare nel tour, Gulbis potrebbe farlo anche domani. Se ne parlò una decina d'anni fa per Dinara Safina, che in effetti ufficializzò il ritiro soltanto tre anni dopo l'ultima partita.

Ernests Gulbis durante la clinic dello scorso 13 novembre, in cui ha visionato 630 bambini provenienti da tutta la Lettonia

Occhio alle Fake News

La diffusione di internet come strumento di massa ha portato a un vero e proprio bombardamento informativo. Bello, ma attenzione alle fake news. Spesso le notizie fasulle riguardano temi molto più delicati del tennis, ma anche il nostro mondo non ne è esente. A titolo esemplificativo, ne ricordiamo alcune: un anno e mezzo fa, uscì la notizia che Daniil Medvedev aveva preparato un pezzo rap insieme a Denis Shapovalov. Non era vero: semplicemente, uno suo fan inventò la bufala per vedere in quanti avrebbero abboccato. A giudicare da quello che si trova ancora in rete... in parecchi. O vogliamo parlare della presunta proposta ricevuta da Stefanos Tsitsipas e Paula Badosa per realizzare foto e video sexy, chiaro (e maldestro) tentativo di fare pubblicità a una piattaforma di contenuti per adulti? Qualcuno ricorderà il castello di bugie creato dal macedone Darko Grncarov, che raccontò di un ictus prima del suo esordio professionistico, traendo in inganno moltissimi media (noi compresi, lo ammettiamo) e personaggi del calibro di Serena Williams e James Blake grazie a un account Twitter "verificato" e una serie di informazioni... non verificabili. La fake news principe, tuttavia, rimane quella del presunto Jesus Aparicio, un fantomatico tifoso di Roger Federer che si sarebbe risvegliato dopo 13 anni di coma a seguito di un incidente stradale. 

5 febbraio 2023: l'ultimo punto giocato da Ernests Gulbis

Ma insomma, il lèttone si è ritirato o no?
Noi l'abbiamo visto l'ultima volta un anno e mezzo fa a Milano, quando al Challenger dell'ASPRIA Harbour Club si presentò nelle qualificazioni da solo, appesantito e con la barba incolta. Faceva impressione vederlo lottare sotto il solleone, contro lo sconosciuto Julian Lenz. Vedendolo, nessuno avrebbe mai detto che si trattava del figlio di uno degli uomini più ricchi di Lettonia, di una famosa attrice (che da bambino lo aveva fatto recitare insieme a lei), che qualche anno prima batteva Federer in uno Slam e giocava alla pari con Nadal e Djokovic.
Il giorno dopo, si sarebbe ritirato sul punteggio di 3-6 2-4 contro Luciano Darderi.
Pochi sanno, tuttavia, che un paio di mesi dopo, Gulbis è diventato presidente della federtennis lèttone, (Unione Tennistica Lèttone, acronimo LTS). All'assemblea elettiva del 16 settembre 2022 a Jurmala, 32 dei 51 aventi diritto hanno votato per lui, preferendolo all'architetto e uomo d'affari Marcis Apsitis. A margine del successo politico, non escluse di continuare a giocare nel 2023, a patto che il fisico glielo permettesse.

“Non ho certo l'obiettivo di superare le qualificazioni nei Challenger – disse – se riuscissi a giocare qualche torneo importante e le qualificazioni degli Slam, mi piacerebbe moltissimo e forse metterebbe fine alla mia carriera. Ma vediamo: lo sport può essere molto interessante. Quando meno te l'aspetti, accadono i miracoli”.
Inciso: Gulbis ha preso il posto di Juris Savickis, a capo della LTS dal 1998. Avrebbe voluto andare avanti, ma una modifica della Legge sullo Sport gli ha impedito di presentarsi. L'esatto contrario di quanto accaduto in Italia, laddove i presidenti di lunga data sono riusciti (dopo un lungo martellamento) a far cancellare la legge che imponeva un massimo di tre mandati.
Ma torniamo a Gulbis.
Dopo aver svolto una stagione più o meno regolare nel 2022, ha annunciato che il match contro Israele sarebbe stato il suo addio alla nazionale. Per presentarsi in forma decente, ha giocato due Challenger nel mese di gennaio. In una lunga intervista con la TV lèttone, oltre a parlare di politica e dei suoi progetti da presidente, ha detto: “Quelle di Riga non saranno le mie ultime partite, ma sono mentalmente preparato al fatto che presto la mia carriera finirà. Non so dire se sarà quest'anno o il prossimo”. Durante il weekend di Riga, avrebbe poi aggiunto che prevedeva di giocare “almeno altri due tornei”. Non è avvenuto.

La sua ultima apparizione pubblica in Lettonia risale allo scorso 13 novembre, quando ha ospitato un maxi evento presso il Centro Tennis Lielupe di Jurmala: un camp con oltre 600 bambini tra i 5 e gli 8 anni di età, provenienti da tutto il Paese. Con lui c'era uno staff di tecnici, tra cui il suo ex allenatore Gunther Bresnik. In palio c'erano cinquanta borse di studio che avrebbero permesso ai migliori di allenarsi con continuità. Dopo qualche giorno, Gulbis ha annunciato che le borse di studio sarebbero state 57. “Ho pensato a lungo a come trasmettere le mie conoscenze ai giovani, così è nata la mia fondazione – ha detto  – abbiamo affontato il processo di selezione con grande serietà, con test fisici e analisi del talento e della capacità di concentrazione. Inoltre abbiamo preso in considerazione età, sesso e provenienza. Per questo ho deciso di aumentare leggermente il numero dei beneficiari, inoltre manderemo una mail ad altri 100 partecipanti, che una volta ogni tre mesi potranno partecipare a un allenamento congiunto con me e con il mio staff”.

Il mese dopo – a dicembre – si è spostato in India per giocare un'esibizione a squadre, la Tennis Premier League, un mix tra professionisti e dilettanti, cui hanno preso parte anche Sumit Nagal, Dennis Novak e Lukas Rosol. Il lèttone ha giocato per la franchigia dei Mumbai Leon Army, cinque partite senza risultati indimenticabili. È parso decisamente appesantito, certamente non pronto per competere nel circuito ATP. Da allora non ha più effettuato apparizioni pubbliche, almeno fino all'annuncio del presunto ritiro, partito da un fan account con 557 followers. In sintesi: è abbastanza chiaro che non rivedremo Gulbis nel circuito mondiale, ma allo stesso tempo è da escludere che si sia ufficialmente ritirato. Nell'epoca dell'informazione sfrenata, del clickbaiting, del dover sfornare notizie come se fossero cornetti, la notizia del ritiro ufficiale di Gulbis era un'occasione ghiotta, a buon mercato, specie in una giornata senza eventi tennistici di primo piano. Sfamava la voglia di click, di interazioni, di like e di popolarità di tanti wannabe influencer. E pazienza se è mancato qualsiasi controllo, qualsiasi verifica, anche la più elementare, per capire cosa ci fosse di vero. Per inciso, la notizia non è stata data da alcun media generalista ad alta diffusione, né tantomeno dalle più importanti testate sportive mondiali. Altro indizio sull'assenza di fondamenti. Fino alla pistola fumante, pressoché definitiva: nessun media lèttone, laddove Gulbis è popolarissimo, ha parlato del suo presunto ritiro ufficiale. Tante notizie su Jelena Ostapenko, la rientrante Sevastova, Darja Semenistaja e addirittura Roberts Strombach.
Su Gulbis, silenzio assoluto.
Dobbiamo scrivere il motivo?