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INDIAN WELLS

Nadal-Alcaraz: benvenuti alla Grande Sfida

Arriva la semifinale più attesa: Rafael Nadal contro Carlos Alcaraz. Il maiorchino respinge gli attacchi di Kyrgios e dice: “Credo che la sua carriera sia inarrestabile”. L'allievo di Ferrero replica: “Non capita tutti i giorni di affrontare il proprio idolo. Ma so come affrontarlo”. 

Riccardo Bisti
18 marzo 2022

C'è un'immagine che Juan Carlos Ferrero non dimenticherà mai. Era il dicembre 2004 e la Spagna aveva appena vinto la sua seconda Coppa Davis, battendo gli Stati Uniti a Siviglia. Sognava di vivere quella finale da protagonista, invece il capitano Jordi Arrese gli preferì un ragazzino di 18 anni, numero 51 ATP. Quel ragazzino si chiamava Rafael Nadal. Insieme al leader Carlos Moyà, infiocchettarono una Davis Made in Maiorca. Ferrero aveva 24 anni e soltanto dodici mesi prima era numero 1 del mondo, ma fu utilizzato per un doppio che la Spagna aveva già programmato di perdere. Le foto ricordo dopo il trionfo raccontano perfettamente il suo stato d'animo. Era deluso, deluso da morire. Da stella, era diventato gregario. E dentro di sé, forse, sapeva che non sarebbe mai stato all'altezza di quel ciclone che battè Andy Roddick nel match chiave della serie. Nadal e Ferrero si sono poi affrontati nove volte, con sette vittorie per il maiorchino. Non si può neanche parlare di rivalità. Tanti anno dopo, l'Indian Wells Tennis Garden potrebbe essere lo scenario per una rivincita indiretta. Nel giorno della Festa del Papà, la prima semifinale del BNP Paribas Open vedrà in campo Nadal contro Carlos Alcaraz, baby-fenomeno, aspirante numero 1 e miglior giocatore visto fin qui nel deserto californiano.

Se Nadal si sta facendo aiutare proprio da Moyà (guarda un po'...), Alcaraz è stato notato, costruito e forgiato dalla mano sapiente di Ferrero, nel frattempo diventato un coach di successo. Non sarà il primo scontro diretto tra i due: si sono già affrontati l'anno scorso a Madrid e fu un netto 6-1 6-2 per Rafa, ma da allora è cambiato molto. Ed è cambiato soprattutto Alcaraz. Una forza della natura che ha vinto 17 delle ultime 18 partite, perdendo soltanto contro Matteo Berrettini in Australia, al tie-break del quinto. Un ragazzo che sembra la perfetta simbiosi tra il primo Ferrero e il primo Nadal. Ricordate quando Mosquito arrivò nel circuito? Rapido e leggero, ma anche aggressivo e dotato di un dritto devastante. Bastava accorciare di un paio di metri e il punto era perso. Matematico. E ricordate il boom di Nadal? Muscoli poderosi, intensità, fase difensiva imperiale ed energia travolgente. Un gioco talmente dispendioso che pochi pensavano potesse durare. Errore clamoroso. Il ragazzo di Alicante è un perfetto mix tra i due, il prototipo del giocatore perfetto per i giorni nostri.

«Carlos mi ricorda un po' il sottoscritto quando aveva 17-18 anni. Penso che abbia quella passione, inoltre ha grande talento ed è molto forte fisicamente»
Rafael Nadal
ASICS ROMA

Nadal ha vinto un gran match contro Kyrgios, mentre Alcaraz ha detronizzato il campione in carica Norrie

Lo ha dimostrato nel quarto di finale contro Cameron Norrie, campione in carica a Indian Wells. Il britannico ha giocato un buon match, ma non ha mai dato l'impressione di poter vincere. C'era una differenza enorme tra i due, sigillata dal 6-4 6-3 finale che spedisce Alcaraz in semifinale e tiene viva la speranza di diventare il quinto Under 19 a vincere un Masters 1000. Per adesso ce l'hanno fatta Bjorn Borg, Mats Wilander, Michael Chang e... Rafael Nadal. C'è molto di Juan Carlos Ferrero nella crescita di Alcaraz. Memore della sua esperienza nel circuito, che lo vide perdere contatto con i minori a causa di una cilindrata così così, ha affidato il suo allievo alle sapienti mani di preparatori e nutrizionisti per creare una sorta di Incredibile Hulk. E Alcaraz si è costruito un fisico impressionante senza perdere potenza e rapidità. La semifinale contro Nadal è densa di significati extra-tennistici. Tra i due ci sono diciassette anni di differenza e potrebbe essere una sorta di passaggio di consegne. Meno fragoroso di quello che abbiamo vissuto tra Pete Sampras e Roger Federer, soprattutto perchè Nadal è tutt'altro che in disarmo. Anzi, battendo Nick Kyrgios in una battaglia di quasi tre ore ha allungato a 19 match la sua striscia vincente del 2022. Impressionante. A beneficio degli sbadati, ricordiamo che compirà 36 anni il prossimo 3 giugno, giorno delle semifinali del Roland Garros.

Quello contro Kyrgios è stato il match di giornata, giacché Alcaraz ha travolto Norrie e i due incontri femminili erano filati via rapidi e indolori. I due non hanno tradito, un 7-6 5-7 6-4 che ha esaltato le caratteristiche di entrambi. “Nick è uno dei quei giocatori che possono essere molto pericolosi quando sono motivati” ha detto Nadal, che ha avuto un pizzico di fortuna a vincere il primo set, in cui Kyrgios ha servito per il set e si è trovato 5-4 e 30-15. Ma i campioni hanno spesso una marcia in più e Rafa lo ha ripreso per i capelli, dominando un tie-break chiuso da un'oscenità verbale di Kyrgios. Ma l'australiano versione 2022 ha ritrovato ciò che lo rende pericoloso, come dice Rafa: la voglia di competere. Ha giocato un secondo set di grande intensità, servendo alla grande e chiudendolo con una volèe-spettacolo. “Perso in quel modo il secondo set, sapevo che l'inizio del terzo sarebbe stato decisivo per me – ha detto Nadal – avevo bisogno di tenere bene nei primi game, poi il match sarebbe tornato normale”. E mentre Kyrgios borbottava contro uno spettatore in tribuna (coinvolgendo Ben Stiller), lui si rimetteva in sesto e trovava il break decisivo al settimo game, aiutato da un doppio fallo dell'australiano.

Juan Carlos Ferrero è il principale artefice del fenomeno Alcaraz

Rafael Nadal e Carlos Alcaraz si sono affrontati per la prima volta dieci mesi fa, a Madrid

“Ho provato a muovermi di più, a cambiare un po' la sua visuale, a creare qualcosa di diverso. Penso che abbia funzionato, sono stato rapido con le mani e ho tirato alcune buone risposte sulla sua prima di servizio – ha detto Nadal – nel tennis bisogna trovare la soluzione in ogni momento. Non conta soltanto essere in fiducia, ma anche toglierla al tuo avversario”. E così si è preso un successo che profuma di buono, perchè battere Kyrgios gli dà parecchia soddisfazione, almeno da quando l'australiano lo batté – quasi irridendolo – a Wimbledon 2014. Per sua fortuna avrà 48 ore per ricaricare le batterie in vista della super-sfida contro il connazionale. Rafa sa bene che sarà durissima. “Ha un grande team con sé e credo che la sua carriera sia inarrestabile. Ha tutti gli ingredienti, ha la giusta passione ed è umile a sufficienza per lavorare duro. È davvero un bravo ragazzo. Mi ricorda un po' il sottoscritto quando aveva 17-18 anni. Penso che abbia quella passione, inoltre ha grande talento ed è molto forte fisicamente”. Quando Rafa ha parlato, il connazionale era ancora in campo.

Seguiva il match in TV, ma sapeva che avrebbe vinto. “È già un grande rivale adesso, lo sarà senza dubbio nei prossimi due mesi. Con un pizzico di egoismo, è bello che un giocatore del genere arrivi dalla Spagna. Significa che gli appassionati avranno un giocatore fantastico, in grado di lottare per i grandi titoli per ancora parecchio tempo. Gli auguro il meglio, magari non in vista del match contro di me”. Alcaraz ha incassato le carezze virtuali e si è affrettato a dire che il match di sabato sarà la sfida contro un idolo d'infanzia. In fondo aveva appena due anni quando Nadal vinse il primo dei suoi 13 Roland Garros. Si spiega anche così la netta sconfitta di dieci mesi fa. “Ricordo che scesi in campo molto nervoso – ha detto – ma stavolta è diverso. Mi sono allenato qualche volta con lui, so come affrontarlo e credo che sarà un match un po' diverso. Ovviamente potrebbe distruggermi un'altra volta, ma non si sa cosa potrà succedere. Comunque vada, mi godrò il match. Non capita tutti i giorni di giocare contro il tuo idolo”. Mettiamoci comodi.