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Australian Vax Open

Ufficiale: soltanto i giocatori vaccinati potranno partecipare al primo Slam stagionale. Ne ha dato notizia Craig Tiley, ribadendo che “È la cosa giusta da fare. Djokovic conosce questa condizione, speriamo di vederlo a Melbourne”. I giocatori dovranno rivelare il loro stato vaccinale.

Riccardo Bisti
21 novembre 2021

Non basteranno i match leggendari che lo hanno visto protagonista sul campo intitolato a Rod Laver, forieri di nove titoli: se vorrà difendere il titolo all'Australian Open, Novak Djokovic dovrà sottoporsi a doppia dose di vaccino anti-COVID. La notizia è ufficiale ed è in linea con le parole del Primo Ministro del Victoria, Daniel Andrews, che non aveva concesso spiragli per l'ammissione in Australia di persone non vaccinate. Come è noto, la posizione di Djokovic sull'argomento è decisamente scettica. A specifica domanda, ha rifiutato di rivelare il suo stato vaccinale. Più di un indizio, tuttavia, fa pensare che non si sia sottoposto all'iniezione. E non sembrerebbe incline a farla.

Vale la pena ricordare che il n.1 del mondo ha già contratto il virus nell'estate 2020, a seguito dell'esibizione Adria Tour, organizzata senza particolari accorgimenti nel pieno della prima ondata. L'obbligo vaccinale è stato confermato dal direttore del torneo Craig Tiley in un'intervista TV. In questo modo, terminano mesi di speculazioni e notizie contrastanti. Le speranze per i non vaccinati erano state alimentate da una mail della WTA in cui si annunciavano condizioni diverse tra vaccinati e non, ma nessun particolare divieto. Le autorità federali avevano detto che i tennisti non vaccinati avrebbero potuto partecipare al torneo dopo una quarantena di 14 gioni. Tuttavia, Andrews ha scelto la politica della fermezza, imponendo ai giocatori gli stessi obblighi riservati al pubblico e a tutte le persone che lavoreranno nel torneo.

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"Chiunque lavorerà all'Australian Open dovrà essere vaccinato, ma quando ci troviamo in uno Stato in cui il 90% della popolazione è completamente vaccinata, è la cosa giusta da fare. Hanno fatto un lavoro magnifico"
Craig Tiley

Tutti i partercipanti all'Australian Open dovranno aver ricevuto la doppia dose di vaccino

Come è noto, Melbourne è una delle città al mondo ad aver vissuto più giorni di lockdown. “Si tratta dell'unica direzione da prendere per garantire la sicurezza di tutti, e il gruppo dei giocatori lo ha compreso” ha detto Tiley, anche se il linguaggio del corpo lasciava intendere un pensiero diverso. Pare che Tennis Australia abbia fatto il possibile per garantire l'ammissione ai tennisti non vaccinati, ma le trattative non sarebbero andate a buon fine. “Chiunque lavorerà all'Australian Open dovrà essere vaccinato, ma quando ci troviamo in uno Stato in cui il 90% della popolazione è completamente vaccinata, è la cosa giusta da fare. Hanno fatto un lavoro magnifico”. Rimane il problema legato ai tennisti, non circoscritto al solo Djokovic.

In un'intervista della scorsa settimana, il CEO WTA Steve Simon ha detto che oltre il 70% delle top-300 WTA (e le top-100 in doppio). Si tratta di una buona percentuale, ma significa che ci sono almeno 120 giocatrici non vaccinate. Al contrario, Andrea Gaudenzi ha appena detto che tra i top-100 ATP il tasso di vaccinazione ha superato l'80% “Ma ci stiamo muovendo verso il 90, 95%. Molti lo faranno durante il periodo di off-season con una dose singola”, lasciando intendere che la soluzione Johnson & Johnson potrebbe essere adottata da diversi giocatori. Detto questo, pare certo che alcuni giocatori non andranno in Australia a causa di questa policy. Qualche giorno fa, per esempio, era emerso il caso di Pierre-Hugues Herbert e del suo compagno di doppio Nicolas Mahut. Più in generale, l'Australian Open sarà il primo torneo in assoluto a richiedere la vaccinazione per gli atleti.

L'Australian Open 2022 si giocherà con il 100% del pubblico sugli spalti

Lo spot dell'Australian Open 2022

La decisione arriva in un momento in cui la situazione dei contagi in Australia è decisamente migliorata: pur attuando restrizioni molto importanti, il Paese ha dovuto fare i conti con numeri piuttosto bassi. Il picco si è raggiunto a metà ottobre, con circa 2.500 casi giornalieri. In un mese i contagi sono in picchiata (la media è scesa a circa 1.000), aiutati dalla campagna vaccinale e dall'avvicinarsi dell'estate. Pare chiaro, ormai, che il virus abbia una componente più o meno forte di stagionalità. Tiley ha aggiunto che Novak Djokovic e il suo team sono stati ampiamente informati sulla policy del torneo, quindi sono consapevoli della condizione che gli permetterebbe di mettere piede in Australia.

Secondo il direttore del torneo, tra l'altro, non bisognerà aspettare troppo tempo per avere una prima idea di chi parteciperà: tra poche settimane scadrà il tempo limite per la richiesta del visto. A due mesi dal torneo, dunque, la questione regolamentare sembra ormai definita. Adesso inizieranno settimane di congetture su chi parteciperà e chi no. E sarà un problema per coloro che preferirebbero non far conoscere il loro stato vaccinale, i quali saranno costretti – sia pure indirettamente – a rivelarlo. La scelta, francamente, pare discutibile. Ma una Legge di uno Stato è tale e dunque dovrà essere rispettata.