The Club: Bola Padel Roma
VERSO IL 2023

Un Super Challenger a Torino... durante Roma

Dopo Cagliari, il secondo “175” assegnato all'Italia si dovrebbe giocare allo Sporting Stampa dal 15 al 21 maggio, nella seconda settimana degli Internazionali. In attesa delle linee guida ATP sull'entry list, ci si domanda se data e location siano adatte per un torneo del genere. 

Riccardo Bisti
14 dicembre 2022

Manca l'ufficialità, ma le parole di Angelo Binaghi rappresentano una sentenza. Nell'intervista con l'Unione Sarda di cui vi abbiamo ampiamente dettagliato, aveva parlato di due ATP Challenger 175 nel suolo italiano. Il primo si giocherà a Cagliari, il secondo a Torino. Ma se sull'evento sardo era tutto chiaro, mancavano dettagli sulla tappa torinese. A margine delle finali Serie A1 (giocate dall'altra parte del club) è giunta la conferma: lo Sporting Stampa di Corso Agnelli ospiterà un maxi-Challenger sulla terra battuta, dal 15 al 21 maggio 2023. L'Italia si è dunque assicurata due dei tre tornei della categoria che sarà inaugurata l'anno prossimo, e inserita nel più ampio contesto di una ristrutturazione del circuito Challenger. Vale la pena spiegare il meccanismo: con l'allungamento a due settimane di tre Masters 1000, il calendario offrirà meno chance ai giocatori. Per ovviare al problema, l'ATP ha varato un ibrido tra i migliori Challenger e gli ATP 250, per garantire la continuità di gioco a chi perderà nei primi turni di Indian Wells, Madrid e Roma. Tale abitudine esiste da anni nel mese di marzo, quando si gioca un grosso Challenger nella seconda settimana di Indian Wells. L'idea risale al 2005 e questo evento ha cambiato sede in diverse occasioni.

2005 – 2010: Sunrise (Florida)
2011: non disputato (in quella settimana, l'evento più ricco si è giocato a Le Gosier)
2012 – 2013: Dallas (Texas)
2014 – 2018: Irving (Texas)
2019 – oggi: Phoenix (Arizona)
Si tratta di location strategiche, situate tra California e Florida, talvolta a metà strada. Questo torneo ha goduto di vantaggi regolamentari che vedremo tra qualche riga. Con l'allungamento di Madrid e Roma, si è creata un'esigenza simile anche per i Masters 1000 europei. Ma l'ATP ha voluto fare di più, varando una nuova categoria di tornei (i 175, appunto), che saranno tre in tutto l'anno. Il calendario 2023 dei tornei Challenger è stato ufficializzato solo per i primi due mesi, quindi non sappiamo quale sarà il “175” tra Indian Wells e Miami, ma tutto fa pensare che possa esserci un upgrade per l'Arizona Tennis Classic di Phoenix. Hanno tutto: strutture e logistica ideale. Tra l'altro, nel 2019 il torneo fu vinto da Matteo Berrettini. Al contrario, abbiamo ragionevoli certezze per la terra battuta: la seconda settimana di Madrid sarà affiancata da Cagliari (1-7 maggio), quella di Roma da Torino (15-21 maggio). Al momento, non è previsto un torneo analogo nella seconda settimana del torneo di Shanghai.

Il Phoenix Country Club, possibile sede del primo "175" del 2023

ASICS ROMA
Il prize money complessivo dei Challenger passerà da 13,2 a 21,1 miloni di dollari. Le categorie saranno quattro (più una): 50, 75, 100 e 125, a cui si aggiungeranno i 175.

Il 2023 porterà diverse novità al circuito Challenger

Essendo una categoria nuova, tuttavia, i Challenger 175 dovranno essere regolamentati per capire quali vantaggi potranno avere rispetto alle altre categorie, soprattutto in termini di parco giocatori. In questo momento c'è una sorta di vuoto normativo, poiché l'ATP Rulebook, il librone di 400 pagine con il dettaglio dei regolamenti, non è stato aggiornato. L'ultima versione risale allo scorso settembre e spiega le norme in merito alle vecchie categorie di Challenger. Proviamo a fare chiarezza.
Così come gli ATP (1000, 500 e 250) anche i Challenger hanno le loro categorie. Quest'anno erano sei: 125, 110, 100, 90, 80 e 50. Dal 2023 ci sarà una semplificazione, che peraltro si accompagnerà a una crescita dei montepremi. Il prize money complessivo dei Challenger passerà da 13,2 a 21,1 miloni di dollari. Le categorie saranno quattro (più una): 50, 75, 100 e 125, a cui si aggiungeranno i sopracitati 175. Non tutti sanno, tuttavia, che i Challenger hanno limiti precisi nella possibilità di accogliere i top-players: logico, perché un campo di partecipazione troppo forte in un Challenger farebbe venire meno (o sfumerebbe) la distinzione con i tornei del circuito maggiore.

In attesa di conoscere le norme per i Challenger 175 (che, supponiamo, potrebbero essere ancora meno restrittive), vediamo come ha funzionato fino a quest'anno per i tornei di maggior livello, ovvero i 125 con una collocazione privilegiata in calendario: seconda settimana di uno Slam, seconda settimana di Indian Wells e Miami, settimana senza tornei ATP.
La regola generale è che i top-10 non possono partecipare in alcun modo a un torneo Challenger.
Un'altra regola è che i giocatori compresi tra l'undicesima e la cinquantesima posizione non possono iscriversi ai Challenger, i quali possono accogliere soltanto giocatori dal numero 51 in su.
Questi tornei, tuttavia, possono offrire fino a un massimo di tre wild card per i giocatori nella fascia 11-50. Non è detto che tale norma si concretizzi: l'ultimo torneo di Phoenix non aveva top-50 in tabellone, mentre nel 2019 fu sfruttata a pieno con gli inviti a elementi di livello come David Goffin, Jeremy Chardy e John Millman. Si tratta di esempi, ma c'è da credere che i “175” avranno qualche limitazione in meno, vista la portata del montepremi (220.000 dollari) e dei punti in palio: vincere a Cagliari e Torino garantirà più punti che perdere la finale di un qualsiasi ATP 250. In attesa che i regolamenti vengano ufficializzati, possiamo ipotizzare la possibilità di iscrizione per i top-50 e nessun limite sulle wild card. Ma, ripetiamo, sono supposizioni.

Una vecchia immagine del Campo Centrale dello Sporting Stampa, intitolato a Giancarlo Gramoni

Alcuni top-players spiegano l'importanza dei Challenger nello sviluppo di un giocatore

Se di Cagliari abbiamo già detto, vale la pena fare una riflessione sul torneo torinese. Va premesso che Torino è tra le capitali del tennis mondiale grazie alle ATP Finals, che si terranno al Pala Alpitour almeno fino al 2025. Ma è anche una città di tradizione: molti ricordano l'edizione degli Internazionali del 1961, ospitata proprio allo Sporting per celebrare i cento anni dell'Unità d'Italia (Torino fu la prima capitale del Regno). Nell'arena, oggi ristrutturata e in grado di ospitare quasi 3.000 spettatori, Nicola Pietrangeli batté in finale Rod Laver. Ci sono poi stati diversi tornei Challenger: due edizioni nel 1980 e nel 1981 e cinque tra il 1990 e il 1994. Il tennis è poi tornato nel 2002 con dieci edizioni di un torneo allo Sporting, poi cancellato dopo il 2011. Il Monviso Sporting Club di Grugliasco (nell'hinterland torinese) ha ospitato due tornei nel 2015 e nel 2016, poi quest'anno si è giocato un Challenger nel nuovo Training Center dello Sporting Stampa, lo stesso che accoglie gli allenamenti delle ATP Finals. Il torneo del 2023 si giocherà sulla terra battuta e rimetterà in funzione il Campo Centrale, situato dalla parte opposta del club, nelle adiacenze di Via San Marino. Un evento di livello, che però alimenta un paio di perplessità.

1) Quale sarà la risposta dei torinesi? Con l'arrivo del Masters, i palati si sono fatti fini e le aspettative sono ormai altissme. Quanto potrà attirare un Challenger, peraltro soggetto a forfait dell'ultim'ora? 2) Che tipo di copertura mediatica ci sarà? La contemporaneità con gli Internazionali BNL d'Italia rischia di essere letale. Come è giusto, la FITP concentrerà sforzi e attenzioni su uno dei suoi asset principali. Il torneo di Torino rischia di essere fagocitato da Roma. Insomma, se la data di Cagliari sembra decisamente interessante, e pur comprendendo la fame organizzativa dell'Italia, non siamo convinti che un Challenger 175 nel nostro Paese, nella seconda settimana degli Internazionali, sia l'idea del secolo. Avremmo avuto le medesime perplessità se si fosse giocato in una città affamata di tennis, figurarsi laddove c'è già la pancia piena. Non conoscendo le dinamiche interne delle trattative per aggiudicarsi questi tornei, avremmo forse lasciato perdere questa data per provare a portare qualcosa di simile in autunno, magari nella seconda settimana di Shanghai. Proprio in quello slot si è giocato l'Unicredit Firenze Open, che è andato molto bene e meriterebbe una conferma, anche se – in assenza di alternative - a un livello leggermente inferiore. Magari lo faranno lo stesso, e allora sarà il momeno di applaudire senza riserve.