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ROLAND GARROS

Scusate il ritardo

Coco Gauff ha appena 18 anni, eppure la sua prima finale Slam era attesa da tempo. A Parigi ha trovato un perfetto mix tra gioco e maturità: lascia quattro giochi a un'acciaccata Trevisan e sfiderà Iga Swiatek, dando concretezza alla finale mancata nel torneo junior 2018. Intanto lancia messaggi di pace.

Riccardo Bisti
3 giugno 2022

Un paio d'anni fa, Coco Gauff disse di essere pronta a vincere un torneo del Grande Slam. Aveva appena 16 anni e le avevano pronosticato un futuro da star. Sue Barker, ex campionessa del Roland Garros e oggi nota commentatrice, affermò che sarebbe diventata la migliore di sempre. L'investitura sembra eccessiva, ma oggi Coco festeggia la sua prima finale Slam: sebbene parli come una veterana, ha appena 18 anni. “Confermo che ero pronta, ma desideravo troppo quel traguardo – ha detto dopo il 6-3 6-1 a Martina Trevisan – mi ero messa troppa pressione. Oggi sono ugualmente pronta, ma mi sto godendo il momento. Credo che ci sia una linea sottile tra credere in se stessa ed esagerare. Prima desideravo troppo il successo, oggi so che una sconfitta non è la fine del mondo”. Parole di una ragazzina che ha conquistato il diploma di maturità poco prima del Roland Garros, festeggiandolo con una foto nei pressi della Torre Eiffel.

Ma c'è poco di adolescenziale nell'aspetto, nei comportamenti e nelle parole di Coco Gauff. Dopo il successo, ha scritto sulla telecamera: “Peace, end gun violence” accompagnandolo con un cuoricino. L'allusione è alle continue sparatorie che si susseguono negli Stati Uniti. Nel solo 2022 sono più di duecento. “Si dice che sport e politica non si debbano mischiare – ha detto – ok, ma sono un essere umano e non credo nemmeno che sia politica parlare di violenza armata. Credo che si tratti della vita in generale. Non è stato un gesto premeditato: stamattina ho saputo che c'è stata un'altra sparatoria, credo che si debba fare qualcosa. E io sto sviluppando la mia coscienza civile, anche perché adesso ho diritto di voto”. Già, perché è diventata maggiorenne lo scorso 13 marzo ed è la più giovane finalista Slam dai tempi di Maria Sharapova (Wimbledon 2004).

«Una volta ho perso una partita nei quarti di finale e ho spaccato una racchetta. Mio padre si arrabbiò molto: ma era per quello, non per la sconfitta»
Coco Gauff
ASICS ROMA

Coco Gauff si  è imposta 6-3 6-1 contro Martina Trevisan

Più che il tennis – moderno e potente – di lei sorprende la maturità, sia dentro che fuori dal campo. Come quando ha chiesto spiegazioni sul grunting di Martina Trevisan. “Il problema non era il volume dei suoi grugniti, ma la loro durata. Ci sono stati alcuni momenti in cui continuava a farlo quando ero io a colpire. Non c'ero abituata, allora ho chiesto all'arbitro cosa dicessero le regole. Lei mi ha risposto che non si può e che lo avrebbe detto a Martina. Ma non lei non ci sono problemi, in campo possono succedere queste cose, ma alla fine ci siamo abbracciate”. A parte l'episodio, sorprende la pacatezza con cui ha gestito l'episodio e con cui ne parla. Poteva destabilizzarla, soprattutto dopo un inizio nervoso per entrambe. Invece è stata la prima a togliersi di dosso la tensione e ha dominato alla distanza, sfruttando le condizioni favorevoli e un piccolo problema fisico della toscana (si è fatta fasciare una gamba alla fine del primo set).

“Non ero perfettamente a posto, poi oggi le condizioni erano molto rapide e la palla volava molto” ha detto la Trevisan, memore dello scontro diretto di due anni fa. Allora si giocò di sera, nell'umidità del Simonne Mathieu, in condizioni del tutto diverse. Vero, ma rispetto al 2020 la Gauff è un'altra giocatrice. A suon di risultati, sta dimostrando di non essere un bluff come molte giocatrici che sembrano baby-fenomeni ma poi si perdono alla prova del professionismo. “A me non è successo grazie alle persone che mi circondano. Hanno fatto un lavoro straordinario – dice l'americana – io sono molto critica con me stessa, ma loro non hanno mai messo il risultato come unica cosa che conta. Una volta ho perso una partita nei quarti di finale e ho spaccato una racchetta. Mio padre si arrabbiò molto: ma era per quello, non per la sconfitta”.

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Coco Gauff sta evidenziando una fantastica condizione atletica

Coco Gauff giura che la sua vita non cambierà in caso di vittoria

In finale proverà a bloccare Iga Swiatek, forte di una notevole fase difensiva. Per la polacca sarà dura tirare decine di vincenti. Curiosamente, le due avrebbero potuto affrontarsi nella finale junior del 2018, poi vinta da Coco contro Caty McNally. “Ero già pronta ad affrontarla, lei ebbe un matchpoint in semifinale contro Caty, poi perse. Col tempo l'ho conosciuta ed è una persona gentile e divertente, in lei non è cambiato nulla. Sapevo che prima o poi l'avrei trovata in una finale importante, ma non immaginavo che sarebbe accaduto così presto”. Iga mancò l'appuntamento quattro anni fa, poi è arrivata. Coco ha impiegato un po' di tempo in più, ma sabato pomeriggio si presenterà sul campo più importante. “Dovessi vincere, non cambierà niente – dice la Gauff – le persone che mi amano lo faranno indipendentemente dalla vittoria. Certo, avrei più attenzione dall'esterno, ma la mia vita resterà uguale”. Non sappiamo quanto vincerà, ma è già un grande personaggio. A 18 anni, la sua maturità è sorprendente. Sa già che il tennis le fornisce una certa visibilità e ha scelto di sfruttarla in un certo modo. Come Billie Jean King, come Naomi Osaka, come tanti atleti che sfruttano la vetrina per lanciare messaggi importanti.

“Mio padre mi ha detto che potrei cambiare il mondo con la mia racchetta, ma non pensava solo al tennis. Quando ci siamo visti dopo la partita, mi ha detto che era orgoglioso per quello che avevo scritto sulla telecamera”. La sua ipersensibilità sull'argomento è giustificata da un'esperienza personale: nel febbraio di quattro anni fa, ci fu un massacro presso la Marjory Stoneman Douglas High School di Parkland. Un ex studente della scuola, il 19enne Nikolas Cruz, sparò all'impazzata a studenti e personale, uccidendo 17 persone e ferendone a decine. “Avevo alcuni amici che frequentavano questa scuola e ho seguito la vicenda da vicino. Per fortuna loro si sono salvati”. Coco ha scelto di raccontare (anche) queste cose quando le mettono un microfono sotto il naso. Per questo, merita rispetto. Quanto a Martina Trevisan, la sua avventura rimane straordinaria. Resta il dubbio su come sarebbe andata se fosse stata fisicamente al 100%, o se le condizioni di gioco di fossero state diverse. Ma siamo convinti che lascerà Parigi con un meraviglioso sorriso sulle labbra. Lo stesso che ha tributato alla sua avversaria. Ha una decina d'anni in più della Gauff, ma anche per Martina questo torneo rappresenterà un inizio. Uno splendido inizio.