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IL FATTO

Niente da fare: Flavia Pennetta non entrerà nella Hall of Fame

Con l'induzione di Leander Paes, terminano le speranze di Flavia Pennetta di entrare nella galleria degli immortali. Rinunciano anche Ivanovic, Moyà e Cara Black. Gli unici italiani rimangono Nicola Pietrangeli e Gianni Clerici. Per Sinner dovremo aspettare una ventina d'anni, ma è giunto il momento di candidare il grande Rino Tommasi. 

Riccardo Bisti
14 dicembre 2023

L'appello di due anni fa, purtroppo, è rimasto tale. “Ho dato anima e corpo al tennis, mi sono divertita rispettando sempre le avversarie, ho avuto una carriera bellissima, terminata con una vittoria Slam a 33 anni. Penso di aver regalato qualcosa, in termini di risultati ed emozioni, al mio sport”. Era l'ottobre 2021 e Flavia Pennetta, intervistata dal Corriere della Sera, utilizzava queste argomentazioni per legittimare la sua candidatura alla Hall of Fame, la Galleria degli Immortali, il massimo riconoscimento possibile per un tennista. In oltre sessant'anni, soltanto due italiani hanno avuto questo onore: Nicola Pietrangeli e Gianni Clerici (quest'ultimo nella categoria Contributors, coloro che – a vario titolo – hanno contribuito alla diffusione e alla popolarità del gioco). Quando uscì la notizia della candidatura di Flavia le sensazioni erano ottime, sebbene avesse avversari di tutto rispetto: su tutti Ana Ivanovic e l'ex fidanzato Carlos Moyà, particolarmente temuto perché il ruolo di coach di Rafael Nadal gli aveva garantito nuova visibilità. È finita che Flavia non ha raccolto i voti necessari nel 2022, nel 2023... e nemmeno nel 2024, ultima possibilità (un candidato può restare in lizza per un massimo di tre anni). Per avere la prima donna italiana nella Hall of Fame, dunque, dovremo aspettare ancora. Non crediamo che la signora Fognini non dormirà la notte per il mancato riconoscimento, ma è chiaro che ci tenesse.

A suo tempo, aveva raccontato di aver saputo della candidatura in modo casuale, con una mail dell'allora presidente HOF Stan Smith, che le chiedeva il suo numero di telefono. La notizia ebbe una forte eco sulla stampa italiana, che Flavia provò a cavalcare utilizzando Instagram e coinvolgendo più amici possibili. Già, perché da qualche anno anche i fan possono votare: basta inviare la propria preferenza al sito della Hall of Fame e i tre più votati ottengono rispettivamente 3, 2 e 1 punto percentuale in più nella votazione vera e propria. Quest'ultima non è il massimo della trasparenza, nel senso che non si conoscono i nomi dei 140 giurati che esprimono la loro preferenza. Viene detto, genericamente, che si tratta di storici, giornalisti ed ex giocatori, tra cui diversi Hall of Famers. Per ottenere l'ammissione, bisogna ottenere almeno il 75% dei voti. Nel 2022 e nel 2023 non ce l'aveva fatta nessuno (sono stati premiati due giocatori di wheelchair tennis, categoria che ha una sua induzione ogni quattro anni), mentre per il 2024 l'ha spuntata il solo Leander Paes. L'ex doppista indiano sarà celebrato il prossimo 20 luglio nella consueta cornice di Newport insieme a Vijay Amritraj e Richard Evans, entrambi premiati nella categoria “Contributors”.

Paes, il più votato anche dai fan

La nomina dei tre nuovi membri della Hall of Fame è arrivata con un certo anticipo, visto che solitamente viene annunciata a gennaio. L'elezione di Leander Paes era pressoché scontata, anche perché era già stato il più votato dagli appassionati, garantendosi tre punti percentuali in più nella votazione ufficiale. Tra settembre e ottobre, la Hall of Fame aveva ricevuto decine di migliaia di preferenze da 145 Paesi. Alle sue spalle (ottenendo rispettivamente con 2 e 1 punto percentuale in più) si erano piazzati Ana Ivanovic e Carlos Moyà. Nel 2022, Flavia era giunta seconda nei voti dei fan alle spalle di Cara Black, ma neanche questo era stato sufficiente a raggiungere il fatidico 75% 

Per Paes era la prima candidatura e ha fatto subito centro, convincendo i giurati grazie al suo maestoso palmares in doppio: ha vinto diciotto Slam (otto nel maschile e dieci nel misto, diventando uno dei tre uomini a completare il Career Grand Slam in entrambe le discipline), è stato numero 1 ATP per 37 settimane (e 462 tra i top-10), senza dimenticare la lunghissima militanza in Coppa Davis (ha vinto 45 match di doppio, record assoluto) e il record di ben sette partecipazioni olimpiche, peraltro con il bronzo conquistato ad Atlanta 1996, in singolare. “Questo riconoscimento è davvero il massimo per ogni tennista – ha detto Paes – l'inserimento nella Hall of Fame non appartiene solo a me, ma a oltre un miliardo di indiani. Ricevere questo onore culmina il viaggio professionale di una vita”. Detto che Paes e Amritraj sono i primi asiatici a entrare nella HOF, la lista degli immortali salirà a 267 membri, in rappresentanza di 28 nazioni.

Rimane un pizzico di delusione per la Pennetta: aveva credenziali di tutto rispetto, anche perché la storia insegna che i giurati danno grande importanza (forse eccessiva) ai risultati in doppio, specialità in cui è stata numero 1 del mondo, ha vinto 17 titoli (compreso l'Australian Open 2011 e un'edizione delle WTA Finals), più altre due finali Slam perse. Senza contare i successi in Bille Jean King Cup (è stata protagonista in tre dei quattro titoli dell'Italia), che si aggiungono ai ben noti risultati in singolare. Un palmares che rispetta pienamente i requisiti minimi per la candidabilità (bisogna aver vinto almeno uno Slam, essere stato/a n.1 o aver vinto Davis o BJK Cup). Tuttavia, la sensazione – e lo avevamo scritto in tempi non sospetti – è che la Hall of Fame abbia scelto criteri più restrittivi rispetto al passato. Negli ultimi vent'anni è capitato che venissero insigniti giocatori con un palmares più o meno analogo alla Pennetta, ma la tendenza sembra chiara. La mancata ammissione di Juan Carlos Ferrero ci aveva fatto pensare che le speranze per Flavia fossero ridotte al lumicino. Purtroppo è andata proprio così, come per altri robusti candidati che dovranno rinunciare al sogno: Ana Ivanovic, Carlos Moyà e Cara Black, tutti candidati (come Flavia) per le classi 2022, 2023 e 2024.

Vijay Amritraj, Richard Evans e Leander Paes sono i nuovi membri della Hall of Fame. Saranno premiati il prossimo 20 luglio

La Hall of Fame celebra i tre nuovi membri della classe 2024

Nomi che non hanno convinto la giuria, tecnicamente denominata Official Voting Group, le cui decisioni sono state a suo modo storiche: non era mai capitato che non fosse eletto nessuno per due anni di fila (2022 e 2023). In passato era successo soltanto una volta (1960) che non ci fosse nessuna induzione. L'ultimo tennista a essere stato premiato era stato Lleyton Hewitt nel 2021. L'induzione di Paes, dunque, arriva dopo due anni di buco. Come detto, la mancata induzione di Ferrero ci aveva fatto capire che per Flavia si era messa male: oltre ad avere una certa visibiltà come coach di Carlos Alcaraz, lo spagnolo ha un palmares simile a quello della brindisina, avendo vinto solo uno Slam. Ha fatto di più in singolare, ma Flavia aveva compensato con una carriera più lunga e tanti successi in doppio. Non esiste la proprietà transitiva, ma la mancata ammissione di Ferrero sembrava una pietra tombale per le speranze della Pennetta. Si può fare un discorso simile per Ana Ivanovic e Carlos Moyà, entrambi vincitori di un singolo Slam e numeri 1 WTA-ATP, sia pure per un breve periodo. Requisiti che non hanno convinto il gruppo di saggi, che a suo tempo Todd Martin (ex presidente HOF) aveva definito indipendenti, con un vasto background nello sport e altamente informati sulla storia del tennis.

Detto che per la categoria giocatori bisogna aver giocato negli ultimi 20 anni ed essersi ritirati da almeno cinque, la sensazione è che sul breve termine non ci siano altri italiani in grado di accedere alla nomina. L'unica sarebbe Francesca Schiavone, ma se non è stata presa in considerazione fino a oggi è difficile che accada in futuro. Un po' meno robusto (almeno secondo i criteri HOF) il palmares di Roberta Vinci, così come quello di Sara Eranni (che peraltro è ancora in attività). Se le cose dovessero fluire come previsto, tra una ventina d'anni potrebbe essere il momento di Jannik Sinner. E allora? A nostro avviso ci sarebbe un nome spendibile nella categoria Contributors, magari già per la classe 2026 (in questa categoria, gli inserimenti vengono fatti con cadenza biennale). Pochi meriterebbero di essere celebrati come Rino Tommasi, un po' perché raggiungerebbe il suo storico compagno Gianni Clerici, un po' perché nella lista dei Contributors ci sono nomi – tra i giornalisti – verso i quali Rino non ha niente da invidiare. Per questo, sarebbe bello se qualcuno si prendesse la briga di compilare e inviare a Newport il form per la candidatura, visto che c'è tempo fino al 15 novembre 2024 per la prossima induzione, quella del 2026. Sarebbe il regalo più bello per Rino nell'anno in cui ne compirà 90. Siamo convinti che anche Flavia Pennetta ne sarebbe felice.