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US OPEN

“Lui bene, io male”: Matteo saluta New York

Una brutta partita estromette Berrettini dallo Us Open: concede quasi due set di vantaggio a Casper Ruud e non riesce a rimontare. “Mi mancavano gioco e mentalità”. Il norvegese è addirittura in lizza per il numero 1 ATP. Ci resta Sinner, rivedremo Berrettini a Bologna. 

Riccardo Bisti
7 settembre 2022

“La partita peggiore nel momento più importante”. Matteo Berrettini ha giudicato così la netta sconfitta contro Casper Ruud nei quarti dello Us Open. Non ha cercato scuse, l'azzurro, anzi ha mischiato il mea culpa con i doverosi complimenti al norvegese. “Lui ha giocato bene, io ho giocato male. Non avevo il gioco, non avevo la mentalità. Il mio tennis non c'era, dopo il break iniziale lui ha preso fiducia e ha giocato sempre meglio”. In effetti non c'è granché da raccontare: è finita 6-1 6-4 7-6 e Ruud può ritenersi più che soddisfatto della sua stagione negli Slam: era il suo obiettivo e ha fatto forse più del dovuto, con la finale a Parigi e questa semifinale a New York, forse ancora più sorprendente. Un buon indennizzo dopo aver saltato l'Australian Open a inizio stagione per una banale storta alla caviglia. Adesso è in semifinale e ha addirittura la chance di diventare numero 1 del mondo. “Casper è migliorato sia in risposta che al servizio – dice Berrettini, adesso in svantaggio 4-2 negli scontri diretti – prima faticava ad adattarsi quando finiva sotto pressione, mentre adesso non perde più campo”.

Tutto vero, ma per quasi due set Matteo non è stato in campo. Un 6-1 5-1 troppo brutto per essere vero. Berrettini ha poi provato a lottare, anche se (proprio come a Melbourne contro Nadal) ha faticato ad adattarsi a giocare col tetto chiuso, che ha rallentato le condizioni di gioco e ha certamente dato una mano a Ruud. Ma una brutta prestazione non si può spiegare solo così. “Ho lottato, ma anche sul 5-2 per me al terzo non stavo bene. Adesso è passato poco tempo, ma tra qualche giorno proverò a capire cosa è successo”. È opportuno ricordare che Berrettini è arrivato a New York con soli due match nelle gambe, le eliminazioni immediate a Montreal e Cincinnati, quindi le sensazioni non erano ottimali. Ma aveva avuto un avvicinamento simile nel 2019 e nel 2021, quando le cose erano andate meglio.

«Anche sul 5-2 per me al terzo non stavo bene. Adesso è passato poco tempo, ma tra qualche giorno proverò a capire cosa è successo»
Matteo Berrettini
ASICS ROMA

È terminata l'avventura di Matteo Berrettini allo Us Open

Nessun allarmismo: le partite si vincono e si perdono, e arrivare nei quarti significa comunque aver fatto qualcosa in più rispetto alle gerarchie di classifica. C'è qualche rimpianto per il terzo set, in cui ha avuto due setpoint sul 5-2 e 15-40 sul servizio di Ruud. In fondo anche Corentin Moutet gli aveva strappato un set al turno precedente, e Matteo è più forte del francese... Invece il norvegese si è salvato e ha a sua volta brekkato nel game successivo. A quel punto, il finale era scritto. Ruud è sempre stato avanti nel tie-break, e ha potuto esultare per uno status tutto nuovo. “Ho sviluppato il mio gioco sul cemento, ma lo avevo già dimostrato a Miami – ha detto – da ragazzino giocavo sei mesi sulla terra e sei sul cemento, poi ho dato priorità al rosso.

Ma questo non significa che possa giocare sul duro”. La peculiarità del team Ruud è la presenza di papà Christian nelle vesti di allenatore. Ma non si tratta di un padre-padrone, bensì di un ex ottimo giocatore, ex top-40 ATP. Casper gli ha mandato carezze virtuali nell'intervista sul campo, poi si è preso addirittura il palcoscenico della conferenza stampa. “Il mio vantaggio? Alleno le cose giuste, mentre tanti allenatori si soffermano su aspetti poco importanti – ha detto papà Christian – molti genitori allenano i propri figli ma non conoscono il tennis. Io ho giocato, ho fatto tanti errori e cerco di evitare che Casper li possa ripetere. E poi non mi arrabbio se perde: gli ho sempre detto di dare il massimo in campo, tanto io non sarei mai rimasto deluso”.

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Casper Ruud è in piena lizza per diventare numero 1 ATP

L'espressione di Matteo Berrettini durante la conferenza stampa post match è tutta un programma

La scelta di giocare a tennis è nata dal figlio, intorno agli 11-12 anni di età, dopo che aveva provato diversi sport (calcio, hockey e golf). “Io ho scelto di aiutarlo, ma poi ho fatto un passo indietro. Per due anni e mezzo ha avuto un allenatore in Spagna (Pedro Rico, ndr). A un certo punto lui ha dovuto smettere, ma quando stavo pensando di fare un ulteriore passo indietro lui mi ha detto che voleva proprio me”. E così è iniziata una collaborazione tutta in famiglia, con grandi risultati. La vocazione spagnola di Casper è rimasta, al punto che da qualche tempo ha scelto l'accademia di Rafael Nadal come base di allenamento. E non smette mai di ringraziarli. Anche per questo, forse, è stato un po' (troppo?) arrendevole nella finale di Parigi. Adesso non avrà dilemmi interiori, perché Nadal è già stato eliminato. E poi c'è quella motivazione extra, come l'ha definita lui, di guardare tutti dall'alto in basso.

Sarebbe suggestivo riuscirci in uno Slam sul cemento, superficie accuratamente evitata nei primi anni di carriera. “Perché voleva raggiungere il prima possibile i top-100 ATP” ha spiegato il padre, che peraltro condivide con figlio una sana passione per il golf. I Ruud saranno pure una Tennis Family, ma nel percorso da Cincinnati a New York si sono fermati in un resort in Pennsylvania e si sono dedicati a mazze e green, anche al loro arrivo a New York. Un modo come un altro per tenere bassa la tensione di uno Slam. Adesso è il momento di Casper: quanto a Berrettini, le sue chance di arrivare alle ATP Finals si sno fortemente ridimensionate. Ed è un peccato, perché tutti quelli che gli stavano davanti (tranne Sinner) erano già stati eliminati. Il 2022 è stata una stagione un po' sciagurata, ma non per colpa sua. Infortuni e Covid l'hanno fatta da padrone, ma il bello del tennis è che ci si può sempre riprovare. A partire dalle Davis Cup Finals della prossima settimana. Possono ancora esserci belle cose, nella stagione di Matteo.