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IL CASO

La Russia rischia di perdere un altro pezzo

Residente in Repubblica Ceca dal 2006, Ekaterina Alexandrova sarebbe in trattativa per cambiare cittadinanza. Non avrebbe vantaggi economici, ma solo logistici: la vita con il passaporto russo è sempre più complicata. E poi la federtennis di Mosca non ha saputo della sua esistenza fino al 2016...

Riccardo Bisti
1 ottobre 2022

I russi non ne parlano volentieri. Ammettere che Ekaterina Alexandrova sta pensando di cambiare cittadinanza, per loro, è uno smacco niente male. Come se non bastasse la spesa da supermarket messa in atto dal Kazakhstan e la recente scelta della doppista Natela Dzalamidze, che è passata alla Georgia appena prima di Wimbledon, l'eventuale decisione della numero 3 del Paese (ma che è stata a lungo la numero 1) sarebbe un duro colpo. I fatti: la numero 21 WTA e recente vincitrice a Seul sarebbe in trattativa con la federtennis della Repubblica Ceca per cambiare cittadinanza. Non sarebbe una scelta clamorosa, poiché tutta la famiglia risiede a Praga da oltre quindici anni. La stessa giocatrice ha ammesso di non mettere più piede nella città natale di Chelyabinsk (un milione di abitanti nel cuore degli Urali, a due passi dal confine col Kazakhstan) da almeno cinque anni.

Nonostante abbia flirtato per anni con l'idea di prendere il passaporto ceco, anche in tempi di relativa tranquillità politica, probabilmente non avrebbe fatto un passo in più se gli sportivi russi non fossero ghettizzati a seguito della difficile situazione attuale, che peraltro non sembra avere immediate vie d'uscita. “In effetti Ekaterina vive da molto tempo in Repubblica Ceca e lavora sotto la guida dei tecnici locali – ha detto Shamil Tarpischev, presidente della federtennis russa – però non so nulla dei suoi piani, almeno non me ne ha mai parlato. Ammetto che non sono più molto coinvolto nel femminile, di quel settore si occupa Igor Andreev, ma non mi ha detto nulla”. Tuttavia, la stampa russa afferma che sono in corso negoziazioni per un cambio di bandiera.

«Se guidi per una qualsiasi strada della Repubblica Ceca, a ogni chilometro trovi in circolo tennis con tanti campi a disposizione a prezzi bassi. Per questo, in tanti vogliono giocare» 
Ekaterina Alexandrova
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Battendo in finale Jelena Ostapenko, la Alexandrova si è aggiudicata il suo terzo titolo in carriera a Seul

Si tratterebbe di una scelta individuale, senza particolari ragioni economiche, ma solo per comodità logistiche: il passaporto russo costringe a parecchia burocrazia per ottenere, mentre la Repubblica Ceca fa parte dell'Unione Europea ed è tutto molto più semplice. “Ammetto che sarebbe conveniente viaggiare con il passaporto ceco, poi la mia famiglia vive lì da molto tempo...” si era lasciata sfuggire in un'intervista di qualche anno fa. E poi non avrebbe la possibilità di giocare le competizioni a squadre, poiché ha già ampiamente rappresentato la Russia. Dopo aver nicchiato ai primi interessamenti nel 2017, ha esordito in Billie Jean King Cup nel 2020 contro la Romania, salvo far parte della squadra che si è aggiudicata il titolo lo scorso novembre. Sotto la bandiera del Comitato Olimpico Russo, ha giocato (e perso) un singolare contro la Francia. Tanto basta per impedirle di giocare la competizione con un'altra nazionale. E poi la Russia le ha dato l'opportunità di partecipare alle Olimpiadi. Come è noto, da qualche anno è in vigore la regola che non si può giocare una competizione a squadre per una nazione dopo averlo fatto per un'altra.

La famiglia di Ekaterina si è trasferita in Repubblica Ceca nel 2006 dopo averla visitata per un torneo giovanile. Lei aveva 11 anni e papà Evgeny rimase colpito dalla disponibilità di strutture e dalla facilità con cui ci si poteva allenare. La moglie era d'accordo, i tre figli non ebbero particolare voce in capitolo: erano troppo piccoli. “Ormai mi sono abituata a vivere lì, è tutto diverso. In particolare c'è una calma assoluta, molto diversa dal caos di Mosca – dice la Alexandrova – in Repubblica Ceca il tennis è accessibile a tutti, ci sono tantissimi campi. Se guidi per una qualsiasi strada, a ogni chilometro trovi in circolo tennis con tanti campi a disposizione a prezzi bassi. Per questo, in tanti vogliono giocare”. In effetti, la popolarità del tennis è straordinaria: basti pensare che la federtennis ceca ha 66.105 tesserati: per un Paese di 10 milioni di abitanti, sono cifre assimilabili a quelle della federazione italiana, i cui numeri però tengono conto anche dei giocatori di padel, beach tennis e dei non praticanti. Al contrario, in Repubblica Ceca sono tutti tennisti. E un buon 40% sono Under 18 (16.048 ragazzi e 13.520 ragazze).

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Ekaterina Alexandrova ha vinto la Billie Jean King Cup nel 2021. Per questo, non potrà parteciparvi con un'altra bandiera

La Alexandrova utilizza Instagram con parsimonia. Ma un post dalla Città del Vaticano non poteva mancare...

Non a caso stanno emergendo parecchi talenti, soprattutto in campo femminile (le sorelle Fruhvirtova e Linda Noskova su tutte), anche se c'è un pizzico di preoccupazione per il futuro. In Repubblica Ceca c'è un clima freddo, dunque è necessario giocare indoor per parecchi mesi all'anno. L'aumento dei costi dell'energia ha costretto i circoli – anche i più importanti – ad aumentare i costi. E potrebbe essere un problema per l'accesso alla disciplina. Il problema non riguarderà la Alexandrova, ormai giocatrice di fama mondiale. Gli stenti di inizio carriera sono stati cancellati da un prize money di oltre 4 milioni di dollari. A suo dire, la Russia non ha nemmeno saputo della sua esistenza fino al 2016, quando ha ottenuto i primi risultati di rilievo. “Ma non ero tra le migliori nemmeno in Repubblica Ceca” racconta la ragazza che compirà 28 anni il prossimo 15 novembre, e parla fluentemente anche il ceco. Ekaterina ha iniziato a giocare intorno a 5-6 anni di età durante una vacanza in Spagna. Vedeva gli altri giocare e voleva provare a tutti i costi. I genitori non erano d'accordo, fino a quando cedettero alle sue insistenze. Fu talmente brava che al ritorno a Chelyabinsk le comprarono tutta l'attrezzatura, fino a quando – qualche anno dopo – hanno preso la decisione di spostarsi a Praga.

Persona timida, senza particolari guizzi mediatici, la Alexandrova gode di una popolarità inferiore ai suoi risultati, anche perché nei tornei del Grande Slam non ha ancora scavallato la prima settimana (al massimo è giunta quattro volte al terzo turno). Tuttavia, la sua maturazione è quasi definitiva. Lo ha dimostrato con il grande torneo a Seul, che tiene vive le speranze di qualificarsi in extremis alle WTA Finals. Certo, è ventesima e dista oltre 700 punti dall'ultima posizione utile, ma un exploit a Ostrava (che per lei è un torneo di casa) e uno a Guadalajara potrebbero aprirle scenari inediti. Ma da lei non aspettatevi grosse manifestazioni emotive. “Sembro tranquilla, in realtà dentro di me brucia il fuoco – racconta – per un periodo ho provato a tirare fuori le mie emozioni, anche lanciando le racchette, ma mi sono resa conto che il mio rendimento non migliorava. E allora ho lasciato perdere”. E se non fosse stato per la sorella, non avrebbe nemmeno aperto il profilo Instagram tre anni fa. “Mi aveva promesso di curarlo lei, invece lo ha solo creato e poi mi ha detto di fare tutto da sola. Il problema è che spesso mi dimentico di pubblicare...”. In effetti, appena 67 post in tre anni e un numero di followers (poco più di 20.000) quasi imbarazzante per la sua qualità tennistica. Di questi tempi, purtroppo, funziona così. Ma a lei non dispiace. Vedremo se un'eventuale cambio di bandiera accenderà i riflettori sul suo sorriso un po' malinconico.