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INDIAN WELLS

Bum bum: la strategia vincente di Jannik Sinner

La brevità degli scambi è stata la chiave del successo di Jannik Sinner all'Australian Open. Quando il punto si chiude entro quattro colpi, l'azzurro è micidiale. Riuscirà a fare altrettanto a Indian Wells, laddove i campi sono molto più lenti? Esordirà venerdì contro Kokkinakis o Giron.

Riccardo Bisti
5 marzo 2024

Sarà pur vero che c'è stata una forte standardizzazione delle superfici, e la durata media degli incontri è aumentata. Ma i numeri non mentono: la maggior parte degli scambi si conclude entro quattro colpi. Lo certifica il dato del singolare maschile all'Australian Open, in cui due terzi dei punti (il 66%) non sono andati oltre il quarto colpo. La statistica ha fornito l'assist per un interessante pezzo di Craig O'Shannessy, uno dei più famosi data analyst, sull'efficacia di Jannik Sinner in base alla durata dello scambio, e la sua capacità di essere dominante quando conta per davvero. E fornisce a noi un aspetto da osservare in vista dell'imminente torneo di Indian Wells, in cui Jannik ha due obiettivi ben precisi: confermare l'imbattibilità stagionale e diventare numero 2 del mondo, superando Carlos Alcaraz.

Più in basso analizzeremo il suo percorso, sorteggiato nella notte italiana, ma possiamo già dire che l'azzurro è finito nella parte bassa, quella di Alcaraz, dunque potrebbe esserci il replay della semifinale 2023 (vinta dallo spagnolo, suo ultimo successo negli scontri diretti). L'incrocio con Novak Djokovic, dunque, potrebbe arrivare soltanto in finale.
Ma facciamo un passo indietro.
Da qualche anno, è universalmente accettata una suddivisione in tre categorie della lunghezza dei punti: brevi (fino a 4 colpi), medi (da 5 a 8) e lunghi (dai 9 colpi in su). Come detto, il 66% degli scambi all'Australian Open sono terminati entro i quattro colpi. Nel caso di Sinner, la percentuale è scesa al 59%. Tuttavia, è interessante notare l'efficacia in base alla durata dello scambio. Jannik ha chiuso con un saldo positivo in ogni fascia: 57% di efficacia negli scambi brevi, 54% in quelli medi, 51% in quelli lunghi.

L'Australian Open di Sinner

La percentuale di punti vinti da Jannik Sinner all'Australian Open, in relazione alla durata dello scambio

Durata scambio

0-4

5-8

9+

Tutto il torneo

59%

24%

17%

SF + F

56%

26%

18%

 

Punti vinti

0-4

5-8

9+

Tutto il torneo

57% (467-355)

54% (180-151)

51% (123-116)

SF + F

57% (162-124)

48% (63-69)

49% (45-46)

La tendenza è chiara: più lo scambio è breve, maggiori sono le possibilità di Jannik. È un'ovvia conseguenza della sua qualità al servizio, di cui vi abbiamo recentemente parlato. O'Shannessy ha scorporato il dato di tutto il torneo da quello di semifinale e finale, in cui ha affrontato Novak Djokovic e Daniil Medvedev, gli unici in grado di strappargli un set (due, nel caso del russo). Pur essendo ottimi battitori, entrambi amano palleggiare e le loro chance di successo contro Sinner passano dalla lunghezza degli scambi. Missione fallita, poiché hanno aumentato di un solo punto percentuale gli scambi sopra i nove colpi (18% contro 17%) e di due quelli medi (26 contro 24). La maggioranza assoluta degli scambi è rimasta breve, a tutto vantaggio di Sinner. In altre parole: né il serbo né il russo sono stati in grado di costruirsi una base sufficiente di scambi. La chiave è proprio quella, perché – quando sono riusciti ad allungarli – hanno vinto più punti di Sinner: 69 a 63 negli scambi medi, 46 a 45 in quelli lunghi.

Le conclusioni a cui giunge O'Shannessy, dunque, sono piuttosto semplici: tra i super-big, Sinner è il più competitivo quando lo scambio si chiude entro quattro colpi. Poiché questi rappresentano la maggioranza assoluta dei punti, entra in ballo la proprietà transitiva: Sinner è il più competitivo. “Sinner è l'ultima versione di quello che serve per vincere al picco del nostro sport: dominare gli scambi brevi (che sono la maggior parte), reggere la tempesta in quelli lunghi e portare a casa l'argenteria” sentenzia l'australiano, ribadendo la maggiore attendibilità dei numeri rispetto alle sensazioni. A suo dire, il luogo comune che la solidità nello scambio sia decisiva per vincere è superata dalle statistiche, secondo cui è molto più importante essere competitivi negli scambi brevi. E in questo, oggi, Sinner è il più bravo di tutti.

Se lo scambio si chiude entro 4 colpi, Sinner ha molte più chance di aggiudicarsi il punto

Lo scorso anno, l'avventura di Sinner a Indian Wells è terminata in semifinale contro Carlos Alcaraz

Proverà a dimostrarlo a Indian Wells ed è una bella sfida, perché il Plexipave californiano è storicamente il più lento dei tornei Masters 1000 al di fuori della terra battuta, almeno secondo l'algoritmo Court Speed Index (coniato dal sito Ultimate Tennis Statistics e basato su ace, punti e game vinti dal giocatore al servizio). Dei nove Masters 1000, Indian Wells è il terzo più lento, battuto soltanto da Monte-Carlo e Roma (Madrid risulta più veloce in virtù dell'altura). Sulla carta, tale caratteristica potrebbe dare una mano agli avversari di Sinner, i quali proveranno ad allungare la durata media degli scambi e – di conseguenza – abbassare la percentuale di punti conquistati dall'azzurro. Sarà interessante vedere come Jannik gestirà le condizioni di gioco in un tabellone che lo vedrà al via venerdì, contro il vincente di Kokkinakis-Giron. In entrambi i casi è ancora imbattuto (3-0 contro l'australiano, 1-0 contro lo statunitense). L'asticella si alzerà nel terzo turno di domenica, quando troverà uno tra Jan-Lennard Struff e Borna Coric (c'è un precedente solo contro il croato, vinto in tre set da Sinner a Monte-Carlo 2022).

Per trovare un giocatore che lo abbia battuto in passato dovrà aspettare gli ottavi, quando potrebbe affrontare Ben Shelton, insieme a Djokovic l'unico giocatore in grado di sconfiggerlo negli ultimi sei mesi. Paradossalmente, uno dei pochi contro il cui il campo lento potrebbe dare una mano a Jannik. Gerarchie alla mano, il suo avversario nei quarti dovrebbe uscire da una lista comprendente Andrey Rublev, Stefanos Tsitsipas e Frances Tiafoe, in vista di una possibile semifinale contro il super-rivale Carlos Alcaraz. Le sensazioni trasmesse da Carlitos al Netflix Slam, tuttavia, non sono state delle migliori. In tutta onestà, non lo vediamo favorito nel suo spicchio di tabellone. A parte un esordio non semplice contro il vincitore di Arnaldi-Van Assche, nella sua zona ci sono giocatori in grado di metterlo in difficoltà, come Karen Khachanov negli ottavi e uno tra Zverev e De Minaur nei quarti. Insomma, la carta ci suggerisce che Sinner dovrebbe presentarsi all'appuntamento, mentre per Carlitos è meno scontato. Ma le partite, per fortuna, si giocano solo sul campo. Veloce o lento che sia.