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ELO RATING

Jannik Sinner è già il numero 1 del mondo

L'affascinante ELO Rating, algoritmo che tiene conto della qualità degli avversari affrontati, colloca Jannik Sinner al numero 1. L'altoatesino è tra i migliori tre sia al servizio che in risposta: in oltre 30 anni, l'avevano fatto solo Agassi e Djokovic. Da Wimbledon, i suoi numeri al servizio profumano di... Isner.

Riccardo Bisti (Foto home di Felice Calabrò)
17 febbraio 2024

Il sistema per calcolare la classifica mondiale è (spesso) oggetto di discussioni e (talvolta) modifiche. Il computer è stato introdotto nel 1973 e da allora abbiamo sostanzialmente avuto tre criteri: la media punti (fino al 1989), il Best 14 (per tutti gli anni '90) e il sistema attuale, che prevede un tot numero di tornei obbligatori da inserire nel breakdown. Qualcuno, più realista del Re, sostiene che la vera classifica sia quella dei guadagni. Più soldi si intascano, in effetti, più è probabile aver ottenuto grandi risultati nei grandi tornei. Ma poiché il 2024 è appena iniziato, la classifica è ancora giovane e poco indicativa. Per questo – oggi più che mai – è opportuno considerare il sistema ELO, un metodo di valutazione mutuato dal gioco degli scacchi ma utilizzato anche in altri ambiti. Nel tennis, è il sito-cult Tennis Abstract (nella fattispecie, il suo curatore Jeff Sackmann) a tenere traccia di calcoli complicati ma affascinanti, che peraltro gli hanno permesso di provare a stilare una classifica All-Time oggetto un dibattito molto acceso, soprattutto perché ha radunato in una singola classifica sia gli uomini che le donne. Ma non è della caccia al GOAT che vogliamo parlare oggi, bensì dell'attuale classifica ELO, valida (e robusta) alternativa alle classifiche ufficiali. Bene, nelle ultime 52 settimane il miglior giocatore è il nostro Jannik Sinner.

Per quanto preveda calcoli poco divertenti da raccontare in un articolo, l'ELO Rating parte da due presupposti piuttosto semplici:
- Il numero di partite giocate
- La qualità degli avversari affrontati
Il secondo aspetto è particolarmente importante: da quando sono stati aboliti i bonus point, sappiamo già in anticipo quanti punti vengono assegnati da una singola partita, che sia una finale Slam o il primo turno di un Challenger. Battere Novak Djokovic al secondo turno di Belgrado vale 25 punti, mentre sconfiggerlo in finale a Wimbledon ne garantisce 700. Nell'ELO Rating vale il principio opposto: non conta il turno o il torneo, ma conta il valore dell'avversario. Inoltre – ai bonus per le vittorie – equivalgono i malus per le sconfitte. Più “scarso” è l'avversario con cui si perde, maggiore la penalità in termini di punti. Il sistema può poi essere diviso per superficie, e rappresenta un valido strumento per proporre una classifica alternativa. Detto che per comparire nella classifica ELO bisogna aver giocato almeno dieci match tra circuito maggiore, qualificazioni o Challenger, quando un tennista entra in classifica gli viene assegnato il punteggio arbitrario di 1.500 punti. Il dato serve per capire cosa significhi entrare nell'elite. Sackmann spiega che quota 2.000 è il confine tra l'elite e il resto del gruppo (attualmente in otto superano la soglia), mentre una valutazione intorno al 1.800 dovrebbe garantire un posto tra i primi 50.

«Attualmente Sinner è ancora quarto nella classfica ufficiale, ma da oggi è il leader ELO. Tra non molto queste posizioni convergeranno, e non sarà perché il suo punteggio ELO tornerà a scendere»

In questo momento Sinner ha una valutazione ELO di 2234,6 punti, superiore di 19 lunghezze a quella di Djokovic. Questo significa che Sinner è il tennista che ha prodotto la miglior qualità nelle ultime 52 settimane. Scorrere l'ELO Rating è molto interessante perché premia un giocatore come Ugo Humbert (addirittura nono) ed esalta Matteo Berrettini, sedicesimo. È proprio la posizione del romano a evidenziare una debolezza del sistema: un minimo di dieci partite è un po' poco. Va bene valutare la qualità della performance, ma in fondo anche la continuità deve essere premiata. Fossimo in Matteo, comunque, saremmo ben felici: significa che quando il fisico lo lascia in pace è ancora in grado di essere competitivo. Ride Matteo Arnaldi (31esimo), mentre i dati ELO direbbero che la qualità delle performance di Lorenzo Musetti (56esimo) non valgono la sua classifica ufficiale. Più in generale, confrontare i due ranking è esercizio tanto divertente quanto fine a se stesso. Non c'è dubbio, tuttavia, che vedere Sinner lassù in cima fa una certa impressione.

Ma c'è di più: alcuni parametri fanno pensare che Sinner non abbia ancora raggiunto il suo picco (tra i giocatori in attività Djokovic l'ha raggiunto nel 2016, con l'impressionante cifra di 2.470,3). In particolare, Sackmann informa che dal 1991 soltanto due giocatori hanno completato una stagione chiudendo tra i primi tre sia nella classifica dei game tenuti al servizio che in quella dei break ottenuti: Andre Agassi e Novak Djokovic. Bene, nelle ultime 52 settimane Sinner è secondo al servizio (preceduto da Hurkacz) e terzo in risposta (alle spalle di Alcaraz e Medvedev). Ok, i numeri sono spalmati su due anni solari, ma rendono l'idea della forza e della completezza dell'altoatesino. Giusto 24 ore fa abbiamo scritto come il servizio sia un problema per Carlos Alcaraz. Bene, da Wimbledon in poi i numeri di Sinner in questo fondamentale sono ai limiti del paranormale: da allora ha tenuto il 91,1% dei turni di servizio, non così distante dalla percentuale (91,8%) fatta registrare in carriera da... John Isner!

Da Wimbledon a oggi, Sinner ha tenuto il 91,1% dei turni di servizio

Il 2023 è stata la stagione della svolta per Jannik Sinner

Ma c'è un dettaglio: Isner è entrato tra i top-10 con una risposta mediocre, mentre Sinner possiede una delle migliori in assoluto. “Vi siete mai domandati dove sarebbe potuto arrivare Isner con una risposta di alto livello? Bene, adesso lo sapete” scrive Sackmann, La forza di Sinner è poi espressa da uno schema che spiega la differenza con il resto del gruppo: i grandi battitori hanno ottime probabilità di vincere il punto se questo si chiude entro 3-4 colpi. Se lo scambio si allunga, le probabilità tra battitore e ricevitore sono più o meno analoghe. Tramite lo schema che vedete, Sackmann mostran come Sinner sia superiore alla media nei primi 2-3 colpi (ma inferiore a Hurkacz), ma quando lo scambio si allunga mantiene un buon vantaggio rispetto al resto del gruppo. Risultato? Vince una percentuale più alta di punti, di game, di set, di partite... e di tornei. 

La statistica parla poi della percentuale di palle break salvate: nell'ultimo anno, Sinner ne ha cancellate il 71,7%, tre punti percentuali in più rispetto ai punti che vince al servizio. Significa che gioca con coraggio e personalità i punti importanti (non a caso a Melbourne ne ha annullate 36 su 40). La storia insegna che mantenere performance così elevate è quasi impossibile, e lo stesso Sackmann ipotizza che le sue percentuali scenderanno. “Ma è ancora eccezionalmente buono – scrive – serve come Jarry o Fritz e accumula punti in risposta quanto Djokovic. Pur togliendo la magia nell'annullare palle break, avrai comunque un contendente per ogni Slam. Attualmente Sinner è ancora quarto nella classfica ufficiale, ma da oggi è il leader ELO. Tra non molto queste posizioni convergeranno, e non sarà perché il suo punteggio ELO tornerà a scendere”. Una sentenza verbale, vedremo se diventerà Cassazione. In questo momento – non c'è dubbio – Jannik è il più forte di tutti. Il computer non se n'è ancora accorto, e non è scontato che lo farà. Ma noi la pensiamo come Sackmann: è molto, molto probabile che accadrà. E sarà un giorno storico: l'Italia aveva già avuto qualche vincitore Slam, ma mai un numero 1. Lo diciamo, senza nemmeno preoccuparci di farlo sottovoce: lo abbiamo trovato.

Jannik Sinner a Rotterdam (Foto di Felice Calabrò)