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ROLAND GARROS

Il mistero di Naomi Osaka: paura o depressione?

Dopo le minacce di squalifica per il mancato rispetto degli impegni con i media, Naomi Osaka si ritira dal Roland Garros: "Ho vissuto lunghi periodi di depressione". Qualche ora prima, sua sorella Mari aveva sostenuto il contrario.

Riccardo Bisti
1 giugno 2021

La salute mentale è argomento delicato, del quale non si parla a sufficienza. Forse perché è imbarazzante, o forse perché richiede una profondità di analisi non alla portata di tutti. Per questo, se Naomi Osaka dice di aver vissuto lunghi periodi di depressione dopo lo Us Open 2018 (suo primo grande titolo), è giusto crederle. Rimane il dubbio che dietro gli ultimi accadimenti ci sia qualcosa di più. Se davvero era così vulnerabile e ansiosa, forse sarebbe stato meglio ritirarsi dal Roland Garros ancora prima di scendere in campo, visto che si tratta di debolezze equiparabili (se non peggiori) a problemi di natura fisica. Invece non lo ha fatto e ha respinto ogni tentativo degli organizzatori di tornare sui suoi passi.

È scesa in campo contro Patricia Maria Tig, ha effettuato l'intervista sul campo con Fabrice Santoro, salvo poi tornare a rifugiarsi nel silenzio, non prima di tirare una frecciata su Twitter: “La rabbia è mancanza di comprensione. I cambiamenti mettono in difficoltà le persone”. Chissà se alludeva a qualcuno in particolare. Il suo forfait dal Roland Garros arriva dopo il fermo comunicato, dai contenuti anche un po' ricattatori, del Comitato dei tornei del Grande Slam: 15.000 dollari di multa per aver saltato le prime conferenze stampa, e minacce di ulteriori provvedimenti. Affidandosi a codici e codicilli del regolamento, hanno detto che avrebbe rischiato la squalifica da questo torneo e la mancata ammissione ai prossimi Slam. Soltanto allora, Naomi ha scelto di lasciare Parigi (Ana Bogdan, dunque, approda al terzo turno senza giocare). In questo modo non rischia ulteriori multe e/o sospensioni.

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"Non sono portata a parlare davanti al pubblico. Per questo, ho avuto ondate d'ansia prima di parlare con i media"
Naomi Osaka

Ai microfoni di ESPN, Naomi Osaka sensibilizza l'opinione pubblica sulla sparatoria contro l'afroamericano Jacob Blake

L'opinione pubblica si è divisa in due correnti: qualcuno pensa che questo ritiro sia un prolungamento del braccio di ferro con le istituzioni, altri che abbia ceduto al ricatto. Difficile capire quale sia la realtà. I sostenitori della prima tesi ritengono che un suo passo indietro, con una rinnovata presenza davanti ai giornalisti, sarebbe stata una sconfitta. Al contrario, andandosene, Naomi avrebbe tenuto alta l'attenzione sull'argomento, mettendo a nudo un sistema da lei definito arcaico. Altri credono che si sia arresa per paura di conseguenze, rifiutando di portare avanti la sua battaglia a testa alta, continuando a giocare incurante delle pressioni e di possibili ulteriori sanzioni. E si domandano se il forfait sarebbe arrivato senza la forte presa di posizione dei tornei del Grande Slam.

Nel suo ultimo messaggio, Naomi ha ammesso che le tempistiche della sua denuncia erano infelici. Secondo noi, sono infelici anche quelle del forfait. Onestamente, alimentano i sospetti dei complottisti. Ripetiamo: non conosciamo le condizioni di salute mentale della Osaka. Possiamo limitarci alle certezze: prima di oggi, non aveva mai manifestato problemi di questo tipo. Anzi, aveva utilizzato i media per le sue (giuste) battaglie sociali. Le mascherine con i nomi dei neri uccisi dalla polizia (indossate durante lo Us Open), e addirittura l'ospitalità su un magazine importante come Esquire, che aveva pubblicato un suo articolo. Se stava dissimulando un profondo malessere (peraltro vincendo tre Slam dopo aver manifestato i primi sintomi), non resta che crederci.

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I professionisti sottoscrivono una serie di obblighi che prevedono impegni di vario genere con i media. Su un punto, Naomi ha ragione: il sistema è arcaico, superato, realizzato quando non esistevano internet e i social network. Se punta a modificarlo, per il bene di tutti, troverebbe supporto trasversale. Anche dei media, desiderosi di fornire un'informazione sempre migliore. Si è detta disponibile a parlare con i dirigenti, ma fuggire da tutto e da tutti non è il modo migliore per attivare il dialogo. Le tesi meno compassionevoli sono addirittura condivise da Mari Osaka, sorella maggiore di Naomi, ex tennista che ha ufficializzato il ritiro qualche mese fa. Mari aveva pubblicato un post su Reddit, poi cancellato (non prima che qualcuno riuscisse a salvarlo). A suo dire, le difficoltà con i media della sorella derivano dal fatto che fatica a vincere sulla terra battuta.

Ogni volta che gioca su questa superficie, i giornalisti le chiedono del suo record sul rosso, il che le accende pensieri negativi” ha scritto. Andrebbe interpretata in questo senso l'intenzione di non parlare con chi le avrebbe messo dei dubbi. Ha poi ammorbidito il concetto di salute mentale, allontanando l'ipotesi di depressione poi confermata dalla stessa Naomi. “Sta semplicemente proteggendo la sua mente, ecco perché si parla di salute mentale. Molte persone sono pignole su questo termine, pensando che si debba per forza avere la depressione per usarlo”. Non aggiungiamo altro, perché qualsiasi considerazione potrebbe risultare inopportuna. Nei prossimi mesi ne sapremo di più, a partire dai tornei che la Osaka sceglierà di giocare. E se tornerà sull'argomento.