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LA SERIE

Fifteen-Love: gli abusi nel tennis diventano una fiction

È uscita nel Regno Unito una serie Amazon che racconta le accuse di abusi sessuali di una giovane tennista nei confronti del famoso ex-coach. Tema attuale, con diversi spunti tratti dalla realtà. La storia è avvincente e mette in luce il lato oscuro del tennis, in cui l'unica cosa che conta è vincere. A qualsiasi costo.

Riccardo Bisti
11 agosto 2023

Non è certo la risposta di Amazon Prime all'iper-pubblicizzato Break Point di Netflix, ma non c'è dubbio che la nuova serie in onda sul colosso britannico stia facendo discutere. La differenza principale è che Fifteen-Love è una fiction, per quanto ispirata a un tema reale, ancor più delicato perché fatica a uscire dal perimetro dei tabù: gli abusi sessuali degli allenatori nei confronti delle giovani tenniste. I casi (veri, presunti e falsi) sono tantissimi e diversi ve li abbiamo raccontati, da quelli famosissimi di Bob Hewitt (condannato a decenni dai fatti) e Regis de Camaret, il quale avrebbe abusato dell'ex top-50 Isabelle Demongeot (anche lui è stato condannato). C'è stato un caso anche in Italia – la giustizia lo ha poi definito falso – mentre l'anno scorso avevano fatto scalpore le testimonianze delle ex promesse Kylie McKenzie e, due mesi dopo, Adrienne Jensen. L'ultima ad accusare il suo allenatore è stata Fiona Ferro, la cui vicenda ricorda vagamente quella raccontata nella fiction. E chissà quante storie sono rimaste sommerse. Fifteen-Love strizza l'occhio sia al pubblico generalista che ai super-appassionati. Per chi li conosce, è impossibile – durante la visione – non ricordare i casi appena citati lungo le sei puntate di un serie che sta facendo molto discutere, tra recensioni entusiastiche e altre più critiche.

Chi valuta negativamente la fiction sostiene che sia stata un'occasione persa, in cui un tema molto delicato scade in una commediucola già dal finire della seconda puntata. In effetti le produzioni britanniche hanno quel vizio: ricordate il film Wimbledon di una ventina d'anni fa, con Kirsten Dust e Paul Bettany? L'impressione è che abbia avuto un minimo di influenza nella scrittura di Fifteen-Love, anche se le tematiche sono diverse. La trama: i protagonisti sono la giovane Justine Pearce (interpretata da Ella Lily Hyland, ex campionessa irlandese di salto con l'asta) e il suo ex coach, il fascinoso Glenn Lapthorn (Aidan Turner). La loro partnership tecnica aveva portato la ragazza a giocare la semifinale del Roland Garros. La serie inizia con lei che prova a baciare Glenn prima del match, ma viene respinta. “Ne abbiamo già parlato” dice lui. Durante il match, la ragazza è costretta a ritirarsi per un grave infortunio al polso. Urla dal dolore, poi si scopre che c'è una grave frattura ossea che la costringe a smettere di giocare.

Quelle curiose citazioni

All'interno della fiction ci sono diverse citazioni che rimandano al  mondo del tennis reale. In primis, il nome della protagonista: Justine Pearce fa tornare in mente due giocatrici del passato recente: Justine Henin e Mary Pierce (quest'ultima non è stata vittima di abusi, ma aveva avuto un padre-padrone, il famigerato Jim). Anche il nome scelto per il coach può ricordare un tecnico piuttosto famoso, l'olandese Glenn Schapp. Quest'ultimo ha una reputazione immacolata, ma è stato tra gli allenatori di una giocatrice che ha avuto parecchi problemi exta-campo come Jelena Dokic. L'accademia fittizia in cui è ambientata buona parte della serie si chiama Longwood, proprio come il circolo di Boston in cui si giocò lo storico primo match di Coppa Davis nel 1900. Facciamo più fatica a individuare lo spunto che ha portato a creare Luca, il giocatore italiano guidato da Lapthorn a vincere il Roland Garros...

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Il fast-forward porta a cinque anni dopo: Justine ha compiuto 22 anni e lavora come fisioterapista in un luogo denominato Longwood Academy (la struttura è stata allestita presso la Tring Park School for the Performing Arts nell'Hertfordshire, regione in cui sono state girate anche tutte le altre scene). Diventata una festaiola emotiva, instabile e all'apparenza poco affidabile, vede sconvolgere la sua vita quando Glenn si presenta in accademia con un altra promessa, peraltro dopo aver aiutato un giovane italiano di nome Luca a vincere il Roland Garros. Il ritorno dell'uomo scatena in lei una forte reazione emotiva, che diventa un crollo quando sospetta (probabilmente a torto) che Glenn abbia una relazione con la sua migliore amica Renèe. È la molla che la porta a denunciare gli abusi sessuali di cui sarebbe stata vittima quando erano coach e allieva. Nelle prime due puntate, lo spettatore fatica a capire da che parte stia la verità.

Entrambi i personaggi suonano come credibili, e i flashback di cinque anni prima mostrano che – in effetti – i due avevano avuto una relazione sentimentale. La polizia, tuttavia, dice a Justine che un rapporto sessuale con una ragazza di 16-17 anni, se consenziente, all'epoca non era reato. La storia diventa poi un intreccio di situazioni in cui hanno un ruolo altri personaggi (la nuova fidanzata di Justine, che è bisessuale, la ragazza che attualmente è seguita da Glenn). La protagonista si mette in proprio e cerca di trovare indizi di colpevolezza nei confronti dell'uomo, che nel frattempo si è sposato con una donna francese e ha due figli piccoli. Arriva addirittura a seguirlo e a entrare furtivamente nella stanza di Luisa (la nuova giocatrice, nonché amante, di Glenn). “Mettendomi nei panni del pubblico, adoro il fatto che per tutto il tempo si domandi chi stia dicendo la verità, chi sta mentendo e perché sta mentendo” ha detto Turner. La storia è in effetti appassionante, anche se via via si allontana dal mondo del tennis per addentrarsi nelle vicende dei protagonisti.

L'apprezzato attore Aidan Turner impersona Glenn Laphtorne, fascinoso coach di successo con più di uno scheletro nell'armadio

Il momento in cui Justine decide di denunciare Glenn arriva quando lui le tocca il polso infortunato cinque anni prima

La trama è stata pensata e realizzata dalla scrittrice Hania Elkington ed è particolarmente riuscita, soprattutto nei tratti psicologici di Justine: è chiaro che la verità non sia tutta dalla parte di Glenn (come inizialmente sembra), ma lei è impulsiva, invidiosa, meschina e vendicativa. Per questo, lo spettatore fatica a formarsi un'idea fino al termine della serie. Le puntate successive aggiungono una serie di tasselli (emotivi, pratici, finanziari) che rendono ancora più sfumata la ricerca della verità. A noi il risultato finale è piaciuto, perchè emerge una realtà indiscutibile nel mondo del tennis: a parte l'esito della fiction, la sensazione è che ai protagonisti di Fifteen-Love interessi soprattutto vincere, a prescindere da chi abbia ragione. Ma è così anche nella realtà: la struttura piramidale del tennis, in cui una piccola elite guadagna moltissimo e la maggioranza rimane vittima delle proprie frustrazioni, può portare a un cortocircuito. E non sorprende che il rapporto tra coach uomini adulti e giovani tenniste possa essere un anello debole del sistema-tennis. Lunghe trasferte (a volte anche intercontinentali) senza alcun controllo dei genitori, una vita condivisa 24 ore su 24, possono portare ai casi descritti a inizio articolo.

E allora una fiction come Fifteen-Love deve far riflettere su una dinamica che può essere pericolosa. Da un lato sarebbe opportuna una formazione molto rigorosa dei tecnici che seguono le giovani promesse al femminile, con l'obiettivo di accertarsi (o almeno provarci nel miglior modo possibile) che abbiano i requisiti per un ruolo così delicato. Dall'altro, in effetti, la visione rivaluta in parte le figure fin troppo presenti dei genitori nella crescita delle ragazze. Il fenomeno ha spesso preso una piega esagerata, fino a diventare tossica, ma se il rischio opposto sono molestie e abusi, diventa difficile condannare la presenza ossessiva – ma protettiva – di mamme e papà. Attualmente Fifteen-Love (uscito il 21 luglio, pochi giorni dopo Wimbledon) è disponibile soltanto in inglese, ma la speranza è che venga doppiato anche in altre lingue perché merita di essere guardato, anche se con circospezione per i bambini, visto il linuaggio volgare e la presenza di nudità, alcol, fumo e contenuti sessuali (erano davvero necessarie tutte le scene con ragazze in topless?). Ma ormai, di questi tempi, è difficile trovare contenuti che non abbiano questi ingredienti.