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CASO PENG

La (non) intervista di Shuai Peng

Le condizioni imposte dai cinesi hanno svuotato l'intervista dell'Equipe con Shuai Peng, la prima con un media occidentale dopo la sua presunta scomparsa. Fisicamente sta bene, ma permangono dubbi sul suo effettivo grado di libertà. L'unica notizia riguarda la sua attività nel circuito: ormai è un'ex giocatrice.

Riccardo Bisti
8 febbraio 2022

Quasi ogni giornalista avrebbe fatto come Sophie Dorgan e Marc Ventoullac, inviati dell'Equipe per le Olimpiadi invernali a Pechino. La possibilità di intervistare Shuai Peng, primo media occidentale dopo il caso del post Weibo pubblicato e cancellato 34 minuti dopo, era troppo grande. Anche a costo di accettare le limitazioni imposte dal Comitato Olimpico Cinese (COC), chiaro indizio che non sarebbe stata un'intervista pienamente libera. Per questo, non è opportuno criticare il prodotto offerto dall'Equipe e lanciato in tutto il mondo, anche in versione inglese. Allo stesso tempo, ci sentiamo di condividere il messaggio di Steve Simon, CEO della WTA, per nulla soddisfatto. “Non è stata alleviata nessuna delle nostre preoccupazioni riguardo il post del 2 novembre. La Peng ha mostrato grande coraggio nel presentare pubblicamente l'accusa di essere stata aggredita sessualmente da un alto leader del governo cinese. Come faremmo con qualsiasi nostro associato, abbiamo chiesto un'indagine formale da parte della autorità competenti, oltre all'opportunità per la WTA di incontrare la Peng – in privato – per discutere della situazione. Continuamo a mantenere la nostra posizione e i nostri pensieri rimangono con lei”. Lo stesso Simon, in risposta all'incertezza sul grado di libertà dell'ormai ex tennista, ha sospeso ogni evento in Cina fino a quando la faccenda non sarà chiarita. Un rischio enorme, visto che si tratta del principale polmone finanziario della WTA. E sembra che la situazione non si chiarirà, almeno come auspicato da Simon. L'intervista dell'Equipe, svolta in una suite al 16esimo piano di un grande hotel di Pechino, riservato ai funzionati del COC, non ha fornito nulla di nuovo rispetto alle recenti dichiarazioni della Peng, filtrate dai media statali cinesi. Gli stessi giornalisti francesi hanno ammesso che non si sarebbero aspettati chissà quale rivelazione. L'intervista è stata chiesta al COC tramite l'intercessione del CIO: la risposta positiva è arrivata giovedì scorso, ma con alcune condizioni.
- Avrebbe dovuto svolgersi in lingua cinese.
- Le domande dovevano essere consegnate in anticipo.
- Era richiesta la formula botta-risposta, senza ulteriori commenti.

È andata più o meno così, anche se L'Equipe ha strappato alcune domande extra rispetto a quelle inizialmente previste, raddoppiando il tempo del colloquio da 30 a 60 minuti. Inoltre hanno coinvolto un interprete indipendente da Parigi, in modo da verificare la correttezza della traduzione. “E abbiamo avvisato che non avremmo accettato nessuna correzione di bozze da parte dei cinesi”. Un baratto sfavorevole ma accettabile, in un contesto difficile come quello cinese. A fare da cane da guardia durante il dialogo c'è stato Wang Kan, responsabile del personale del Comitato Olimpico Cinese. Salvo un po' di timidezza iniziale e la rigidità al momento di rispondere alle domande più delicate, la Peng è parsa in piena salute e serena, indossando la parte superiore della tuta della nazionale cinese di hockey su ghiaccio. Qui sotto, le sue dichiarazioni più significative. Non c'è nessuna vera notizia, se non quella (scontata) del suo addio al circuito WTA: età, acciacchi e pandemia l'hanno convinta a dire basta. D'altra parte la sua carriera è stata molto lunga e non gioca un match ufficiale da due anni.

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«Sentimenti, sport e polica sono cose distinte. I miei problemi sentimentali e la mia vita privata non dovrebbero essere mischiati con sport e politica» 
Shuai Peng

Dopo aver ascoltato questa conferenza stampa di 9 anni fa a Hobart, qualcuno crede che Shuai Peng non sia in grado di leggere ed esprimersi in inglese?

“Non so esattamente cosa abbiano detto su di me, perchè non guardo molto le notizie provenienti dall'estero, inoltre non sono in grado di leggere in inglese. Però ne ho sentito parlare. Ringrazio tutti per l'interessamento, ma vorrei sapere il perché di tutta questa preoccupazione”
(Il fatto che non riesca a leggere in inglese non sembra un alibi plausibile: nel video qui sopra si vede quanto la Peng sappia districarsi con la lingua, ndr)

“Ho già spiegato cosa è successo dopo il mio post Weibo, sia nell'intervista a Shanghai che in alcune mail. Ho dato origine a un malinteso, spero che non ci siano più fraintendimenti e che non venga fatto altro clamore su questa storia. Non ho mai detto che qualcuno mi abbia aggredito sessualmente”
(Sul punto, Shuai non ha torto. Abbiamo ripetuto fino alla noia che nel suo post, in effetti, non aveva parlato di violenza sessuale. Ha parlato di coercizione psicologica a cui ha ceduto, ma non ne era certo pentita. Il suo risentimento riguardava l'essere stata abbandonata da Gaoli Zhang, per la seconda volta)

“Non sono scomparsa, tutti potevano vedermi. Mi hanno scritto in molti, ma era impossibile rispondere a così tanti messaggi. Però sono sempre rimasta in contatto con i miei amici più cari, ho discusso e risposto alle mail, anche a quelle della WTA. Il loro sistema informatico è cambiato a fine 2021 e diverse giocatrici faticavano ad accedere. Sono sempre rimasta in contatto con le colleghe. Non so perché si siano diffuse certe informazioni”

“Il post del 2 novembre? L'ho cancellato io”

“Sentimenti, sport e polica sono cose distinte. I miei problemi sentimentali e la mia vita privata non dovrebbero essere mischiati con sport e politica. E lo sport non va politicizzato, perchè quando accade si voltano le spalle allo spirito olimpico”.

“Da allora, la mia vita non è stata nulla di speciale”

“Sono una ragazza e una tennista normale. A volte sono felice, a volte triste, stressata o sotto pressione. Sono sentimenti normali per le donne. Mi chiedi se posso viaggiare: in precedenza andavo all'estero solo per le competizioni o per farmi curare il ginocchio. Ultimamente non mi sto allenando. Un rientro nel circuito? Forse solo tra i veterani”.

“Il tennis ha trasformato la mia vita. A volte è difficile sapere come dire addio. Molti me lo chiedono. Anche se non partecipo più a competizioni sarò per sempre una tennista. L'arrivo della pandemia ha annullato i nostri progetti. Non avremmo mai pensato di trovarci di fronte a tutto questo, molte competizioni sono state annullate e tutto è stato stravolto”

“Tornare nel circuito? Tra età, interventi chirurgici e pandemia sarà difficile ritrovare un livello fisico adeguato. Negli ultimi 10 anni, la cartilagine del mio ginocchio ha avuto bisogno di iniezioni. Sette anni fa ho subìto due interventi chirurgici. Negli ultimi cinque anni mi sono sottoposta ad altre tre operazioni. Si tratta di un infortunio grave, ogni 2-3 mesi dovevo andare a Monaco di Baviera per effettuare delle infiltrazioni”.

Durante l'Australian Open, sia pure con qualche difficoltà, diversi attivisti hanno potuto esprimere la loro preoccupazione sul destino della Peng

I contenuti dell'intervista con l'Equipe hanno rapidamente fatto il giro del mondo

“Il problema al ginocchio non mi crea problemi nella vita di tutti i giorni, inoltre le infiltrazioni non mi danno la garanzia di poter giocare. Quando mi sono operata per la seconda volta mi hanno detto che non erano certi di un mio eventuale ritorno. Era una sfida molto difficile già prima dell'arrivo della pandemia. In quel momento, la mia partecipazione agli eventi del tour era già molto ridotta”.

“Doppio misto al Roland Garros con Mahut? Quando sarebbe? Non credo che avrei il livello, il tennis attuale è troppo veloce, avrei troppa pressione addosso, è richiesta grande reattività. Credo che potrei giocare soltanto le partite dei veterani. Ma lo ringrazio molto per l'invito”.

“Non ho scelto di comunicare con Thomas Bach piuttosto che con la WTA. Ho ricevuto delle mail dal dipartimento psicologico WTA, ma non capisco perché ne avrei dovuto avere bisogno. Se non sono riusciti a contattarmi e per questo hanno pensato che fossi scomparsa, mi sembra un forzatura. A quel punto ho risposto a Steve Simon e posso dire che sono stata io a scrivere. La sera stessa, tramite WeChat, ho avvisato il dipartimento giocatrici per dire che ero stata io in persona a scrivere queste mail”.

“Sabato sera sono andata a cena con Thomas Bach. Abbiamo parlato piacevolmente e mi ha chiesto quali fossero i miei progetti per il futuro. Ho un piccolo rammarico perché la seconda operazione era per giocare le Olimpiadi. Speravo di vincere una medaglia, ma a causa del ginocchio non ho recuperato in tempo per Tokyo. Ma lo spirito olimpico, come dice lui, non è rappresentato solo dalle medaglie. È uno stimolo a perseverare ed esprimere passione per lo sport”.

“Sono appassionata di storia e so che il movimento olimpico ne ha una. Spero di poter visitare il Museo Olimpico di Losanna: Bach mi ha invitato ad andarci dopo la pandemia, quando tutto si sarà stabilizzato”.

“Sono andata a vedere il curling a Pechino 2022, ma vorrei vedere anche il pattinaggio artistico e la danza, oltre al freestyle perché abbiamo una campionessa come Eileeen GU. Per il futuro spero che ci sia meno antagonismo tra popoli e che ognuno possa vivere con gioia e felicità. E spero che gli atleti cinesi portino a casa tante medaglie”.

C'è poco da commentare. Neanche una parola su Gaoli Zhang, nessuna risposta chiara su come abbia davvero trascorso gli ultimi tre mesi e frasi che sembravano preparate a tavolino, come probabilmente è stato fatto. Non possiamo sapere cosa sia successo per davvero alla Peng: pur credendo che non volesse accusare l'ex vice-premier e che abbia agito d'impulso, da donna delusa, la sensazione è che scrivere un post del genere su una figura così importante – in una società come quella cinese – non possa restare senza conseguenze. Alcune organizzazioni indipendenti raccontano di come i dissidenti non vengano maltrattati fisicamente, ma posti sotto coercizione psicologica più o meno violenta, mettendo in atto una sorta di lavaggio del cervello. Ci auguriamo che non sia il caso dell'ex n.14 WTA, ma è un'opzione che deve essere tenuta in considerazione. Con le informazioni attuamente disponibili, non è il caso di aggiungere altro.