The Club: Bola Padel Roma
ONDA ARABA

Chiamatelo pure Petrotennis

Impressionante prova di forza dell'Arabia Saudita: annunciata una maxi esibizione a Riyadh con tutti i migliori (Djokovic, Nadal, Sinner, Alcaraz, Medvedev e Rune). Si giocherà a ottobre, nel pieno della stagione ATP: si dice che il vincitore intascherebbe 6 milioni.

Riccardo Bisti
6 febbraio 2024

Chissà come l'hanno presa i vertici del tennis mondiale, in particolare ATP e WTA. Soltanto un ingenuo può pensare che il varo della maxi esibizione 6 Kings Slam non sia una prova di forza dell'Arabia Saudita nei confronti dell'establishment. A prescindere dalle ragioni (sportwashing o meno), tutti sanno che gli arabi sono fortemente interessati a entrare nel tennis. Forti di capacità economiche illimitate, vogliono farlo a modo loro, senza sottostare alla burocrazia di uno sport imprigionato tra troppe sigle e organi di governo. Avevano raggiunto un accordo per le WTA Finals 2023, ma qualcuno si è messo di traverso e il progetto è stato rinviato (anche se da più parti si sostiene che sia imminente l'annuncio per il 2024 e oltre). Volevano ospitare un Masters 1000 a inizio stagione, ma pare che gli australiani non abbiano alcuna intenzione di mollare le prime settimane dell'anno. Il progetto, dunque, è ancora in standby. E allora, mentre attendono che i vari consigli d'amministrazione si mettano d'accordo, hanno deciso di fare per conto proprio.

Come un fulmine a ciel sereno, lunedì sera il signor Turki Alalshikh (presidente del consiglio d'amministrazione della General Entertainment Authority, nonché proprietario della squadra di calcio dell'Almeria) ha diffuso un comunicato stampa in cui informa che la Riyadh Season 2024 ospiterà un'esibizione con alcuni dei migliori al mondo. Si terrà a ottobre e coinvolgerà Novak Djokovic, Rafael Nadal, Daniil Medvedev, Carlos Alcaraz, Jannik Sinner e Holger Rune. Non sono stati svelati ulteriori dettagli, ma qualche spiffero ha varcato i confini dell'Arabia. Ve ne daremo conto tra un attimo. Prima viene da sorridere, leggendo i virgolettati attribuiti ai giocatori. Tre di loro si definiscono “emozionati” per la possibilità di giocare in Arabia Saudita (Djokovic, Nadal e Sinner), Alcaraz si dice “felice”, Rune sostiene di essere “entusiasta” mentre Daniil Medvedev è l'unico a non esprimere un sentimento, salvo dire di “non vedere l'ora” di tornare in terra saudita, laddove dice di essere tornato in più occasioni dopo aver vinto la Diriyah Tennis Cup del 2019. Affermazioni scritte dai rispettivi team di comunicazione, prive di spontaneità ma dettate dagli enormi incentivi economici per giocare in Arabia nel bel mezzo della stagione.

«Bela resta il miglior giocatore della storia, ma Galan sarà il prossimo numero uno del mondo» Pablo Lima

Secondo il Telegraph, il vincitore di questo torneo porterebbe a casa la cifra-monstre di 6 milioni di dollari, superiore di circa il 30% rispetto al più grande prize money mai conquistato da un singolo giocatore. Il record appartiene a Novak Djokovic, che nel 2022 ha vinto (da imbattuto) le ATP Finals e ha intascato 4.740.300 dollari. Non è la prima volta che un'esibizione offre cifre mostruose: si ritiene – per esempio – che Roger Federer e Rafael Nadal abbiano intascato milioni e milioni per il loro tour di esibizioni in Sudamerica. E molti ricordano il folle progetto IPTL di Mahesh Bhupathi, che qualche anno fa attirò in Asia i migliori per improbabili gare a squadre. La non sostenibilità era chiara, infatti nessuno si è sorpreso quando l'evento è stato silenziosamente annullato. Ma con i sauditi è diverso: i petrodollari sono un pozzo senza fondo e il loro desiderio è prendersi del tennis vero.

Queste esibizioni (lo scorso dicembre hanno ospitato Jabeur-Sabalenka e Djokovic-Alcaraz) non sembrano operazioni fini a se stesse, quanto manovre di disturbo per mostrare ad ATP, WTA e – perché no – agli Slam quello di cui sono capaci. Per esempio, offrire cifre tali a cui nemmeno multimiliardari come Djokovic e Nadal possono dire no. A parte i 6 milioni per il vincitore, pare che la sola partecipazione garantirà un assegno di un milione e mezzo. Per intenderci, più di quanto intascherà il vincitore di Indian Wells (il più ricco dei Masters 1000) o il finalista di una qualsiasi prova del Grande Slam. In altre parole, gli arabi mandano un messaggio forte e chiaro: visti i premi in palio nel circuito regolare, loro sarebbero in grado di proporre un rimodellamento economico. Non si conosce la data esatta, ma è fin troppo facile ipotizzarla: il 13 ottobre terminerà il Masters 1000 di Shanghai, dopodiché i più forti torneranno in Europa per l'ultimo stint stagionale.

Il manifesto dell'esibizione "6 Kings Slam"

Lo scorso 27 dicembre, Novak Djokovic e Carlos Alcaraz hanno giocato un match di esibizione a Riyadh

Con una piccola deviazione, Riyadh si trova sulla strada dalla Cina all'Europa e la settimana dal 14 al 20 ottobre sembra perfetta, con la concorrenza dei soli tornei ATP di Anversa, Stoccolma e Almaty (che prenderà il posto di Astana). Il 21 ci saranno Vienna e Basilea, a cui – eventualmente – i super big potranno partecipare, soprattutto se qualcuno fosse ancora in lotta per un posto alle ATP Finals. Il 6 Kings Slam sembra un modo – anche piuttosto aggressivo – per forzare la mano con l'obiettivo di ottenere uno spazio nel calendario ufficiale, un po' come accaduto alla Laver Cup, qualche anno fa accolta (senza particolare logica agonistica) nel calendario ATP. Le intenzioni dei sauditi sarebbero chiare. Secondo The Athletic, sarebbero in corso trattative avanzate affinchè il PIF (il Fondo di Investimento Pubblico saudita) diventi sponsor ATP-WTA, assumendo i diritti di denominazione delle classifiche mondiali. Per il ranking ATP prenderebbe il posto del broker online australiano Pepperstone, mentre per quello WTA sarebbe una novità. Tuttavia, nelle bozze di contratto sarebbe stata inserita una clausola secondo cui possono tirarsi indietro se entro due anni non otterranno uno slot in calendario.

Come a dire: “Noi immettiamo denaro fresco nelle vostre tasche, ma voi dovete garantirci uno spazio. Logica confermata dall'annuncio del 6 Kings Slam, una sorta di spallata virtuale all'establishment. Non c'era alcun bisogno di annunciare un evento del genere con otto mesi d'anticipo, a maggior ragione perchè la Riyadh Season 2023 non è ancora terminata, essendoci ancora una manciata di eventi nel mese di febbraio. Sembra che gli arabi non vogliano creare un circuito tutto loro (anche se sarebbero coinvolti nel progetto del super tour di cui si vocifera da un paio di mesi), ma che non siano disposti a tollerare lungaggini per entrare nel calendario ufficiale. L'annuncio del 5 febbraio 2024 va in questa direzione. E i giocatori? Più che per la sensibilità al denaro, è criticabile la loro incoerenza: da anni si lamentano della durezza del calendario, troppo lungo e impegnativo, ma non appena arrivano valanghe di soldi (che provengano da Sudamerica, India o Arabia non fa differenza) sono pronti a sconvolgere la loro programmazione pur di esserci. Da professionisti, è giusto che vadano dove si guadagna di più. Ma almeno evitino di lamentarsi.del calendario.