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Nell'ultimo torneo prima di compiere 20 anni, Carlos Alcaraz e Holger Rune vincono a Barcellona e Monaco di Baviera: nonostante siano nati ad appena sei giorni di distanza, la loro rivalità non è ancora sbocciata. A Madrid potrebbero affrontarsi in semifinale, nel giorno del compleanno dello spagnolo. È giunto il momento?

Riccardo Bisti
23 aprile 2023

Difficile trovare un aspetto negativo alla settimana vissuta da Carlos Alcaraz a Barcellona. Volendo farlo a tutti i costi, c'è un dato statistico che gli impedirà di battere alcuni record di precocità. Già, perché il murciano compirà 20 anni il prossimo 5 maggio, giorno delle semifinali del torneo di Madrid, laddove è chiamato a difendere il titolo. Potrebbe affrontare Holger Rune, altro grande protagonista dell'aprile tennistico. Se Alcaraz ha fatto il bis in Catalogna, il danese lo ha imitato a Monaco di Baviera, vincendo una finale-thriller contro Botic Van de Zandschulp. Ma andiamo con ordine: superando Stefanos Tsitsipas con il punteggio di 6-3 6-4, Alcaraz si è aggiudicato il nono titolo (su dodici finali), ma è l'ultimo da teenager. E allora non riuscirà ad agganciare i giocatori che hanno vinto più di lui da ragazzini. Nomi che mettono i brividi: Bjorn Borg (17 titoli prima di compiere vent'anni), Rafael Nadal (16), Mats Wilander (14), Boris Becker (12) e Andre Agassi (10).

Notato qualcosa? Sono stati tutti numero 1 e hanno vinto 54 Slam in cinque. Quello con il palmares più povero è Becker, che di Major ne ha intascati sei. Tutto fa pensare che Alcaraz possa inserirsi in questo club, anche per la tranquillità con cui ha portato a casa questo titolo. Neanche la contemporaneità di Barcellona-Atletico Madrid (gli organizzatori del torneo avevano chiesto – invano – alla lega calcio spagnola di cambiare l'orario della partita) ha impedito di registrare il sold out: 7.800 spettatori hanno assistito a 79 minuti di partita, in cui Alcaraz è stato nettamente superiore. Una dimostrazione di forza scoraggiante per Tsitsipas: il greco sapeva esattamente cosa stava succedendo sul campo, ma non aveva le armi per evitare l'esito. Ha provato a usare quello che aveva a disposizione, era anche partito meglio (2-1 e servizio), ma Alcaraz gli era superiore in tutte le zone del campo, a partire da un servizio che gli ha fruttato moltissimi punti (30 su 37 con la prima di servizio) e una generale superiorità nello scambio da fondocampo.

Alcaraz è un buono, sempre sorridente, mentre Rune ama la rissa agonistica, si esalta quando la competizione esce dai binari dell'ordinarietà.

Carlos Alcaraz ha vinto piuttosto agevolmente la finale del torneo di Barcellona: è avanti 4-0 negli scontri diretti contro Tstsipas

“Prima del match ho parlato con il mio team e mi hanno detto di restare sempre rilassato, dimenticare gli errori, non pensare al pubblico ma concentrarmi soltanto sul campo e sulla racchetta” ha detto Alcaraz, che in effetti non ha mostrato alcun segno di nervosismo. Dopo la partenza a handicap, ha vinto cinque dei successivi sei giochi per aggiudicarsi il primo set, mentre nel secondo gli è bastato un break al quinto game. Si dice che il 3 sia il numero perfetto: è certamente così nella settimana di Alcaraz, che si è aggiudicato il terzo titolo stagionale (dopo Buenos Aires e Indian Wells) e si è ripreso la terza posizione nell'ATP Race, superando Jannik Sinner. Adesso potrà incrementare il suo bottino alla Caja Magica, laddove – oltre a Djokovic e Nadal – mancherà proprio Sinner. Lui ci sarà e non potrebbe essere altrimenti, visto che arriva da 14 vittorie consecutive in territorio spagnolo. Il rivale più accreditato potrebbe essere proprio Rune, che qualche chilometro più a nord si è aggiudicato il quarto titolo in carriera, bissando il successo del 2022 a Monaco di Baviera.

Reduce da un torneo di Monte-Carlo piuttosto dispendioso, il danese aveva vissuto una settimana di routine fino a sabato, poi la finale-bis contro Van de Zandschulp (si erano già trovati nel 2022) è diventata una battaglia furibonda. Qualche problema fisico di Rune ha permesso all'olandese di vincere sette giochi di fila dall'1-1 del secondo set. Ma Rune è un combattente, uno che si esalta nelle difficoltà. Nel terzo, Van de Zandschulp è volato sul 5-2 e 40-15 sul proprio servizio. Niente da fare: non sono bastati quattro matchpoint, tre tentativi di servire per il match (sul 5-2, 5-4 e 6-5) e nemmeno una storta alla caviglia di Rune nel decimo game del terzo set. Sciupate le tante occasioni, il tulipano si è sgonfiato nel tie-break finale e il punteggio si è fissato sul 6-4 1-6 7-6. “Ero esausto, ma ho combattuto fino alla fine e ho fatto il possibile – ha detto Rune – credo che per il pubblico sia stata la finale perfetta, ci siamo spinti al limite. Ero in difficoltà, ma il fatto che fosse una finale mi ha aiutato a non mollare”.

Numero 7 ATP, Holger Rune compirà 20 anni il prossimo 29 aprile

Nonostante quattro matchpoint contro, Holger Rune è riuscito a difendere il titolo a Monaco di Baviera

Con i 250 punti intascati in Baviera si è issato al numero otto nella classifica stagionale: per la prima volta c'è anche lui tra i qualificati virtuali alle ATP Finals. Ma Holger non si fermerà qui, anche perché i numeri certificano la sua impressionante crescita: quando lo scorso anno vinse il suo primo titolo a Monaco di Baviera era numero 70 ATP, e aveva potuto giocare grazie a una wild card. Oggi è settimo, era la testa di serie numero 1, e ha trovato il modo di vincere una finale in condizioni precarie, mentre dodici mesi fa Van de Zandschulp aveva alzato bandiera bianca dopo sette game. Un po' oscurata dalla rivalità nascente tra Alcaraz e Sinner, quella tra lo spagnolo e il danese può essere altrettanto affascinante. Intanto c'è la questione anagrafica: i due sono nati ad appena sei giorni di distanza, visto che Rune compirà 20 anni sabato prossimo. E poi c'è una notevole differenza caratteriale: Alcaraz è un buono, sempre sorridente, mentre Rune ama la rissa agonistica, si esalta quando la competizione esce dai binari dell'ordinarietà. È stato proprio Rune, durante il torneo di Miami, a lanciare il concetto dei nuovi Big Three.

“Saremo io, Carlos e Jannik. Ma non vivo il tennis come una competizione tra me e Alcaraz”. In effetti, nonostante siano coetanei, non hanno ancora giocato un match davvero importante. Pur essendosi incrociati spesso da giovanissimi (giocarono il doppio insieme al Petits As di Tarbes), non si sono mai affrontati nel circuito junior, poi appena due volte tra i professionisti: il primo nei gironi eliminatori delle Next Gen Finals 2021, con vittoria abbastanza netta di Alcaraz, il secondo lo scorso autunno a Parigi-Bercy, ma lo spagnolo fu costretto a ritirarsi nel secondo set lasciando un senso di incompiuto. E allora, in un Mutua Madrid Open falcidiato dai forfait (ben diciassette!) gli occhi saranno soprattutto su di loro, ed è un peccato che siano finiti nella stessa parte di tabellone. Per arrivare all'appuntamento, Alcaraz potrebbe dover affrontare Alexander Zverev (replay della finale del 2022) e il principe di Monte-Carlo Andrey Rublev. Al contrario, Rune avrebbe un quarto di finale contro Casper Ruud o Lorenzo Musetti, ma soprattutto dovrà rimettersi in sesto fisicamente. La formula dei Masters 1000 a 96 giocatori gli dà una mano, poiché esordirà venerdì o sabato. E quando si ha 20 anni il fisico recupera alla svelta.

ATP 500 BARCELLONA – FINALE
Carlos Alcaraz (SPA) b. Stefanos Tsitsipas (GRE) 6-3 6-4

ATP 250 MONACO DI BAVIERA – FINALE
Holger Rune (DAN) b. Botic Van de Zandschulp (NED) 6-4 1-6 7-6(3)