The Club: Bola Padel Roma
IL CASO

Attacco a Federer: “Si è aggiustato la classifica”

Dura presa di posizione di Dirk Hordorff, vicepresidente della federtennis tedesca: a suo dire, Roger Federer ha sfruttato la sua influenza per favorire il congelamento del ranking ATP. In questo modo, è rimasto tra i top-10 pur giocando un solo torneo nel 2020. Con il sistema tradizionale, sarebbe 29esimo. Hordorff ha ragione sui benefici, ma non esistono prove che Federer abbia forzato la mano.

Riccardo Bisti
3 dicembre 2020

Dirk Hordorff si era fatto conoscere una ventina d'anni fa, quando portò Rainer Schuettler tra i top-10 e in finale all'Australian Open. Risultati clamorosi per un tennista privo di particolare talento tecnico (e bruttino da vedere). Il coach tedesco è poi rimasto nell'ambiente, lavorando con diversi giocatori di livello (tra loro Tipsarevic, Lu, Berankis e Pospisil) e trovando una posizione di rilievo presso la federtennis tedesca (DTB, Deutsche Tennis Bund), di cui è vicepresidente. Non è un personaggio mainstream, ma gli aficionados lo conoscono bene. E sanno che non ha peli sulla lingua. Un paio d'anni fa raccontò i retroscena della riforma della Coppa Davis (la Germania fu tra i grandi oppositori), pubblicando nomi e cognomi dei delegati che votarono sì. A inizio pandemia, è stato il primo ad annunciare che Wimbledon sarebbe stato annullato. Questioni per fanatici, insomma.

Ma quando c'è di mezzo Roger Federer cambia tutto. Per la seconda volta in pochi mesi, Hordorff attacca duramente lo svizzero. A fine aprile aveva ironizzato sulla proposta di unire ATP e WTA, partita proprio da un tweet di Federer. “Aveva bisogno di qualche follower in più” aveva detto. Adesso l'accusa è seria, precisa, strutturata. Ospite al podcast “Quiet Please”, organizzato dal sito tedesco Tennisnet e condotto da Alex Antonitsch (n. 40 ATP nel 1990 e attuale opinionista), ha detto che Federer ha messo il naso sull'attuale sistema di classifica, in modo da proteggersi nonostante la lunga assenza dai campi. I fatti: a causa della pandemia, l'ATP ha scelto di congelare il ranking. I giocatori non avrebbero perso punti fino al 31 dicembre, poi la scadenza è stata rinviata all'8 marzo. Conseguenze? Nessun rischio di cali in classifica. Al massimo, avrebbero potuto migliorarla. In questo modo, tuttavia, le posizioni si sono cristallizzate.

PLAY IT BOX
È emersa la parola che nessuno avrebbe voluto sentire: cancellazione. L'ha pronunciata Craig Tiley in occasione di un evento aziendale, privato, tenutosi martedì. Pubblicamente continua a mostrarsi ottimista e fiducioso.
Rainer Schuettler, storico allievo di Dirk Hordorff, batte Andy Roddick in semifinale all'Australian Open

Le recenti ATP Finals hanno rappresentato il culmine del paradosso: pur avendo giocato un solo torneo (l'Australian Open), Roger Federer si sarebbe qualificato. Lo stesso Matteo Berrettini, autore di una stagione così così (9 vittorie e 6 sconfitte), è andato a Londra come riserva. A causa dei problemi al ginocchio, sfociati in due operazioni, Federer è fermo dallo scorso febbraio (la sua ultima uscita è stata l'esibizione in Sudafrica con Nadal), eppure è ancora in quinta posizione. In questo modo, avrà una buonissima testa di serie all'Australian Open. “Federer si trova ancora tra i top-10 grazie ai cambiamenti al sistema di classifica – ha detto Hordorff – sfruttando la sua influenza nel player council, soprattutto dopo l'uscita di scena di Djokovic e Pospisil, ha modificato il sistema per proteggere se stesso. È irresponsabile e semplicemente sbagliato”.

Parole forti, coraggiose perché non supportate da prove. “A mio avviso, approfitta della sua posizione. Senza le modifiche al sistema sarebbe fuori dai primi 50”. Su questo si sbaglia: nonostante la lunga assenza, la semifinale colta in Australia avrebbe permesso a Federer di chiudere al numero 29 ATP, comunque ben lontano da posizioni di rilievo. A parte il dettaglio statistico, Hordorff ha ragione su un punto: il congelamento della classifiche ha cementificato lo status quo, bloccando i giovani in ascesa. Con i soli punti del 2020, lo stesso Jannik Sinner sarebbe già entrato tra i top-20. A supportare la tesi di Hordorff c'è anche una scelta dell'ultimo momento dell'ATP: appena prima delle Finals, hanno deciso di mantenere nel breakdown dei giocatori i punti conquistati al Masters 2019. Chi è il maggiore beneficiario? Roger Federer. I 400 punti della semifinale colta lo scorso anno rimarranno validi fino al novembre 2021.

Dirk Hordorff aveva già punzecchiato Federer ad aprile. Stavolta è stato ancora più esplicito
La semifinale dell'Australian Open, persa contro Novak Djokovic il 30 gennaio, è stato l'ultimo match stagionale di Roger Federer

“Mi sembra perverso che i punti del Masters rimangano validi per due anni – dice Hordorff – ricordiamo che si tratta del 19esimo risultato valido per un giocatore”. Vero. La somma punti di un giocatore si compone dei migliori 18 risultati (sia pure rispettando determinati parametri): le ATP Finals sono un plus riservato solo ai primi otto. Insomma, è innegabile che Federer abbia tratto un concreto beneficio da questa scelta. Tuttavia, non esistono prove che lo svizzero abbia avuto a che fare con la decisione. Le insinuazioni di Hordorff sono quasi offensive: senza nulla in mano, sostiene che Federer abbia mosso le fila di un sistema (che coinvolge migliaia di giocatori) al solo scopo di trarne un vantaggio personale. Avesse voglia di intraprendere un'azione legale, Federer avrebbe più di un appiglio.

Il magazine svizzero Blick si schiera con Federer e sostiene che il ranking ATP sia una questione secondaria. “Con 20 Slam e dozzine di vittorie, difficilmente gli importa di perdere qualche posizione nell'anno del coronavirus”. Plausibile. C'è però un punto che non può essere ignorato: restando al numero 5, Federer avrà una testa di serie importante all'Australian Open. In questo modo, avrà la certezza di non affrontare top-10 fino (almeno) ai quarti di finale. Fosse stato 29esimo, paradossalmente, gli sarebbe potuta andare peggio che da unseeded: avrebbe avuto la certezza di affrontare uno dei primi otto al terzo turno. Anche Novak Djokovic, Dominic Thiem o Rafael Nadal. Insomma, il congelamento dei punti ha effettivamente dato una mano a Federer. È un dato oggettivo, e su questo Hordorff ha ragione. Ma ipotizzare un antipatico conflitto di interessi, in effetti, è ben altra questione.