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ASICS Tennis Academy: la community dei coach

È stata lanciata anche in Italia la ASICS Tennis Academy, una community di coach e maestri internazionali per condividere le proprie conoscenze ed esperienze, in un percorso di crescita continuo. Un progetto che coinvolgerà circa 40 professionisti, compresi fisioterapisti e mental coach

di Lorenzo Cazzaniga
13 marzo 2023

Negli anni 90, in maniera sprezzante quanto ingiusta, i coach venivano spesso degradati al ruolo di portaborse, quasi non ci fosse la piena coscienza del ruolo da protagonista che già recitavano. Il sentimento comune era che un tecnico, per quanto preparato, non potesse intervenire per correggere la volèe o il servizio di un top player che, per supposta associazione logica, in quanto tale non aveva bisogno di correttivi. Poi, se Dio vuole, il mondo dello sport si è evoluto: nel calcio, talvolta gli allenatori sono diventati più determinanti (e meglio pagati) di un centravanti e anche nel tennis stanno sempre più ricevendo gli onori meritati. Al punto che gli organizzatori dei tornei sono intervenuti anche a livello architettonico, creando delle player’s box in grado di ospitare un team che si è notevolmente allargato e, in alcuni casi, è ormai costituito dall’allenatore, il preparatore atletico, il fisioterapista, il nutrizionista, lo psicologo e il manager, senza sforare negli aspetti ludico-sentimentali.

Il giocatore professionista si è trasformato in un’azienda che può fatturare milioni e che nel libro paga vanta dipendenti e professionisti specifici, con il coach che ha generalmente il compito di guidare il team e tener fede all’etimologia del termine (coach trae origine da Kochs, un villaggio ungherese a nord di Budapest, celebre per la produzione di carrozze e indica colui che guida in un percorso. Dunque, è lecito pensare a una continuità semantica tra il significato originale e quello attualmente usato in ambito sportivo).

PLAY IT BOX
«Il criterio di selezione è essenzialmente il valore etico del coach che deve essere in grado di interpretare al meglio l’opportunità che stiamo creando e che va oltre la semplice sponsorizzazione» Carlo Alberto Romiti

Per questo ASICS ha voluto creare una vera e propria community internazionale di maestri e coach (ASICS Tennis Academy), una categoria che, va detto, in epoche passate non è stata un valido esempio di condivisione. In questo senso, l’Italia ha spesso rappresentato un (cattivo) esempio, con i maestri che preferivano lasciare il numero di carta di credito piuttosto che quello del telefono, restii com’erano a compartecipare il loro sapere. Un po’ come quegli allenatori di calcio che fanno pre-tattica, con gli allenamenti mascherati per non rivelare schemi e segreti.

Un esempio lampante: nel 2001, due maestri intelligenti come Paolo Cannova e Claudio Rodilosso fondarono la First on the Court, una società che forniva un servizio alle giocatrici del circuito pro. In sostanza, facevano da sparring on-site nei principali tornei, considerando che le donne non amano troppo allenarsi tra loro. Avevano individuato un’esigenza e trovato una soluzione. Al principio aveva funzionato, al punto che pure una fuoriclasse come Martina Hingis si era avvalsa del loro supporto. Almeno fin quando i vari entourage non hanno cominciato a essere gelosi delle loro conoscenze, del loro sapere come una giocatrice si allenava, si preparava al match, confidando paure e debolezze. A poco sono serviti i contratti con obbligo di non divulgazione. La First on the Court ha chiuso presto i battenti proprio a causa della volontà di non-condivisione del sapere di giocatori e coach.

Giorgio Galimberti, ex giocatore professionista da sempre legato ad ASICS, ora ha aperto un bellissimo centro a Cattolica, provincia di Rimini

Ecco, finalmente quell’ostacolo sembra superato. Per Cannova e Rodilosso è ormai tardi (peraltro hanno intrapreso altre strade di successo, sempre nel mondo del tennis e del coaching), ma può rappresentare una valida risorsa per quella ventina di maestri che Asics ha riunito nella bella cornice del Quanta Club di Milano e che sono la base dell’ASICS Tennis Academy italiana, dopo il successo nei mercati pilota di Francia, Spagna, Belgio e Paesi Bassi. Tra loro, ex giocatori e ora coach affermati come Giorgio Galimberti e Fabio Colangelo, una figura come Danilo Pizzorno che è nato come maestro, cresciuto come videoanalista e ora è anche coach di una top player come Ludmila Samsonova. E poi tanti altri, ognuno con la sua storia: Daniel Panajotti, Igor Gaudi, Francesca Palmigiano, Cristian Persico, Tommaso Iozzo (complimenti per aver resistito a lungo come coach della fidanzata, Giulia Gatto-Monticone), Daniele Giorgini, Piero Melaranci, Alessandro Petrone. C’è anche Matteo Tinelli, attualmente fisioterapista di Brandon Nakashima, il vincitore delle ultime Next-Gen Finals a Milano.

L’obiettivo è allargare la community, pur selezionando con cura chi entrerà a farne parte, come ci ha spiegato Carlo Alberto Romiti, il manager che si occupa del reclutamento: «Il criterio di base è essenzialmente il valore etico del coach che deve essere in grado di interpretare al meglio l’opportunità che stiamo creando e che va oltre la semplice sponsorizzazione. Abbiamo agganciato profili interessanti, come ex giocatori, coach professionisti e figure che rivestono un’importanza sempre maggiore all’interno di un team tecnico, quali fisioterapisti, nutrizionisti e mental coach». L’obiettivo è che il gruppo si allarghi a quaranta unità durante il corso della stagione, collegandoli anche al servizio retail (quindi suggeriti dai punti vendita più radicati nel territorio e che, of course, lavorano meglio con ASICS), in modo da coprire in maniera capillare l’Italia intera. Tuttavia, lo sguardo va ben oltre al nostro paese e il prossimo step sarà «legare insieme le Academy dei vari paesi e creare un evento internazionale. Solo con la condivisione del sapere si può essere stimolati a crescere» dice ancora Romiti.

Danilo Pizzorno, celebre per le sue videoanalisi e ora anche coach di Ludmila Samsonova

Lo conferma Louis Rouach, responsabile del progetto a livello internazionale:  «Il tennis è uno sport molto individuale e per questo abbiamo scelto di creare una piattaforma di condivisione, perché è uno strumento che permette  di crescere in maniera sana. È bello sapere che ci sono giovani atleti di un centro in Belgio che si sono allenati in un’accademia a Barcellona, proprio grazie alla condivisione del nostro progetto. Questo interscambio di informazioni, sia fisico sia tramite webinar, è uno strumento molto valido, soprattutto per quei coach che non hanno mai avuto la possibilità di incontrare personaggi come Thomas Johansson, che hanno vinto tornei del Grand Slam e hanno il piacere di trasmettere la loro conoscenza. Stiamo procedendo verso un senso di community e questo è il valore aggiunto della nostra academy». Un benefit importante, come ha sottolineato anche Giorgio Galimberti, che ha aperto un (bellissimo) centro a Cattolica, provincia di Rimini: «Ho vestito e calzato prodotti ASICS da quando ero un ragazzino, quindi sono profondamente legato a questo brand. Ed è bello osservare il sostegno che sta offrendo ai coach. Per questo sono entusiasta di aderire al progetto e onorato di far parte di una community internazionale di alto livello».

«Il fondatore di ASICS credeva fermamente che lo sport aiutasse il benessere fisico e mentale e il nostro compito è quello di portare avanti questa eredità» Elena Bosticardo, Marketing Manager di ASICS Italia

La scelta di ASICS di affidarsi ai coach non è stata frutto di una fortunata intuizione ma è il risultato di una serie di ricerche di mercato che hanno confermato l’influenza dell’opinione del maestro nella scelta dei prodotti da utilizzare. Da qui la volontà di reclutarli nella duplice veste di ambassador e consulenti tecnici, perché i loro feedback saranno determinanti nello sviluppo delle prossime linee di prodotto. In cambio, i coach ricevono una fornitura particolarmente ricca, un supporto di comunicazione a vari livelli e il pass d’ingresso a una community nella quale sono presenti personaggi prestigiosi, a partire da Patrick Mouratoglou, che ha rivestito di ASICS l’intera sua academy in Costa Azzurra.

Ma i coach non saranno le uniche figure a cui ASICS darà accesso. Si lavorerà con qualche circolo premium level per avere una casa italiana di riferimento e su altri generi di professionisti, a partire dai mental coach, perché l’acronimo ASICS (Anima Sana in Corpore Sano) spiega perfettamente l’importanza della mental health nella nostra società e nel mondo dello sport. Nel tennis ci sono stati casi emblematici (a partire da quello di Naomi Osaka) che devono far riflettere e soprattutto intervenire per prevenire situazioni spiacevoli. «ASICS è stata fondata sulla convinzione che lo sport abbia il potere di sollevare le menti degli individui, della comunità e della società nel suo complesso. Ecco perché siamo così entusiasti di aver lanciato ASICS Tennis Academy anche in Italia. Siamo orgogliosi di portare avanti da oltre 70 anni questa convinzione, trasformandola in azione, grazie anche al progetto della community dei maestri di tennis» ha commentato Elena Bosticardo, Marketing Manager di ASICS Italia. Prima di spiegare un aspetto determinante: «Il fondatore di ASICS credeva fermamente che lo sport aiutasse il benessere fisico e mentale e il nostro compito è quello di portare avanti questa eredità, di divulgare il concetto e di fare cultura su questi aspetti, di pari passo con l’evoluzione tecnologica del prodotto che è sostanza, aiuta la performance e rende più semplice attivare altri progetti. In ogni caso, non vogliamo essere un brand che mette ulteriore pressione agli atleti, ma essere invece di supporto».

«L’obiettivo non è avere un’academy col maggior numero di coach possibile, ma disporre di professionisti che siano coinvolti nel progetto, degli ambassador in grado di capire e di trasferire la nostra filosofia» Elena Bosticardo, Marketing Manager di ASICS Italia

Last but not least, nell’elenco non ci sono solamente coach internazionali che hanno come obiettivo formare giocatori professionisti; infatti, non mancano anche i maestri di club, direttori di scuole tennis per bambini, coloro che iniziano al gioco le future promesse del tennis pro. Sono figure professionali fondamentali, ma talvolta trascurate. Per questo motivo, dovrebbe rimanere scolpito il momento in cui Magnus Norman, dopo aver accompagnato Stan Wawrinka al successo di Roland Garros nel 2015, decise di condividere i complimenti con Dimitri Zavialoff, il maestro che gli insegnò, tra le altre cose, quel meraviglioso rovescio a una mano, quando Stan The Man aveva solo otto anni.

«L’obiettivo finale non è avere un’academy col maggior numero di coach possibile – spiega Bosticardo -, ma disporre di professionisti che siano veramente coinvolti nel progetto, degli ambassador in grado di capire e di trasferire la nostra filosofia. In Italia stiamo vivendo un ottimo momento, siamo leader di settore ma il concetto di kaizen ci accompagna da sempre, cioè quello di volersi sempre migliorare. È lo stesso che accomuna i coach della nostra academy e noi vogliamo offrire dei servizi che li possano sostenere nella loro attività».

Sia dunque benvenuta questa ASICS Tennis Academy, con la sua voglia di condivisione e di apprendimento. Perché in un mondo sempre più connesso, i maestri di tennis non potevano essere un’eccezione.