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DAVIS CUP FINALS

Sinner, un forfait che non convince. Qual è il vero motivo?

Sembrano (molto) deboli le ragioni che spingeranno Jannik Sinner a dire no alla Coppa Davis. Lo scorso anno, con meno tempo per recuperare e più bisogno di punti ATP, andò a Bologna. Per questo, il suo forfait è clamoroso. Al suo posto Matteo Arnaldi. Capitan Volandri cambierà tre quinti della formazione annunciata: in arrivo Vavassori al posto di Fognini. 

Riccardo Bisti (Foto Giampiero Sposito / FITP)
7 settembre 2023

Ce la racconteranno nel modo più soft possibile, come peraltro ha già fatto Filippo Volandri. “Sinner ha bisogno di riposare e recuperare, solo il suo corpo può dargli una risposta. Siamo in contatto con lui, ma siamo altrettanto consapevoli di avere un squadra all'altezza”. Un modo elegante per preparare al forfait di Jannik Sinner per la fase a gironi della sbertucciata Coppa Davis, in programma la prossima settimana a Bologna. In realtà – anche se le fonti istituzionali non lo diranno mai – l'assenza dell'altoatesino è molto, molto destabilizzante. Qualcuno ha scritto che la FITP ha storto il naso nell'apprendere la decisione di Jannik, e c'è da crederci. Al netto del fastidio alla gamba patito durante il match contro Alexander Zverev (che si è limitato a crampi e non gli avrebbe certamente impedito di sfidare Carlos Alcaraz), si tratta di un forfait clamoroso. In altri tempi i vertici federali l'avrebbero accusato di ammutinamento, qualcuno avrebbe parlato di sputo alla bandiera. Oggi le cose (per fortuna) sono cambiate, hanno capito che i tennisti hanno il sacrosanto diritto di programmarsi come credono. Inoltre, la forza dei nostri migliori giocatori conferisce loro un potere contrattuale che i loro predecessori non avevano.

Per questo attendiamoci frasi al miele, diplomazia ai massimi livelli, al massimo un po' d'imbarazzo. Ma i dati raccontano che è un “no” clamoroso. In attesa dell'ufficializzazione (che arrivi stamane o alle 16 come inizialmente previsto, poco importa), i motivi che trapelano sono i soliti. Fragili. Stanchezza fisica e mentale dopo New York, qualche non precisato acciacco, la necessità di rigenerarsi in vista dei prossimi tornei, decisivi per mettere in ghiaccio la qualificazione alle ATP Finals. Ragioni facilmente smontabili, una ad una. Basta avere un briciolo di memoria e ricordare cosa accadde lo scorso anno. Jannik perse contro Carlos Alcaraz nei quarti dello Us Open nella notte americana tra il 7 e l'8 settembre. Cinque ore e un quarto di lotta, con tanto di matchpoint a favore. Una sconfitta bruciante. Nonostante tutto si è presentato a Bologna e – dopo aver saltato la prima giornata – è regolarmente sceso in campo il 16 settembre contro Francisco Cerundolo, e il 18 contro Mikael Ymer (perse, ma l'Italia era già matematicamente prima). Ebbe otto giorni e mezzo per recuperare, smaltire il fuso orario e contribuire al passaggio del turno. Stavolta la logistica sarebbe ancora più comoda.

A Bologna sfideremo Canada, Cile e Svezia

Jannik Sinner e la maglia azzurra

Sebbene sia l'italiano ad aver giocato più singolari (7) durante il capitanato Volandri, Jannik Sinner non ha sempre avuto un rapporto semplice con la nazionale. Quando annunciò il forfait alle Olimpiadi di Tokyo, l'ex CT Corrado Barazzutti scrisse un post su Facebook in cui ricordava come avesse già detto per due volte “no” alla Davis, probabilmente alludendo alle finali del 2019 (aveva appena vinto le Next Gen Finals) e al match contro la Corea del 2020. La rinuncia olimpica fece molto scalpore, così come quella alle Davis Cup Finals dello scorso anno per un problema alla mano. Problema che costrinse Lorenzo Sonego a interrompere precipitosamente le vacanze per recarsi a Malaga. 

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Come detto a caldo dallo stesso Jannik, avrebbe avuto “suo malgrado” più tempo per preparare la Davis. Avendo perso nella notte tra il 4 e il 5 settembre, avrebbe avuto esattamente otto giorni e mezzo prima del match contro il Canada. E sarebbero diventati due in più se gli avessero concesso (come pare sia stato fatto) la possibilità di arrivare in ritardo e saltare la prima partita, evitando il match contro il numero 1 canadese. In altre parole, l'impegno si sarebbe limitato a giocare (2 set su 3, indoor) contro Nicolas Jarry venerdì 15 ed Elias Ymer domenica 17. Impegno così gravoso da dare forfait? Suvvia. C'è poi la questione delle ATP Finals. Manca la certezza matematica, ma è pressoché certo che Jannik si qualificherebbe per Torino anche se non dovesse più scendere in campo da qui a novembre. Il suo bottino stagionale ammonta a 4.365 punti: da quando esiste questo sistema di punteggio (2009), è sempre stato ampiamente sufficiente per qualificarsi. Jannik e il suo staff lo sanno benissimo. Lo scorso anno, invece, aveva bisogno di giocare il più possibile per provare a darsi una chance. Infatti giocò a Sofia nella settimana del 26 settembre. Quest'anno si tornerà in Asia e risulta iscritto ai tornei di Pechino (main draw al via il 28), giusto qualche ora d'aereo più a est di Sofia, e Shanghai. In sintesi: c'era tutto lo spazio – e nessuna controindicazione - per giocare la Davis. Nessun impedimento logistico e nessuna ansia-urgenza di raccattare punti ATP in giro per il mondo.

Invece non ci sarà, e ci sembra chiaro che le ragioni del forfait siano da cercare altrove. Quali siano, onestamente, non lo sappiamo. Anche perché riconosciamo a Volandri un grande impegno per creare un buon clima in seno alla squadra e con i vari stakeholders. Avrà bisogno di un bel lavoro diplomatico per evitare scuciture, specie in chiave Malaga. Dato che ci qualificheremo per la Final Eight, chi avrà contribuito ad arrivarci sarà contento di un'eventuale convocazione di Sinner (tra l'altro si giocherà subito dopo le ATP Finals)? Detto che il discorso per Matteo Berrettini è diverso (la caviglia è un impedimento oggettivo), il forfait di Sinner non è l'unica novità trapelata in questi giorni. Dovrebbe essere escluso Fabio Fognini per lasciare spazio alla prima convocazione di Andrea Vavassori. Sarebbe una decisione di esclusiva natura tecnica, anche perchè Fognini (a caccia di un complicato rientro tra i top-100) si era tenuto libero, non iscrivendosi ad alcun torneo nella settimana della Davis. Eppure ci sarebbe il ricco Challenger di Szczecin, a cui – invece – risulta iscritto Vavassori. In questo momento entrambi sono a Genova per il locale torneo Challenger. La programmazione di Vavassori fa pensare che la convocazione sia una sorpresa anche per lui, e tutto sommato ne scoviamo il senso per due ragioni. La prima è anagrafica (ha otto anni in meno di Fognini), la seconda è tecnica: da qualche mese fa coppia fissa con Simone Bolelli, storico compagno di Fognini.

A Bologna, capitan Filippo Volandri dovrà fare a meno di Jannik Sinner (Foto Giampiero Sposito / FITP)

Il Canada versione 2023 non fa paura. E non ci sono certezze su Denis Shapovalov

Volandri sarà costretto a cambiare ben tre quinti della formazione annunciata qualche settimana fa, arrivando al limite dei regolamenti ITF (si possono cambiare fino a tre giocatori entro 24 ore dall'inizio degli incontri). Del team originario rimangono Musetti e Bolelli, mentre le sostituzioni prevedono Lorenzo Sonego al posto di Berrettini, l'esordiente Matteo Arnaldi al posto di Sinner e il già citato Vavassori in luogo di Fognini. Una buonissima squadra, più che sufficiente per vincere il girone visto che a Bologna troveremo almeno due squadre rabberciate e più deboli della nostra. Al contrario, un quintetto che a Malaga non sarebbe tra i favoriti per sollevare l'Insalatiera. Insistiamo nel dire che passeremo il turno perché quasi nessuno ha rimarcato la mediocrità del girone, di gran lunga il più facile dei quattro. Il Canada è privo di Felix Auger Aliassime: ok, l'anno scorso fu convocato in extremis e cambiò la storia della competizione, ma quest'anno è diverso. E pochi giorni dopo sarà nella lontana Vancouver per la Laver Cup. Il numero 1 dovrebbe essere Denis Shapovalov, che però non gioca da due mesi ed era a Flushing Meadows... nelle vesti di coach della futura moglie Mirjam Bjorklund (a cui ha chiesto la mano lo scorso 20 luglio).

Dal Canada non emerge nessuna notizia sulle sue reali condizioni. E allora è possibile affronteremo Gabriel Diallo, Alexis Galarneau e Vasek Pospisil. La Svezia è forse la squadra più debole del lotto (se la gioca con la Corea), specie dopo l'uscita di scena di Mikael Ymer. Si presenteranno a Bologna con il fratello Elias (che si sta “preparando” giocando il Challenger di Siviglia, sulla terra gialla), il Re dei tornei ITF Dragos Nicolae Madaras e il figlio di Bjorn Borg. Per vincerebbe potrebbe bastare addirittura l'Italia C. Il match più delicato è quello contro il Cile: Nicolas Jarry è l'unico singolarista davvero forte che affronteremo, ma non è supportato da chissà chi: Cristian Garin è un ottimo giocatore, ma quest'anno è stato fermo per due mesi e al rientro non ha fatto sfracelli. Si è qualificato per Toronto, ok, ma a New York ha perso al primo turno delle qualificazioni. Inoltre non hanno un solo specialista del doppio: chiunque schierino, saranno singolaristi prestati alla disciplina. Insomma, se l'eliminazione non è un'ipotesi contemplabile, passare come secondi sarebbe una delusione. A Malaga ci arriveremo, ma con quali giocatori, in quali condizioni e con quale umore... non è dato a sapersi.