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MIAMI OPEN

Indagini, gossip e tennis: la lunga giornata di Aryna Sabalenka

L'ex moglie di Konstantin Koltsov ha forti dubbi sull'ipotesi del suicidio dell'ex compagno di Aryna Sabalenka (che oggi esordisce a Miami). Non c'erano presagi, e nella stanza sarebbero state trovate bottiglie di alcol vuote. La polizia sta indagando, ma non è detto che l'esito delle indagini venga reso pubblico.

Riccardo Bisti
22 marzo 2024

Non capita spesso che ci sia così tanta attesa per il primo turno di un torneo femminile. Grazie a una concessione degli organizzatori, Aryna Sabalenka esordirà con un giorno di ritardo al Miami Open dopo la morte del suo (ex?) compagno Konstantin Koltsov, ex giocatore e attuale allenatore di hockey su ghiaccio. Con una storia su Instagram, la bielorussa ha espresso tre concetti: 1) Dice di avere il cuore spezzato. 2) Chiede il rispetto della privacy. 3) Sottolinea che non stava più insieme a Koltsov. Quest'ultima frase – da alcuni giudicata inopportuna, così come la scelta di giocare ugualmente – apre nuovi scenari sulla morte dell'uomo, caduto dal 23esimo piano di un resort a 5 stelle, il St. Regis Bal Harbour Resort, paradiso terrestre con accesso sulla spiaggia e vista sull'Oceano Atlantico, a meno di 20 km dall'Hard Rock Stadium. Per adesso su questa storia ci sono soprattutto illazioni.

A parte le parole di Aryna, l'unica altra certezza è la nota della polizia di Miami Dade, che informa di essere intervenuta nella notte di Miami tra domenica e lunedì perché era giunta segnalazione di un uomo caduto da un balcone. Le indagini sono state prese in carico dall'Ufficio Omicidi de Dipartimento di Polizia di Miami Dade, che ha subito fatto sapere: “Non si sospetta una morte violenta”. Il resto sono illazioni più o meno verosimili. Si possono, tuttavia, escludere le prime notizie uscite sulla causa della morte. Quando la notizia ha fatto il giro del mondo, un canale Telegram bielorusso ha parlato di incidente stradale. Dopodiché, la federazione hockeistica della Bielorussia (negli ultimi giorni si era ventilata la possibilità che Koltsov potesse allenare la Dinamo Minsk e addirittura la nazionale) ha citato una possibile trombosi come causa della morte. Tali affermazioni hanno retto poco, quando è diventata virale l'ipotesi suicidio, resa ancora più credibile dall'affermazione della Sabalenka: “Non stavamo più insieme”.

«È stato un incidente. Abbiamo ancora una vecchio computer di famiglia, conoscevo la password della sua e-mail e ne ho aperte alcune. Konstantin aveva prenotato ulteriori appartamenti in un'altra località, ha noleggiato un auto per molto tempo... Non aveva intenzione di morire» 
Yulia Mikhailova

Non è necessario essere novelli Sherlock Holmes per scoprire che la separazione tra i due è recentissima. Soltanto due settimane fa, i due si erano scambiati carinerie sui social media. C'è poi stato il lapsus della giocatrice durante il torneo di Indian Wells: durante un'intervista aveva detto: “Il momento più difficile per un tennista è quando sei depressa, non giochi al tuo livello e sei lontana da famiglia, amici, fidanzati... Oddio, di fidanzato ne ho solo uno... registriamo di nuovo”. Sulla base di questi indizi è fin troppo facile pensare che Aryna avesse lasciato Konstantin e quest'ultimo si sia recato a Miami per provare a risolvere la questione. In effetti, la sua presenza a Miami – a prima vista – poteva essere spiegata così. A fotografare la vicenda da una prospettiva completamente nuova è arrivata Yulia Mikhailova, l'ex moglie di Koltsov: parlando al portale bielorusso Zerkalo ha sostenuto la tesi di un incidente, probabilmente dovuto all'abuso di alcol. La donna informa che è stato disposto un test tossicologico sul corpo di Koltsov, e che i risultati saranno pronti entro un mese.

Inoltre gli inquirenti hanno trattenuto il suo telefono e il suo laptop. “In questo momento è impossibile dire con certezza se è stato un suicidio o un incidente” ha detto. Quando però le hanno chiesto un parere, non ha avuto dubbi. “È stato un incidente. Abbiamo ancora una vecchio computer di famiglia, conoscevo la password della sua e-mail e ne ho aperte alcune. Konstantin aveva prenotato ulteriori appartamenti in un'altra località, ha noleggiato un auto per molto tempo... Non aveva intenzione di morire. Un episodio può dare alla testa, ma non c'erano segnali sull'intenzione di suicidarsi”. La Mikhailova risiede negli Stati Uniti, a circa un'ora dal luogo della morte, e vive con i tre figli avuti da Koltsov. Questa vicinanza geografica, in effetti, potrebbe spiegare la presenza dell'uomo in Florida. “Ultimamente avevamo comunicato poco, ognuno ha la propria vita e lui lavorata lontano. Comunicava con i figli principalmente per telefono. Da quanto ho capito, voleva incontrare i figli per cena, ma il più piccolo (Stefan, 6 anni, ndr) va a letto presto, quindi si sarebbero visti più in là”.

Secondo la donna, la stampa è stata frettolosa nel dare per assodata la tesi del suicidio, che secondo la polizia era soltanto un'ipotesi. “Molto probabilmente era ubriaco – sostiene – a volte gli hockeisti sono vittime di alcolismo. Nella stanza in cui alloggiava sono state trovate delle bottiglie vuote e proprio lì c'era un balcone con vista sull'oceano. Probabilmente non si è reso conto delle sue azioni”. La donna ha poi detto che si sta facendo carico degli oneri per trasportare la salma in Bielorussia. “Rimane la sua patria, suo fratello e i suoi parenti sono lì. Io ho molti amici e sono in buoni rapporti con i suoi genitori, inoltre i nostri figli hanno la cittadinanza bielorussa” ha aggiunto, lasciando intendere che la morte dell'ex marito avrà un impatto sulla sua vita, poiché la vita negli Stati Uniti è molto cara e dunque potrebbe pensare di tornare in Europa. Nel corso della stessa intervista, ha detto di non aver alcun risentimento nei confronti della Sabalenka, spiegando che il post di quattro anni fa era frutto delle emozioni del momento.

“Amavo moltissimo Konstantin, ma lei trattava bene i miei figli, quindi ho un atteggiamento normale nei suoi confronti”. Una banale ricostruzione degli elementi a disposizione offre la quasi certezza che l'uomo sia morto in solitudine, senza terzi coinvolti. Sarà compito degli inquirenti indagare sulle cause e sulle ragioni della morte, ma non è detto che l'esito delle indagini sarà reso noto. Ad ogni modo, Aryna Sabalenka ha tutto il diritto di restare a Miami e giocare il torneo. Ognuno reagisce al dolore a modo proprio e per questo non deve essere giudicato. Non è la stessa cosa, ma qualche anno fa Roberto Bautista Agut ricevette la notizia della morte del padre durante le Davis Cup Finals. Andò al funerale, tornò e contribuì al successo della Spagna. L'episodio fu addirittura il centro narrativo del documentario Rakuten sull'evento. In sintesi: è giusto che si parli di questa storia perché si tratta di un fatto di interesse pubblico, ma allo stesso tempo non devono esserci morbosità o giudici sulla condotta di Aryna Sabalenka, né tantomeno eccessive intrusioni nella sua vita privata. Se ci saranno novità, tuttavia, sarà giusto darne conto.