The Club: Bola Padel Roma
ATTUALITÀ

Us Open nell'orizzonte di Simona Halep?

La presenza di Simona Halep nell'entry list dello Us Open potrebbe essere il segnale di un rientro imminente. A breve dovrebbe uscire l'attesa sentenza: l'udienza era stata rinviata tre volte, scatenando l'indignazione della rumena e di coach Mouratoglou.

Riccardo Bisti
22 luglio 2023

Stavolta non si tratta di speculazioni. Dopo l'uscita di notizie incontrollate per tutta la prima parte del 2023, Simona Halep è stata finalmente ascoltata dal tribunale indipendente dell'agenzia Sport Resolutions, che si occupa di giudicare le controversie del mondo del tennis. Dopo tre rinvii (che avevano fatto arrabbiare moltissimo la Halep), l'udienza si è tenuta a fine giugno. La sentenza non è ancora uscita, ma c'è un dettaglio che fa sperare la rumena: il suo nome compare nell'entry list dello Us Open, peraltro suo ultimo torneo giocato prima della sospensione. Accanto al suo nome c'è un asterisco a ricordarci che sta ancora affrontando un periodo di sospensione provvisoria. Ma è comunque una notizia, perché nei precedenti tre Slam stagionali il suo nome non compariva nella lista delle iscritte. Significa che qualcosa è cambiato: come ipotizza la stampa rumena, le soluzioni pro-Halep potrebbero essere due.

1) C'è la possibilità che la sentenza sia stata favorevole 2) l'hanno condannata, ma per un periodo di tempo non superiore ai dodici mesi, dunque sarebbe ancora in tempo per partecipare allo Us Open. In effetti ha giocato la sua ultima partita lo scorso 29 agosto, mentre l'edizione di quest'anno inizia il 28 agosto. Scesa al numero 55 WTA, la Halep ha ancora una classifica sufficiente per l'ammissione diretta. Il suo nome nell'entry list ha scatenato un vivo entusiasmo nel suo Paese natale, anche se – a stretto giro di posta – è arrivata una mezza doccia fredda da parte dell'ITIA, la vera controparte in tutta questa vicenda. Nel report sull'attività svolta nel secondo trimestre del 2023, l'amministratore delegato Karen Moorhouse ha specificato che la Halep è stata oggetto di una seconda sanzione provvisoria, aggiuntiva rispetto alla prima (di otto mesi). Il motivo è ben noto: lo scorso 19 maggio uscì la notizia che erano state rilevate delle anomalie nel sangue della giocatrice, che metterebbero in discussione la regolarità del suo passaporto biologico.

L'indignazione di Simona Halep quando l'ITIA ha ottenuto il terzo rinvio dell'udienza

«Non solo hanno compromesso la mia reputazione, ma anche la mia carriera come giocatrice. Senza parlare delle conseguenze sulla mia salute mentale» 
Simona Halep
PLAY IT BOX

La notizia fece (molto) arrabbiare la Halep, che tramite i suoi canali ufficiali si scatenò contro l'ITIA, sostenendo di essere vittima di una persecuzione per ragioni a lei sconosciute. “Oltre ad aver infangato il mio nome nel peggior modo possibile, stanno provando in ogni modo a provare la mia colpevolezza mentre io non ho mai nemmeno pensato di assumere qualsiasi sostanza illecita”. Nella dichiarazione rilasciata il giorno stesso, ribadì che tre esperti di fama mondiale avevano concluso che il suo sangue era assolutamente normale. Qualcuno ipotizza che le anomalie potessero riguardare l'assunzione di un medicinale per la tiroide. Nei giorni successivi manifestò la sua indignazione per l'atteggiamento ITIA, che aveva chiesto (e poi ottenuto) un ulteriore rinvio dell'udienza. “Sto attendendo di essere giudicata dallo scorso ottobre – disse Simona – grazie agli esperti, a dicembre sono stata in grado di dimostrare che avevo assunto degli integratori contaminati.

Come dicono le regole, ho chiesto un procedimento veloce. Invece lo hanno rinviato per tre volte: non solo hanno compromesso la mia reputazione, ma anche la mia carriera come giocatrice, senza parlare delle conseguenze sulla mia salute mentale. Il mancato rispetto delle regole è talmente irrispettoso nei miei confronti da lasciarmi senza parole...”. La rumena chiuse il suo post con una citazione attribuita a William Gladstone: “Justice delayed is justice denied”. Da allora sono passati quasi due mesi e potrebbe essere simbolico che il post successivo la ritragga in palestra, impegnata in un intenso lavoro atletico. Sul merito della questione, vi abbiamo già spiegato come la Halep sarebbe arrivata a dimostrare la contaminazione. Non le è mai mancato il sostegno di coach Patrick Mouratoglou, il quale ha ricordato che ci sono stati oltre cento casi in cui è stata dimostrata la contaminazione.

Vincendo Wimbledon nel 2019, Simona Halep impedì a Serena Williams di vincere il suo 24esimo Slam

L'intensità con cui sta lavorando farebbe pensare a un imminente rientro di Simona Halep

“Le aziende che producono questi integratori si occupano anche di quelli per non atleti e animali. Le impastatrici utilizzate sono le stesse: se non si seguono scrupolosamente le norme igieniche, può succedere qualcosa del genere. A volte vengono acquistate materie prime dalla Cina. Inoltre le tracce di Roxadustat trovate nelle urine di Simona sono talmente piccole che è incredibile parlare di doping. Gli esperti hanno dimostrato, nel suo è in altri casi, che la quantità di Roxadustat negli integratori corrisponde a quella trovata nelle urine di Simona”. Tuttavia, proprio in queste ore, sono arrivate le affermazioni di Raphael Faiss, direttore del Centro per la Ricerca delle scienze antidoping presso l'Università di Losanna. “Il Roxadustat rappresenta una sfida difficile per le autorità antidoping – ha detto – non è una sostanzia nuova, esiste dall'inizio degli anni 2010 ma è disponibile soltanto sul mercato asiatico. Stimola il corpo come se fosse in altitudine e e stimola il flusso a monte dei globuli rossi, promuovendo l'EPO”.

La sostanza è rilevabile dal 2017, ma avrebbe la caratteristica di scomparire dal corpo in 10-16 ore, dunque permetterebbe a chi vuole barare di scomparire dall'organismo anche rispettando i famosi whereabouts, ovvero l'ora di disponibilità al giorno. In teoria lo si potrebbe assumere subito dopo l'ora prevista ed essere relativamente tranquilli in vista del giorno successivo. Faiss ha poi aggiunto che è difficile testare gli atleti che si allenano in quota, perché certi luoghi potrebbero essere accessibili con le sole funivie, che però non funzionano di notte. Tali affermazioni sono state raccolte da Reuters nell'imminenza delle fasi finali del Tour de France, ma possono fornire un indizio sul perché ci sia voluto così tanto tempo per giudicare quello che è considerato un caso molto complesso. Vincitrice di 24 titoli WTA, tra cui due Slam (Roland Garros 2018 e Wimbledon 2019), Simona Halep è la tennista rumena più vincente di sempre ed è diventata una sorta di icona nel suo Paese. Compirà 32 anni il prossimo 27 settembre e – sebbene sia nella seconda parte della carriera – sembra aver preso questa vicenda come una questione di principio. Vuole averla vinta, a maggior ragione perché si sente vittima di un'ingiustizia.