The Club: Bola Padel Roma
IL PERSONAGGIO

Un appartamento in centro e una Golf GTI

Sono gli unici acquisti che Albano Olivetti si è potuto permettere in dieci anni di carriera. Gigante dal servizio-bomba, nel 2014 ha perso il padre, poi è stato vittima di un brutto incidente stradale. La pandemia lo ha convinto a dedicarsi esclusivamente al doppio: ha vinto tre tornei in tre mesi e punta a diventare un big della specialità, anche perché altrimenti è dura mantenersi. “A Parma ho vinto 1.300 euro, ma 400 sono andati via in tasse. Senza contare pasti e incordature...”

Riccardo Bisti
25 novembre 2020

Una volta, lo sconsolato Romain Jouan allargò le braccia: “La sua seconda di servizio è rimbalzata talmente alta da scavalcarmi”. Era il 2012 quando Albano Olivetti annusò il profumo del grande tennis. A Bergamo aveva sparato un servizio a 257 km/h, poi la settimana dopo avrebbe colto i quarti al torneo ATP di Marsiglia, battendo lungo il percorso Mardy Fish (all'epoca numero 8 del mondo). Doveva essere l'inizio di una carriera da novello Karlovic, è rimasto il punto più alto nella carriera del frances(on)e, 203 centimetri di potenza e un servizio devastante. Non gioca neanche male, il buon Albano, ma la sua carriera è franata quando aveva 23 anni. Prima la morte del padre, poi un brutto incidente stradale che gli ha procurato un ernia cervicale (con tanto di operazione) e un forte dolore a una spalla. Salvo per miracolo, rimase fuori dal circuito per un anno e mezzo. Troppo. Dopo il ritorno non è più stato lo stesso, incapace di avvicinare il best ranking. Era il 26 maggio 2014 quando si è accomodato al numero 161 ATP. L'obiettivo di arricchirsi sparando bordate dal terzo piano è svanita nei 461.957 dollari di premi ufficiali che gli assegna il sito ATP. Spiccioli, se spalmati su dieci anni di carriera e depurati di tasse e spese.

Anzi, deve ritenersi fortunato ad aver potuto accendere un mutuo per comprarsi una casa nel centro di Montpellier. Anni di stenti e sofferenze gli hanno permesso di togliersi un unico sfizio: una Volkswagen Golf GTI. C'è da domandarsi se ne è valsa la pena. In queste ore, Olivetti ha compiuto 29 anni e li festeggia con una nuova consapevolezza. Basta singolare, meglio sparare tutte le cartucce sul doppio. In tanti lo hanno fatto, togliendosi grandi soddisfazioni. Alle recenti ATP Finals, per esempio, c'erano Jurgen Melzer e Horacio Zeballos. Anni addietro, si era qualificato anche Simone Bolelli. Proprio il bolognese ha intrapreso un percorso simile, lasciando il singolare per vivere da doppista gli ultimi anni di carriera. Olivetti ci pensava da tempo, poi la pandemia ha accelerato il processo. “Quando è ripreso il circuito, non avevo nessuna voglia di seppellirmi nei tornei Futures. Sono oltre il numero 900 ATP e con pochi tornei a disposizione avrei dovuto battere ottimi giocatori senza la certezza di raccogliere punti. Non ne valeva la pena, allora ho deciso di tentare la fortuna in doppio nei tornei Challenger”.

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“È molto difficile vivere con il doppio, soprattutto nel circuito Challenger. A Parma ho ricevuto un assegno di 1.300 euro, ma 400 sono andati via in tasse. E se togli le spese come pasti e incordature, non ti rimane molto”
Albano Olivetti
La scorsa estate, Albano Olivetti ha potuto giocare un torneo a inviti in Germania, fondamentale per il sostentamento

Non aveva certezze neanche lì, giacché la classifica lo collocava intorno alle 250esima posizione e non aveva l'accesso garantito. Per riuscirci, doveva acquistare la fiducia di giocatori meglio piazzati. “Era l'unico modo per evitare di fare una trasferta a vuoto”. Per iniziare, non poteva trovare di meglio: ad agosto è stato contattato da Pierre-Hugues Herbert, uno dei più forti nella specialità. Aveva scelto di non andare negli Stati Uniti (anche in virtù dell'imminente paternità), così ha pensato di giocare con Olivetti a Praga. “È stato fantastico perché siamo coetanei ed è stato come rivivere la nostra infanzia”. Dopo Herbert, ha fatto coppia con Enzo Couacaud: “Scelta più rischiosa, perché non aveva una buona classifica in doppio. Però abbiamo potuto giocare grazie ad alcuni inviti, poi abbiamo addirittura vinto un torneo”. La prima delle tre vittorie (sulla terra battuta di Alicante) gli ha permesso di tornare tra i top-200 di specialità e avere numerose richieste. Hanno capito, i colleghi, che un colosso del genere è meglio averlo accanto. A quel punto ha preso il via: semifinale a Ismaning (con Zdenek Kolar) e due vittorie consecutive, in Italia: a Parma con Gregoire Barrere e a Ortisei con il tedesco Andre Begemann.

In pochi mesi è salito al numero 158 e non si pone limiti, perché il suo servizio-bomba è un'arma illegale in doppio. E la sua stagione non è finita: festeggiato il compleanno a casa, la prossima settimana giocherà a Maia, di nuovo con Kolar. Inutile dire che l'obiettivo è mettere il naso nel circuito ATP e arrivare il più in alto possibile. “Non sarà facile, perché a causa della crisi sanitaria non ci saranno molti tornei a inizio 2021”. Ma il suo entusiasmo è incontenibile: da agosto a oggi ha percorso 11.479 km per partecipare a tornei in tutta Europa. Il sacrificio gli ha fruttato circa 18.000 euro (lordi) di vincite, unico lato negativo della dimensione da doppista. Per fortuna è arrivata la wild card al Roland Garros, laddove la sconfitta al primo turno contro Melzer-Roger Vasselin ha fruttato quasi 7.500 euro. “È molto difficile vivere con il doppio, soprattutto nel circuito Challenger – racconta – a Parma ho ricevuto un assegno di 1.300 euro, ma 400 sono andati via in tasse. E se togli le spese come pasti e incordature, non ti rimane molto”.

Il COVID ha accelerato il percorso che avrebbe portato Albano Olivetti a giocare soltanto in doppio. "Ma ci pensavo già da tempo"
Un servizio su Albano Olivetti realizzato nel 2013

Durante lo stop del circuito, il nativo di Haguenau ha cercato di mantenersi giocando alcuni tornei nazionali in Francia. Per sua fortuna, è stato contattato per un torneo a inviti che si è giocato ad Halle. “Una grande iniziativa che mi ha permesso di giocare dieci partite in due settimane”. E mettere da parte un po' di soldi per la sopravvivenza. “Per fortuna la federazione francese ha istituito un fondo di sostegno per i giocatori, anche se è appena servito per compensare la cancellazione degli eventi a squadre di fine anno”. Insieme ad alcuni colleghi, aveva creato un gruppo sui social network per chiedere la FFT di cambiare la decisione. Invano. “Senza i soldi delle competizioni a squadre, credo che molti di noi saranno costretti a smettere di giocare” diceva ad agosto, quando ancora non sapeva che il doppio lo avrebbe salvato.

Olivetti è ancora piuttosto giovane, soprattutto se giocherà soltanto in doppio, è ha ancora tante missioni da compiere. Per esempio, dedicare un successo importante al padre, scomparso prematuramente nel 2014, poco prima del suo incidente d'auto. Non era scontato avere la forza di riprovarci e – soprattutto – perseverare. Albano è ancora lì, ci crede più che mai. Anche se la vita nel circuito è molto più scocciante rispetto a prima. “Soltanto a Praga è sembrato di giocare un torneo normale, ci domandavamo se il virus fosse arrivato fino a lì. Per il resto, siamo sempre stati chiusi in una sorta di bolla e abbiamo giocato a porte chiuse. Senza contare i test per il COVID, almeno due a settimana. La scorsa settimana, a Ortisei, ho eseguito il mio 25esimo tampone!”. Nessun problema. È pronto a farne altri mille, in nome di un obiettivo da raggiungere.