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IL CASO

Una stagione intera senza tornare a casa

È quello che dovrebbe vivere Ashleigh Barty nel 2021. La sua permanenza lontano dall'Australia rischia di essere da record, ma il suo staff si sta organizzando. “Cercheremo una sistemazione confortevole in Europa, dove possa rilassarsi e giocare a golf” dice il coach.

Riccardo Bisti
24 marzo 2021

Capita spesso che i giocatori sudamericani ricordino le maggiori difficoltà logistiche rispetto agli europei. Il tennis li porta lontano da casa per mesi interi, durante i quali è difficile mantenere la stessa intensità e qualità di rendimento. Raramente si parla degli australiani, ma il caso della numero 1 WTA può essere storico. Al termine di un viaggio lungo e complesso, Ashleigh Barty è sbarcata a Miami, laddove proverà a difendere il titolo conquistato nel 2019. La separazione con amici e parenti è stata particolarmente dolorosa, poiché potrebbe restare in giro per il mondo... fino a Natale. Avete letto bene: insieme a coach Craig Tyzzer hanno effettuato un viaggio di 45 ore da Brisbane a Miami, che potrebbe essere la prima tappa di una lunghissima permanenza lontano dall'Australia. La Barty è reduce da un 2020 in cui la pandemia le ha scombinato i piani, anche se il congelamento della classifica le ha permesso di mantenere la leadership WTA nonostante abbia giocato appena 14 partite.

Alla ripresa del circuito, ha scelto di restare a casa e non difendere il titolo al Roland Garros. Ma quest'anno è pronta a ripartire. “Salutare i miei cari è stato particolarmente emozionante, perché non so quando tornerò a casa – ha detto la Barty – in effetti per noi è un'avventura, un'esperienza tutta nuova. Non è mai capitato che io e Tyz facessimo qualcosa del genere. Quando abbiamo lasciato l'Australia, è stato difficile andare via. Allo stesso tempo, siamo entusiasti all'idea di vivere un'intera stagione”. Il progetto della Barty è restare in giro per tutta la stagione: cemento di Miami, terra rossa europea, erba britannica, parentesi olimpica, cemento americano e trasferta asiatica. Il tutto senza mai tornare a casa, laddove si era rifugiata qualche anno fa, quando si ritirò a 20 anni perché non riusciva a reggere lo stress e le aspettative di una carriera in fase di decollo. Pur di non abbandonare Brisbane, aveva iniziato a giocare a cricket.

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"Salutare i miei cari è stato particolarmente emozionante, perché non so quando tornerò a casa. Per noi è un'avventura, un'esperienza tutta nuova"
Ashleigh Barty
Ashleigh Barty è campionessa in carica del Miami Open: due anni fa ha battuto in finale Karolina Pliskova

Oggi è cambiato tutto: il ritorno nel tennis le ha dato soddisfazioni insperate e l'ha fatta maturare, al punto da convincerla a restare fuori casa per 8-9 mesi di fila. “Penso che proveremo a stare in giro per tutta la stagione – dice – toccando ferro, se le cose dovessero andare bene nei Paesi nei quali viaggeremo, dovremmo sentirci comodi e sicuri”. La prima tappa del viaggio non è stata semplice, poiché ben due voli del suo itinerario sono stati cancellati. “È stato molto lungo, circa 45 ore di viaggio. Il programma originario era Brisbane-Sydney-Los Angeles-Miami: di solito è abbastanza semplice, ma stavolta c'è stata una cancellazione lasciando l'Australia, poi un'altra quando siamo arrivati a Los Angeles. Adesso siamo qui: è dura giocare a tennis dopo un viaggio, è da un po' che non lo faccio. Ma non vedo l'ora di sentirmi bene”. In merito alla maxi-permanenza lontano da casa, Ashley dice che non si può pianificare tutto in anticipo. “Le cose possono cambiare molto rapidamente”. In realtà, un programma di massima c'è già: lo ha svelato Craig Tyzzer, coach di una vita. “L'obiettivo è trovare una base da qualche parte, probabilmente in Europa, dove potremo staccare la spina, rilassarci e trascorrere un po' di tempo lontano dal tennis... magari permettere ad Ash di giocare un po' a golf. Dobbiamo ancora finalizzare il tutto, ma è vero: stiamo programmando una permanenza piuttosto lunga”.

Lo status di numero 1 WTA cancella qualsiasi problema economico, dunque non avrà problemi in questo senso. A giudicare dall'esigenza di giocare a golf, tutto farebbe pensare alla Gran Bretagna. Per la Barty non sarà certo un problema trascorrere mesi a fianco di Tyzzer: lo scorso anno, tra le motivazioni del suo mancato rientro, c'è stata anche l'impossibilità di allenarsi con il suo coach durante il lockdown che in Australia – come è noto – è stato piuttosto severo. Per lei non sarà semplice mantenere la leadership, anche perché ha giocato pochissime partite negli ultimi mesi. Aveva grandi aspettative per l'Australian Open, ma ha combinato un pasticcio facendosi battere da Karolina Muchova. “Il problema di Ashleigh è stata la geografia: non ha potuto lavorare con il suo coach perché abitano in stati diversi – ha detto Martina Navratilova – anziché tornare in condizioni precarie, ha preferito lasciar perdere e credo che abbia fatto bene. In Australia mi è sembrata abbastanza in forma, ma non a sufficienza per battere le tenniste che avevano giocato più partite. Nulla può sostituire l'abitudine alla competizione”.

Ashleigh Barty ha vinto 9 titoli di singolare. Tra questi, spiccano il Roland Garros e le WTA Finals
I grandi risultati del 2019, culminati nel trionfo al Roland Garros, hanno permesso a Craig Tyzzer di ottenere il riconoscimento come miglior coach dell'anno

Il Miami Open sarà il suo primo torneo fuori dall'Australia dopo oltre un anno. Per sua fortuna, l'esordio dovrebbe essere abbastanza agevole (troverà la vincente di un match tra qualificate: Hailey Baptiste e Kristina Kucova). “Sono entusiasta di tornare a giocare, mi sento in un ambiente sicuro e nelle condizioni ideali per godermi il tennis”. Due anni fa, dentro l'Hard Rock Stadium, giocò un torneo impeccabile, battendo in finale Karolina Pliskova per ottenere il suo primo titolo Premier (gli attuali 1000). Fu un importante tappa di avvicinamento verso il trionfo al Roland Garros. Secondo Martina Navratilova, che commenterà il torneo per Tennis Channel, la favorita per il successo finale è Naomi Osaka. “La superficie è medio-veloce, credo che questo darà una mano alla giapponese. La Barty preferisce girare attorno al rovescio, ma un campo così veloce non le dà il tempo per farlo con continuità. Credo che questa sia la ragione per cui ha fatto meglio sulle superfici lente. Il suo slice rimane basso, ha più tempo per aggirare il rovescio, gestire il punto. Qui penso sia favorita la Osaka”.

Non crediamo che per la Barty sia un cruccio. Il Miami Open, per lei, è un nuovo inizio. La terza parte della carriera: la prima era terminata con la scelta di fermarsi, la seconda è stata bloccata dal COVID: adesso l'australiana punta a ripartire, senza inutili pressioni, per ritrovare il ritmo partita e – possibilmente – un alloggio confortevole dove poter giocare a golf. Quando si sarà sistemata in questo senso, allora potrà concentrarsi sui risultati. Nel frattempo ha appena festeggiato un bel traguardo: è entrata nella top-10 delle numero 1 più longeve di sempre. Nello stesso giorno in cui Djokovic superava Federer in campo maschile, lei raggiungeva quota 65 settimane in vetta, superando Simona Halep. Da quando esiste il ranking WTA, soltanto nove giocatrici sono state al comando più tempo di lei: Steffi Graf (377 settimane), Martina Navratilova (332), Serena Williams (319), Chris Evert (260), Martina Hingis (209), Monica Seles (178), Justine Henin (117), Lindsay Davenport (98) e Caroline Wozniacki (71). Non crediamo che guardi troppo a questi numeri, e nemmeno che nutra troppe ambizioni. Però sono cose che restano. Vedremo se stare lontano da casa per quasi anno farà bene anche ai suoi numeri.