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FENOMENO

Sentite Sinner: “Una settimana non significa niente”

Jannik Sinner confeziona un'altra prestazione fantastica e si regala la prima finale Masters 1000 alla terza apparizione. Disintegrerà i record del tennis italiano, ridisegnando i parametri a cui eravamo abituati, ma ha scelto la saggia via della modestia. “Il viaggio è molto lungo”. In finale partirà favorito contro Hubert Hurkacz.

Riccardo Bisti
2 aprile 2021

“Penso che sia bello giocare la finale qui a Miami, ma non significa niente. Non vuol dire che vincerò altri tornei. La strada è lunga e io ne sono consapevole. Lo sa anche il mio team. È una grande settimana per me, ma il lavoro va avanti. È bello, ma non vuol dire niente”. Lo ha detto Jannik Sinner dopo aver vinto una partita fantastica, la più importante della sua giovane carriera: la semifinale del Miami Open contro un cagnaccio come Roberto Bautista Agut. L'ha vinta come fanno i campioni: rimontando un set di svantaggio, strozzando tutte le chance dello spagnolo e giocando un ultimo game da favola, da rimandare in loop, non solo nelle scuole tennis. A quanto pare, sarebbe utile anche negli studi degli psicologi. Ha stregato persino Pierluigi Pardo, noto commentatore calcistico ma sincero appassionato di tennis. “Al mio psicologo chiedo una cosa semplice: dammi l'autostima e il coraggio che ha avuto #Sinner sul 5-4 del terzo set”.

Si sono esaltati tutti, nell'assistere a un match che è finito in pieno prime time, l'ideale per una bella audience. Si sono esaltati tutti tranne Jannik: sembra persino disinteressato quando gli ricordano che i tre teenagers giunti in finale a Miami prima di lui si chiamavano Andre Agassi, Rafael Nadal e Novak Djokovic. Sono diventati tutti numero 1 ATP e hanno intascato giusto giusto 56 Slam in singolare. E c'è da credere che i numeri cresceranno ancora. Qualche mese fa, ai tempi del primo titolo ATP di Sinner, avevamo scritto che – in base alla sua età – aveva il 37,5% di possibilità di diventare numero 1 del mondo. Alzi la mano chi non lo ha pensato durante il 5-7 6-4 6-4 con cui ha battuto Bautista, levandosi dai guai nel settimo gioco del secondo set, in cui ha rimontato da 0-40. “Se ti trovi in questa situazione, devi continuare a lottare – ha detto Sinner – credo che quel game abbia cambiato il match, un po' come era accaduto tra Hurkacz e Tsitsipas. Alcuni punti possono decidere la partita e a volte possono darti un po' di forza in più”.

ASICS ROMA

LE FINALI MASTERS 1000 DEI TENNISTI ITALIANI (ERA OPEN)

  • 1

    1972, Amburgo - Manuel Orantes b. Adriano Panatta 6-3 9-8 6-0

  • 2

    1975, Stoccolma - Adriano Panatta b. Jimmy Connors 4-6 6-3 7-5

  • 3

    1976, Roma - Adriano Panatta b. Guillermo Vilas 2-6 7-6 6-2 7-6

  • 4

    1977, Monte Carlo - Bjorn Borg b. Corrado Barazzutti 6-3 7-5 6-0

  • 5

    1977. Amburgo - Paolo Bertolucci b. Manuel Orantes 6-3 4-6 6-2 6-3

  • 6

    1977, Roma - Vitas Gerulaitis b. Tonino Zugarelli 6-2 7-6 3-6 7-6

  • 7

    1978, Roma - Bjorn Borg b. Adriano Panatta 1-6 6-3 6-1 4-6 6-3

  • 8

    2019, Monte Carlo - Fabio Fognini b. Dusan Lajovic 6-3 6-4

  • 9

    2021, Miami - Jannik Sinner vs. Hubert Hurkacz

"Penso che sia bello giocare la finale qui a Miami, ma non significa niente. Non vuol dire che vincerai altri tornei. La strada è lunga e io ne sono consapevole"
Jannik Sinner

Il modo in cui Sinner ha giocato l'ultimo game contro Bautista è stato davvero impressionante

Passata la paura, si è trovato in svantaggio di un break anche nel terzo set (1-3), ma si è affidato ancora una volta ai suoi super-fondamentali. Avanti 5-4, ha tirato tre vincenti nell'ultimo game, sigillato da uno splendido vincente con il rovescio incrociato. La sua reazione, così come le sue parole, impressiona. Siamo di fronte a qualcosa che non si era mai visto nella storia del tennis italiano. Osservarlo ci fa dimenticare che si tratta del suo terzo Masters 1000 in carriera, il primo sul cemento. Per lui è tutto nuovo, ma sembra di trovarsi di fronte a un veterano. E la sua capacità di mantenere il controllo è impressionante. Lorenzo Musetti si è gettato per terra dopo i successi (bellissimi) ad Acapulco.

Lui no, è rimasto glaciale, concedendosi un sorriso giusto dopo la stretta di mano. Secondo Jannik, il suo comportamento deriva dagli insegnamenti dei suoi genitori. Papà Johann fa il cuoco, mamma Siglinde lavora come cameriera nello stesso ristorante. “Il mio comportamento e la mia etica del lavoro arriva dai miei genitori, semplici lavoratori. Sanno cosa significa lavorare duro. Mi hanno dato questa mentalità: fare del proprio meglio giorno dopo giorno e non buttare energie durante il lavoro”. Non consumare energie è una grande qualità, nel tennis. Non solo quelle fisiche, ma anche quelle mentali. Al di là delle battute di Alexander Bublik, l'altoatesino mostra segni di umanità. Non è un robot, tanti piccoli dettagli mostrano che ci tiene. Però incanala le risorse nella giusta direzione. Ed è impressionante che ci riesca ad appena 19 anni.

Sinner è il primo italiano di sempre a raggiungere una finale Masters 1000 sul cemento all'aperto

Soltanto qualche anno fa, il tennis non era la priorità di Sinner: praticava (con successo) anche lo sci

Sinner ha spazzato via diversi record del nostro tennis, e continuerà a disintegrarli. Le finali Masters 1000 erano una chimera, sul cemento ancora di più, in età così giovane poi... Invece Jannik si è preso tutto in una volta. Altri si sarebbero crogiolati nella felicità, lui dà l'idea che non sia nemmeno un punto di partenza. Ha ragione: se manterrà questo mindset, potrebbe regalarci successi inaspettati, solcare sentieri inesplorati. Tuttavia, non si può ignorare quello che sta facendo. Tre anni fa era fuori dai primi 1.500 ATP, due anni fa era al numero 322. L'anno scorso, lo stop del circuito ha rallentato il suo avvicinamento ai top-50. Adesso è già certo di salire al numero 21 ATP, ma è sesto nella classifica stagionale, quella valida per le ATP Finals di Torino.

Due anni fa vinse (o meglio, dominò) le Next Gen Finals di Milano. E pensare che fu ammesso con una wild card. Stavolta può entrare al Masters (quello vero) dalla porta principale. Diventerà un tormentone nel corso dell'anno, a prescindere da come andrà contro Hubert Hurkacz. Nella semifinale notturna, il polacco ha battuto a sorpresa Andrey Rublev. Il russo continua a fermarsi a un passo dalla gloria nei grandi tornei, ma il polacco è stato implacabile nell'imporsi 6-3 6-4. Sinner parte favorito, lo è anche per i bookmakers, ed è curioso che il suo avversario sia il suo recente compagno di doppio a Melbourne e Dubai. In entrambi i casi, sono giunti nei quarti di finale. Non c'è da stupirsi che i due vadano d'accordo, giacché condividono una profonda ambizione ed etica del lavoro. Per entrambi, il tennis viene prima di tutto. E questo sì, significa qualcosa.